“Ken, il guerriero” festeggia 40 anni dalla sua prima apparizione in Giappone nel 1984. Tre anni dopo, sbarcava anche in Italia e iniziava con lui una rivoluzione senza precedenti del panorama televisivo nostrano. In occasione dell’anniversario, il 14, 15 e 16 ottobre, le voci del film “omaggio” del 1986 sono arrivate in 200 sale italiane con nuovo tono e maggiore carica: dopo decenni, una vecchia avventura di Kenshiro è tornata a parlarci.
a cura di Emanuele Aria e Leonardo Ziliani Musiche originali di Paolo Trabucchi Dopo una breve introduzione storica di Marco Zenti, varchiamo la soglia del cinema giapponese contemporaneo, provando a disegnare una mappa che prenda avvio dai nomi più noti, come Hirokazu Kore’eda, Ryusuke Hamaguchi, Satoshi Kon e Kiyoshi kurosawa.…
Accadono cose che sono come domande. Poi, un bel giorno, quando te ne sei già dimenticato, va a finire che la vita risponde. Eccome se risponde. Quasi chiedesse di giocare, lei, ma con regole ignote, con carte truccate. Allora succede che ti svegli una mattina e lei ti fa sapere che hai vinto tu, almeno quel giorno. E per farlo può usare le pedine più impensabili. Può raccogliere un regista d’oltreoceano che chiamano Kore’eda e portarcelo qui con un’opera fra le mani, da noi chiamata “L’Innocenza”, capolavoro di un’arte stravagante che siamo soliti chiamare “cinema”.
Troppo spesso il cinema dell’orrore viene derubricato a intrattenimento spiccio, a vuota valvola di sfogo per saziare lo sguardo delle pulsioni e perversioni più turpi. Eppure, la paura è forse il muscolo dell’uomo più interessante da esplorare. Il problema, semmai, è trovare horror e thriller che abbiano qualità e spessore. Ecco allora alcune chicche d’autore: tre film di Kiyoshi Kurosawa.