L’anima del regista Damien Chazelle si rivela non appena gli si domanda quale sia il film che più ha amato. La risposta, Les parapluies de Cherbourg, piccolo capolavoro di Jacques Demy, manifesta quello sguardo incantato e sognante che il regista americano è riuscito a rappresentare sul grande schermo, proiettandolo nelle sue pellicole.
Il cinema, da sempre, parla per immagini. É in grado di dar loro una forma concreta e tangibile, alimentandone il potere. Forse, il fascino del cinema sta proprio in questo, ma è indubbio come un genere in primis sia in grado di dare voce a questa ineguagliabile forza visionaria.
Ammettiamolo: quando alla cerimonia degli Oscar dello scorso 9 Febbraio Parasite è stato incoronato miglior film dell’anno, è stato difficile contenere la sorpresa. Era scontato che il film, diretto dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, avrebbe ottenuto il giusto riconoscimento alla premiazione.
Per Josh e Benny Safdie il cinema è l’arte più perversa tra tutte. Si tratta di andare contro natura, provando a replicare su uno schermo una realtà preesistente.
In tanti sostengono che l’horror sia ormai un genere a un passo dalla morte.
Le storie ci uniscono. Lo sappiamo bene, è una frase che abbiamo sentito dire più volte, in diverse circostanze. Ce lo insegnano sin da bambini, quando, con una penna alla mano, ci viene chiesto di raccontare di noi stessi.
Esteticamente veniva spesso paragonato a Orson Welles. Per altri assomiglia al maestro della suspense Alfred Hitchcock, mentre lui si assimila a Steven Spielberg.
“Immagini che ci guardano. Immagini che ci riguardano”.