L’articolo nasce dall’idea di tracciare un filo critico fra il lavoro più recente di Gabriele Salvatores, “Il ritorno di Casanova” (2023), e due volumi di letteratura sul cinema, ossia “Kubrick e il cinema come arte del visibile” di Sandro Bernardi e “La galassia Lumière” di Francesco Casetti. A ben vedere, infatti, il film sembra risentire, più o meno consapevolmente, degli echi visivi e tematici riconducibili a Kubrick e Fellini da una parte, e riflettere in maniera autoriflessiva sul destino del cinema stesso dall’altra.
Tra le cose che ci distinguono dagli altri animali ce n’è una, per così dire, piuttosto ragguardevole: l’idea di vivere una sola vita non è che ci esalti un granché. Per quanto la nostra possa a volte sorprenderci, difficilmente le cose si metteranno di traverso fra noi e il nostro insaziabile bisogno di fagocitare storie, tuffarci tra le righe di un altrove, infilarci in racconti che non ci appartengono per poterci restare da comodi intrusi.
Troppo spesso il cinema dell’orrore viene derubricato a intrattenimento spiccio, a vuota valvola di sfogo per saziare lo sguardo delle pulsioni e perversioni più turpi. Eppure, la paura è forse il muscolo dell’uomo più interessante da esplorare. Il problema, semmai, è trovare horror e thriller che abbiano qualità e spessore. Ecco allora alcune chicche d’autore: tre film di Kiyoshi Kurosawa.
Il regista giapponese Ryusuke Hamaguchi ha conquistato il grande pubblico con il successo titanico di “Drive My Car”, che nel 2022 vinse il Premio Oscar come “miglior film straniero”, categoria in cui gareggiava anche Paolo Sorrentino con il suo “È stata la mano di Dio”. Ma quali sono, invece, le sue opere meno chiacchierate, rimaste fuori dal cono di luce? Ecco quattro perle di cinema che meritano una visione.
Una calda domenica di luglio. Troppo calda. L’umidità che colava dall’alto costringeva la città di Milano a svuotarsi, e i suoi abitanti a rifugiarsi in freschi luoghi di sopravvivenza. Molti, quel 14 luglio, si erano infilati in un cinema per assistere alla prima di “Dostoevskij“, l’ultimo strano animale narrativo dei…
Il Consiglio di Amministrazione dell’Università IULM, guidato dal professor Giovanni Puglisi, si è riunito mercoledì 31 luglio per procedere alla scelta della nuova guida d’Ateneo e ha eletto la professoressa Valentina Garavaglia nuova Rettrice per il sessennio 2024-2030.
La 81° Mostra del Cinema di Venezia destina a Gianni Canova l’onere di “Presidente della Giuria Opera Prima“. Il giudizio assegnerà alla migliore opera prima il premio “Leone del Futuro“ – “Luigi De Laurentiis“.
19 luglio 2024: i Deep Purple esordiscono con un nuovo album dalla copertina total white e dal titolo riassunto in una sola parola, anzi, in un solo numero: “=1“. Di seguito, la recensione dell’LP.
Emergentissimi è il festival dedicato ai nuovi talenti artistici e musicali appartenenti alle generazioni più giovani.
“Il cervello non va in vacanza. E non si capisce perché le programmazioni estive debbano essere stupide e leggere, e non si possa invece fare omaggio a un grandissimo autore”. Così Andrée Ruth Shammah ha introdotto con una punta di sarcasmo la prima dello spettacolo teatrale “Il sentiero dei nidi di ragno”: un percorso di parole e musica per Italo Calvino, debuttato al Teatro Franco Parenti di Milano il 16 luglio 2024.