Piena di manichini, pupazzi e statuette è la casa di Harlan Thrombley. Scrittore di gialli dal successo planetario, arrivato all’età di 85 anni decide di festeggiare il traguardo in compagnia della sua famiglia.
Au Bal De La Chance è un’autobiografia indubitalmente ricca. Ricca di leggende, leggende metropolitane sulla già di per sé rocambolesca vita di questa cantante. Ricco di amore, amore per amici, parenti e artisti che le sono stati accanto. Ricco di Storia, quella che hanno visto gli occhi di un mito…
Woody Allen è tornato, ed è in grandissima forma. Questo è il primo pensiero venuto in mente vedendo il suo nuovo film, Un giorno di pioggia a New York.
Una luce, solo una piccola luce, illumina Casey Affleck e Anna Pniowsky, padre e figlia nell’iniziale piano sequenza di Light of my life, nuovo film diretto da Affleck stesso.
Dal 31 ottobre al 10 novembre si è svolta a Milano la quarta edizione di un festival curioso, creativo e libero da costrizioni: JazzMi.
Il 31 Ottobre di quest’anno è uscito Terminator – Destino oscuro. Sesta pellicola di questa saga e sequel diretto di Terminator 2 – il giorno del giudizio.
Quando un titolo dice tutto. Questo è il caso del nuovo film del regista sudcoreano Bong Joon-ho, Parasite, il cui significato, come si può immaginare, riporta innanzitutto ad un’intrusione.

Questo Halloween è uscito Doctor Sleep, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King e sequel di Shining.
Seduto in maniera rilassata, seppur pericolante, sul davanzale di una finestra. In mano la sua Martin Committee e una sconfinata, a lui ben nota, Piazza Duomo sullo sfondo.
Uno scatto che dice tanto sul suo protagonista: Chet Baker.

Bello e dannato, un’espressione tanto attuale quanto adatta a un sex symbol degli anni ‘50.
Dai tratti marcati, un volto scarno e scavato con due occhietti blu, di una dolcezza e ingenuità inestimabili, a dominare su tutto.
Dannato, indubbiamente dannato. Una vita all’insegna della sregolatezza, di numerosi ostacoli nei quali Chet Baker, imperterrito, inciampa, nonostante le promesse fatte a sé e agli altri.
Musica swing anni ‘40, un beat scandito e incalzante, e tanta creatività: questa è la semplice (ma mai banale) ricetta per un buon electro swing