Il 4 novembre l’Università IULM ha inaugurato la sua nuova mostra Ka’kao, dedicata al viaggio del cacao dal Messico fino ad arrivare all’Italia, che sarà aperta fino al 15 dicembre.
Il sogno, e l’incubo, più grande di Wes Anderson è sempre stato adattare un racconto del suo eroe letterario, JD Salinger. L’autore de Il giovane Holden non poteva sopportare l’idea che una sua opera potesse essere adattata sul grande schermo. Infatti, sottolineava come la forza delle parole potesse vivere e sopravvivere solo all’interno delle pagine di un romanzo. Come dare forma e sostanza alla voce del narratore, alle sue riflessioni schiette e autentiche? Come tradurre sullo schermo lo sguardo impertinente e disilluso del sedicenne Holden Caulfield?
Al suo arrivo a Hong Kong, a soli cinque anni, Wong Kar-wai si ritrova ad affrontare un mondo sconosciuto. Avendo vissuto tutta la sua infanzia a Shanghai, la metropoli, con il suo curioso dialetto così differente da quello della città d’origine, lo disorienta. L’impossibilità di comunicare con chi gli sta intorno, al di fuori della sua famiglia, lo porta spesso a rifugiarsi nei cinema della città. Insieme alla madre, trascorre le giornate in un luogo dove non servono le parole per comprendersi, basta il linguaggio delle immagini per immergersi il quel mondo così distante ma anche incredibilmente tangibile. E Wong Kar-wai ne resta assuefatto.
Parigi, 1995. Durante un convegno di cinema, i registi Lars von Trier e Thomas Vinterberg lasciano sgomento il pubblico in sala. Von Trier legge l’appena redatto Manifesto del Dogma95 e il relativo Voto di Castità, che con “religioso” rispetto si compone di Dieci Comandamenti.
Dall’uso della camera a mano, all’abolizione del suono extra-diegetico, dall’obbligo di realizzare il film a colori, all’impossibilità di girare pellicole “di genere”. Fino ad arrivare alla più forte provocazione, che mette in discussione l’ideale quasi religioso affidato al “cinema d’autore”: il regista non deve essere accreditato.
Ruba come un artista è il mantra che Xavier Dolan ha scelto coraggiosamente di seguire sin dal suo esordio alla regia. L’ispirazione deriva dall’omonimo romanzo di Austin Kleon che nasce come declinazione di una citazione del maestro della New Hollywood, Francis Ford Coppola: Rubate, fino a quando saranno gli altri a rubare a voi.
Una camera immersa nella penombra. Un ragazzo dai capelli biondo cenere che si muove nervosamente al suo interno. Un dettaglio sulla parete: la locandina di uno dei film più discussi della storia del cinema, Ultimo Tango a Parigi del maestro Bernardo Bertolucci.
Greta Gerwig nasce a Sacramento, in California, nel 1983. Con la madre, infermiera, ha rapporti conflittuali. Il suo unico desiderio è trasferirsi a New York, e iniziare una nuova vita fuori dalla piccola provincia americana.
Il cinema, da sempre, parla per immagini. É in grado di dar loro una forma concreta e tangibile, alimentandone il potere. Forse, il fascino del cinema sta proprio in questo, ma è indubbio come un genere in primis sia in grado di dare voce a questa ineguagliabile forza visionaria.
Le storie ci uniscono. Lo sappiamo bene, è una frase che abbiamo sentito dire più volte, in diverse circostanze. Ce lo insegnano sin da bambini, quando, con una penna alla mano, ci viene chiesto di raccontare di noi stessi.
L’unico posto a Milano dove ti puó capitare di vedere Pikachu e Super Mario per mano, di fare la fila al bagno con Catwoman e di bere qualcosa con il Re della Notte, é il Cartoomics.