Michael Newman è venuto a mancare il 20 ottobre, all’età di 67 anni. L’attore era noto per aver interpretato sé stesso nella serie televisiva cult “Baywatch“. La notizia è stata diffusa in Italia nella notte del 23 ottobre.
National Gallery 200 è la celebrazione di una delle istituzioni più note, importanti e antiche del mondo artistico, e da cui prende il nome: la National Gallery di Trafalgar Square, a Londra.
“Ken, il guerriero” festeggia 40 anni dalla sua prima apparizione in Giappone nel 1984. Tre anni dopo, sbarcava anche in Italia e iniziava con lui una rivoluzione senza precedenti del panorama televisivo nostrano. In occasione dell’anniversario, il 14, 15 e 16 ottobre, le voci del film “omaggio” del 1986 sono arrivate in 200 sale italiane con nuovo tono e maggiore carica: dopo decenni, una vecchia avventura di Kenshiro è tornata a parlarci.
La stagione autunnale, si sa, può essere difficile da affrontare se si pensa alle responsabilità e agli impegno che tornano a farci visita. Però possiamo decidere di provare a immergerci nell’atmosfera di questo periodo romanticizzandola un po’. Ecco quindi cinque classici film che ci daranno una spinta in più per…
Presente alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia e uscito nelle sale italiane il 2 ottobre, ‘’Familia’’ conferma quanto la tematica femminile stia a cuore al regista cosentino Francesco Costabile. Il film è tratto dal libro autobiografico ‘’Non sarà sempre così’’ di Luigi Celeste.
Il 7 settembre è stato presentato fuori concorso alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia il nuovo film di Francesca Comencini dal titolo “Il tempo che ci vuole”. Un’autobiografia della regista, incentrata sul rapporto con il padre, anch’egli regista, caratterizzato dal loro più grande punto di forza: il cinema.
Opinione di molti è che il caso Boccia-Sangiuliano abbia marginalizzato il dibattito sulla recente riforma in materia di tax credit per il cinema, provvedimento che ha tutta l’aria di voler affossare un settore già abbastanza in ginocchio nel nostro Paese. Può darsi. In effetti, un ministro andrebbe giudicato nel merito dell’esercizio delle sue funzioni. Allora entriamoci, nel merito.
Accadono cose che sono come domande. Poi, un bel giorno, quando te ne sei già dimenticato, va a finire che la vita risponde. Eccome se risponde. Quasi chiedesse di giocare, lei, ma con regole ignote, con carte truccate. Allora succede che ti svegli una mattina e lei ti fa sapere che hai vinto tu, almeno quel giorno. E per farlo può usare le pedine più impensabili. Può raccogliere un regista d’oltreoceano che chiamano Kore’eda e portarcelo qui con un’opera fra le mani, da noi chiamata “L’Innocenza”, capolavoro di un’arte stravagante che siamo soliti chiamare “cinema”.
L’articolo nasce dall’idea di tracciare un filo critico fra il lavoro più recente di Gabriele Salvatores, “Il ritorno di Casanova” (2023), e due volumi di letteratura sul cinema, ossia “Kubrick e il cinema come arte del visibile” di Sandro Bernardi e “La galassia Lumière” di Francesco Casetti. A ben vedere, infatti, il film sembra risentire, più o meno consapevolmente, degli echi visivi e tematici riconducibili a Kubrick e Fellini da una parte, e riflettere in maniera autoriflessiva sul destino del cinema stesso dall’altra.
Troppo spesso il cinema dell’orrore viene derubricato a intrattenimento spiccio, a vuota valvola di sfogo per saziare lo sguardo delle pulsioni e perversioni più turpi. Eppure, la paura è forse il muscolo dell’uomo più interessante da esplorare. Il problema, semmai, è trovare horror e thriller che abbiano qualità e spessore. Ecco allora alcune chicche d’autore: tre film di Kiyoshi Kurosawa.