Too Good To Go è un’applicazione nata nel 2015 in Danimarca. Oggi, dopo 5 anni dalla sua nascita, conta 8 milioni di iscritti. Si è diffusa con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare, oggi purtroppo presente in maniera massiva nella nostra comunità e nel mondo.
Il viaggio in giro per il mondo della rubrica Oltre i confini della pandemia prosegue. Questa settimana la destinazione da scoprire è la Siria, magico Paese ricco di risorse turistiche e patrimoni archeologici, purtroppo dilaniato dalla guerra civile.
Anna sta camminando su un marciapiede, sta tornando dall’università.
Oggi le piace molto il suo outfit: indossa una camicia bianca e un pantalone aderente nero.
Mentre cammina per andare a casa, un uomo a bordo di un camioncino le suona il clacson e le grida dal finestrino frasi sessiste.
Anna si sente sminuita e mancata di rispetto, mentre attraversa la strada o cammina.
Questo ad Anna accade tutti i giorni.
Le capita di sentirsi violata e giudicata ad andare in giro, impotente ogni volta che qualcuno da un mezzo le grida avances non gradite.
Antonio Zoppetti è un saggista italiano, studioso di linguistica e dell’interferenza dell’inglese sulla lingua italiana.
Con l’aiuto di altre figure influenti ha deciso di redigere e diffondere una petizione contro l’abuso dell’inglese, sempre più frequente specialmente nel linguaggio dei mezzi di informazione, del lavoro e della politica.
“Parlare è un passaporto incredibile, ci si presenta con la parola e non con gli abiti.“
Con queste parole ha esordito Giovanna Rocca, direttrice del dipartimento di studi umanistici e docente di linguistica presso l’Università IULM. La professoressa infatti si è recentemente occupata del lessico che si è diffuso durante il recente periodo di quarantena.
L’uomo ha bisogno di amore, di compagnia. Durante la quarantena ci sono stati offerti dalla famiglia e dalla nostra iperfamiglia.
Il Covid-19 ha portato a una definizione diversa di eroe.
Una volta erano Superman, Batman e Wonder Woman.
Oggi invece l’eroe è chi lavora in ospedale, le forze dell’ordine e i volontari.
In questo periodo di isolamento, in cui la noia la fa da padrona, le persone svolgono ogni giorno atti della propria routine.
Durante questo periodo difficile che sta colpendo il mondo, si riscoprono l’umanità e l’altruismo, che con l’avanzare della modernità erano stati dimenticati.
Il 6 Marzo 2020 presso l’Università IULM, si è tenuto un dialogo di confronto con Mario Delpini, Arcivescovo della Chiesa di Milano.