Concime cap. 5: Cos’è la normalità?

“Come stai?”

Questa domanda è diventata un formalismo, a volte non si aspetta nemmeno una risposta. Oggi, però, è impensabile dare per scontato che chi abbiamo di fronte stia bene. Per rispettare la storia e la singolarità del prossimo occorre mettersi in discussione e accettare il rischio di avere a che fare con la fragilità. Il rapporto di amicizia con Francesca (educatrice), Marta e Alessandra (studentesse) è stato il perno per riflettere sul come stare in relazione.

Concime cap. 4: Un silenzio di mezzanotte in pieno giorno

Durante il primo lockdown a Milano si sentivano solo le ambulanze, la città era deserta. “Un silenzio di mezzanotte in pieno giorno” si dice in Verso Tebe, spettacolo teatrale in cui incombe la peste. In altre regioni, invece, le persone hanno vissuto la pandemia come un fastidio.

Le riflessioni che ho scambiato con Elio De Capitani, direttore del teatro Elfo Puccini, e Margareth Londo, scenografa e blogger, provengono da persone che il silenzio assordante di quella Milano lo hanno sperimentato di persona.

Concime cap. 3: Il coraggio di saltare nelle pozzanghere

Concime  è una rubrica nata in ottica dinamica e può essere l’opportunità di lasciarsi interpellare dalla situazione che ci circonda. Vuol dire prendere in considerazione le opinioni dell’altro, ascoltarle, e permettere che facciano breccia nella propria individualità. Con il terzo capitolo si aggiungono al mosaico di Concime anche Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori del progetto culturale Tlon.

Concime cap. 2: Il vuoto è la dimensione dell’accoglienza

Concime  è una rubrica nata in ottica dinamica e può essere l’opportunità di lasciarsi interpellare dalla situazione che ci circonda. Vuol dire prendere in considerazione le opinioni dell’altro, ascoltarle, e permettere che facciano breccia nella propria individualità.

Il secondo capitolo di questa antologia trova origine nelle parole che ho scambiato con lo scrittore Paolo Cognetti.