Todd Phillips, autore soprattutto di commedie rivelatesi tra i maggiori successi del genere negli anni duemila, delinea una nuova storia d’origine per il Joker.
Ci sono persone senza le quali il mondo non sarebbe come quello che conosciamo oggi. Persone che, con il loro dono, hanno cambiato per sempre la storia, segnandola in vari modi e aspetti.
Non molti film, al giorno d’oggi, lasciano allo spettatore lo spazio e la possibilità di immaginare, permettendo che i fatti mostratogli restino fino alla fine avvolti in un’aura di mistero.
Drew Pearce, dopo esser stato co-sceneggiatore di sitcom come No Heroics e blockbuster del calibro di Iron Man 3 e Mission Impossible – Rogue Nation, passa per la prima volta dietro la macchina da presa.
Venti ballerini in un edificio isolato in mezzo ad una foresta. In una notte di pieno inverno.
Dexter Fletcher è tornato dietro la macchina da presa, con un altro biopic, dopo il successo (meritato?) ottenuto con Bohemian Rhapsody.
Il dolore, guardando già dal titolo, è uno dei protagonisti del nuovo film del regista Pedro Almodòvar.
Cowboy e indiano, rapinatore e minorato, barboncino e cervo. Questi sono solo alcuni dei nomi con cui si fanno chiamare, o vengono chiamati, i due protagonisti del tredicesimo film da regista di Sergio Rubini, in questo caso anche protagonista.
Nessuno aveva mai fatto un film che raccontasse anche solo una parte della vita di due dei più grandi comici del secolo scorso, sicuramente il duo più grande della storia del cinema.
Il personaggio interpretato dal giovane Andrea Carpenzano, protagonista negli ultimi anni di film come Tutto quello che vuoi e La terra dell’abbastanza, in questo si chiama Christian Ferro.