Era una semplice ragazza, lavorava come direttrice marketing in un’agenzia londinese, e il 3 marzo decise di uscire per andare a trovare un suo amico. Sarah Everard nel suo ritorno a casa, però, incontrò il suo destino, un destino maligno che paradossalmente era incarnato nella figura della giustizia, un poliziotto. Quell’incontro ha posto fine alla sua vita, e l’unica colpa di Sarah è essere nata donna.
Anna sta camminando su un marciapiede, sta tornando dall’università.
Oggi le piace molto il suo outfit: indossa una camicia bianca e un pantalone aderente nero.
Mentre cammina per andare a casa, un uomo a bordo di un camioncino le suona il clacson e le grida dal finestrino frasi sessiste.
Anna si sente sminuita e mancata di rispetto, mentre attraversa la strada o cammina.
Questo ad Anna accade tutti i giorni.
Le capita di sentirsi violata e giudicata ad andare in giro, impotente ogni volta che qualcuno da un mezzo le grida avances non gradite.