Un grande merito va riconosciuto al governo di Giorgia Meloni: quello di aver permesso a migliaia di studenti fuori sede di votare alle Elezioni Europee senza doversi spostare. Dopo la parte I, continuiamo la nostra rassegna di paradossi italiani proprio a partire dalle ultime elezioni, trasformate in un laboratorio di consenso interno con una certa spregiudicatezza.
La stagione estiva, com’è noto, si presta molto allo scherzo, allo sberleffo, alla leggerezza e alla freschezza dell’ironia. Tutte parole che potrebbero essere, attenendoci a recenti eventi, ampiamente compatibili con la nostra classe politica, non in estate ma tutto l’anno. Ecco quindi una raccolta di perle e paradossi che connotano il linguaggio politico italiano e che è possibile giocarsi in occasioni come grigliate e contesti simili.
In Italia l’informazione sembra ruotare attorno al divertimento, nel senso latino di “di-vertere”, cioè “volgere altrove”. Insomma, se in genere l’informazione serve a concentrare l’attenzione generale sulle cose serie, ultimamente serve a dirottarla su quelle triviali. Allora parliamo della pesca. Lo spot della pesca, per l’ultima volta “Non c’è spesa…