C’era un tempo, la fine degli anni ’60, in cui il Rock contemplava solo la chitarra. Il basso forse, al massimo la batteria.
Con esempi di estrema semplicità e per questo illuminanti, un filosofo americano ci invita a riconsiderare la virtù di lasciare in pace gli altri. Il pluralismo è non a caso il sale delle democrazie, che prosperano se capaci di garantirlo al proprio interno e nelle relazioni internazionali. Per le ordinarie…
Save The Date.
15 marzo 2019.
Radio Radicale rischia la chiusura. La voce storica di Milano perderà infatti i fondi della convenzione pubblica. La città non intende però stare a guardare. I primi a scendere in campo saranno gli artisti.
Era il 1996. Mancavano pochi mesi all’elezione di Tony Blair. In Gran Bretagna, come in tutto il mondo, dilagava l’Oasis mania.
La domenica proprio no. Acquisti nei negozi, o (peggio!) nei centri commerciali, sarebbero per certa parte dell’opinione pubblica un problema per i diritti dei lavoratori. Se non, addirittura, per la tenuta delle piccole e medie imprese e l’unità delle famiglie.
“Shakespeare è hard-pop, è urgente! Bisogna riportare a teatro i giovani! Fatevi affascinare da Professori come Canova, dalla cultura, perché solo così potrete essere felici!”
Dalla sua cameretta di Bologna, dove ha frequentato la triennale, allo studio di RadioIULM. Ospite de “L’Ultima Festa”: Tommaso Tota, solo Tota per i fan, è la nuova voce della musica italiana (trovate il podcast della puntata a questo link).
Il Rock è un viaggio. È un viaggio lungo. Un viaggio fatto di porte e attraversamenti. Si avvia nella malinconia della South Belt americana. Si culla nella nostalgia di un continente lontano. Grida con rabbia il sudore dei campi di cotone.
Tutti la bramano, nessuno lo ammette. E’ la RAI, concessionaria esclusiva del servizio pubblico italiano. Che lottizzata senza troppi imbarazzi, praticamente da ogni governo della storia della repubblica, custodisce cultura e pregevoli professionalità del bel Paese.