3 Febbraio 2021. L’annuncio delle nomination ai Golden Globe di quest’anno ha sancito non solo l’inizio della tanto attesa award season, ma un vero e proprio desiderio di normalità che l’industria cinematografica ha per necessità, per un intero anno, dovuto abbandonare.
Ruba come un artista è il mantra che Xavier Dolan ha scelto coraggiosamente di seguire sin dal suo esordio alla regia. L’ispirazione deriva dall’omonimo romanzo di Austin Kleon che nasce come declinazione di una citazione del maestro della New Hollywood, Francis Ford Coppola: Rubate, fino a quando saranno gli altri a rubare a voi.
Una camera immersa nella penombra. Un ragazzo dai capelli biondo cenere che si muove nervosamente al suo interno. Un dettaglio sulla parete: la locandina di uno dei film più discussi della storia del cinema, Ultimo Tango a Parigi del maestro Bernardo Bertolucci.
Il fascino delle storie di paura è innegabile. Sin da bambini, il desiderio di venire terrorizzati era allettante e, allo stesso tempo, ripugnante. É proprio questo dualismo a generare l’essenza dell’orrore, che tanto cerchiamo di ritrovare nel cinema.
Per Sigmund Freud la mente è come un iceberg, galleggia con un settimo della sua massa al di sopra dell’acqua. L’analogia ci permette di comprendere piuttosto intuitivamente che ciò che sta al di sopra della superficie è quello che potremmo definire razionalità. Questa, in una società evoluta e civilizzata, è la componente che mostriamo al mondo, e ci permette di adeguarci al meglio alle regole che esso impone. Cosa si cela, invece, al di sotto della logica?
Greta Gerwig nasce a Sacramento, in California, nel 1983. Con la madre, infermiera, ha rapporti conflittuali. Il suo unico desiderio è trasferirsi a New York, e iniziare una nuova vita fuori dalla piccola provincia americana.
L’anima del regista Damien Chazelle si rivela non appena gli si domanda quale sia il film che più ha amato. La risposta, Les parapluies de Cherbourg, piccolo capolavoro di Jacques Demy, manifesta quello sguardo incantato e sognante che il regista americano è riuscito a rappresentare sul grande schermo, proiettandolo nelle sue pellicole.
Il cinema, da sempre, parla per immagini. É in grado di dar loro una forma concreta e tangibile, alimentandone il potere. Forse, il fascino del cinema sta proprio in questo, ma è indubbio come un genere in primis sia in grado di dare voce a questa ineguagliabile forza visionaria.
Ammettiamolo: quando alla cerimonia degli Oscar dello scorso 9 Febbraio Parasite è stato incoronato miglior film dell’anno, è stato difficile contenere la sorpresa. Era scontato che il film, diretto dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, avrebbe ottenuto il giusto riconoscimento alla premiazione.
Per Josh e Benny Safdie il cinema è l’arte più perversa tra tutte. Si tratta di andare contro natura, provando a replicare su uno schermo una realtà preesistente.