Il loro è un nome scelto per caso. L’ultimo pasto consumato prima del concerto d’esordio. Eppure gli appassionati dei più disparati generi di musica conoscono i Red Hot Chili Peppers.
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Non sono inquadrabili in un unico genere. Il gruppo di ragazzi californiani guidati da Anthony Kidies è passata attraversi vari stili. Dal Funk al Rock, con qualche incursione più che occasionale di Rap. In qualche album si sono persino dati all’Hardcore. Tuttavia, è la commistione di tutte queste anime a rendere inimitabile lo stile dei Red Hot Chili Peppers.
Un sound che racconta storie
Recentemente il loro Rock è risuonato anche nella piana di Giza, tra le piramidi. Ad ascoltarli insieme ai faraoni più di 10.000 fan innamorati.
Infatti è proprio un amore quello che lega milioni di persone alle ritmate melodie dei Red Hot Chili Peppers. Il loro sound dinamico e contemporaneamente malinconico ha una capacità incomparabile: narrare storie.
Gli Oasis hanno descritto gli anni ‘90 con Don’t Look back in anger. Il Jazz l’America degli anni ’30 e ‘40. Quello dei Red Hot Chili Peppers è invece la narrazione inesausta della contemporaneità. Nulla è certo. Niente appare candido come la neve, The Snow. Dopotutto, “The more I see the less I know. The more I like to let it go”.
Californication e altri simulacri
Il viaggio parte da Los Angeles, la capitale dei simulacri. Se per Jean Baudrillard la vera America era Dinseyland, per i Red Hot Chili Peppers si tratta invece della Città degli angeli. Là dove la vita si crea in un seminterrato di Hollywood.
Dove non si crea. Dove anche una ragazzina svedese può sognare il grande schermo. Siamo al confine estremo della civiltà occidentale. La stessa in procinto di subire una magnifica Californication.
Waiting for Dani California
Esemplare è la vicenda di Dani California. Giovane sposa incinta, Dani vive nei contorni sbiaditi di qualche strofa. Canta canzoni sotto un tendone per guadagnare qualche soldo. Si confonde con chi aspetta in fila lo spettacolo della sera. Con le luci notturne di un parcheggio. Persino con chi viene accoltellato all’angolo di una strada di periferia. Che sia a lei che i Red Hot Chili Peppers provano a ripetere “By the way, I’ll be there waiting for”.
Il Rock Fuorilegge e la morte di Dani
Solo successivamente Dani California conquista la scena in una canzone interamente dedicata a lei. Proprio come l’America e lo stato del quale porta il nome, l’eroina della band è testarda è sempre di fretta.
È un’appassionata, una bambina, un’impavida combattente. I Red Hot Chili Peppers ci raccontano della sua infanzia povera, nei bassifondi. I genitori, uno sbirro e una hippie, sembrano la sintesi del pragmatismo e della leggerezza dei sogni dell’American Way of Life.
Proprio come la musica dei Red Hot Chili Peppers, divisa tra i ritornelli dolci e le strofe rap un po’ fuorilegge. Fuorilegge per i canoni del Rock classico. Fuorilegge come l’eroina di cui narrano. Dani California, la rapinatrice.
La sua parabola attraversa tutti gli Stati Uniti. Dal Missisipi, alla Lousinana, fino al Minnesota. Si conclude con la morte di Dani. “California Rest in Peace”. Un monito che descrive la storia di un’adolescente ribelle. Una che ha preso una cattiva strada. Ma siamo sicuri si tratti solo di questo?