L’articolo nasce dall’idea di tracciare un filo critico fra il lavoro più recente di Gabriele Salvatores, “Il ritorno di Casanova” (2023), e due volumi di letteratura sul cinema, ossia “Kubrick e il cinema come arte del visibile” di Sandro Bernardi e “La galassia Lumière” di Francesco Casetti. A ben vedere, infatti, il film sembra risentire, più o meno consapevolmente, degli echi visivi e tematici riconducibili a Kubrick e Fellini da una parte, e riflettere in maniera autoriflessiva sul destino del cinema stesso dall’altra.
In quest’ultimo periodo si può dire che il rapporto padre-figlio sia uno dei tratti più ricorrenti nella programmazione delle nostre sale cinematografiche.
Si è tenuto ieri, in IULM, l’incontro inaugurale del corso in Storia del cinema italiano del Prof. Gianni Canova, con un ospite d’eccezione: il regista italiano premio Oscar Gabriele Salvatores. All’incontro era presente anche il professor Antonio Scurati.