Parigi, 1995. Durante un convegno di cinema, i registi Lars von Trier e Thomas Vinterberg lasciano sgomento il pubblico in sala. Von Trier legge l’appena redatto Manifesto del Dogma95 e il relativo Voto di Castità, che con “religioso” rispetto si compone di Dieci Comandamenti.
Dall’uso della camera a mano, all’abolizione del suono extra-diegetico, dall’obbligo di realizzare il film a colori, all’impossibilità di girare pellicole “di genere”. Fino ad arrivare alla più forte provocazione, che mette in discussione l’ideale quasi religioso affidato al “cinema d’autore”: il regista non deve essere accreditato.