Quando le democrazie non funzionano, qualcuno inizia a convincersi che in fondo la soluzione non sia la democrazia. La vittoria di Trump in USA, le proteste in Francia contro un presidente che ha perso la fiducia popolare e non vuole andare a casa, il caso Stellantis in Italia con le fabbriche che chiudono e gli azionisti che si spartiscono 23 miliardi di euro in quattro anni. La Banca Popolare di Milano in Piazza Montecitorio che offre privilegi ai deputati. Lo sventato attentato contro Giorgia Meloni ad opera di un’organizzazione neonazista. Qual è la figura comune dietro questo intreccio caotico di eventi così diversi e lontani fra loro? Ormai è chiaro da un po’, non è più una guerra fra destra e sinistra: è l’élite contro il popolo, è popolo contro élite. Una vaga percezione allargata del tradimento dei “buoni”.
La stagione estiva, com’è noto, si presta molto allo scherzo, allo sberleffo, alla leggerezza e alla freschezza dell’ironia. Tutte parole che potrebbero essere, attenendoci a recenti eventi, ampiamente compatibili con la nostra classe politica, non in estate ma tutto l’anno. Ecco quindi una raccolta di perle e paradossi che connotano il linguaggio politico italiano e che è possibile giocarsi in occasioni come grigliate e contesti simili.