In questo periodo di quarantena e particolare emergenza, in molti ci troviamo a disposizione più tempo di quanto avremmo mai immaginato avere in questo momento dell’anno.
“Almost heaven, West Virginia…” cantava John Denver ad inizio anni ’70, nel suo singolo Take me home, country roads, diventato un cult della musica country. Canzone questa utilizzata spesso, di recente, in molti film di produzione hollywoodiana tra cui, l’ultimo in ordine di tempo, Dark Waters di Todd Haynes.
Gli anni più belli: quante volte sarà capitato di sentire un proprio genitore dirci, durante un determinato momento della nostra vita, “quanto vorrei riavere la tua età, sono gli anni più belli“.
Piena di manichini, pupazzi e statuette è la casa di Harlan Thrombley. Scrittore di gialli dal successo planetario, arrivato all’età di 85 anni decide di festeggiare il traguardo in compagnia della sua famiglia.
Woody Allen è tornato, ed è in grandissima forma. Questo è il primo pensiero venuto in mente vedendo il suo nuovo film, Un giorno di pioggia a New York.
Una luce, solo una piccola luce, illumina Casey Affleck e Anna Pniowsky, padre e figlia nell’iniziale piano sequenza di Light of my life, nuovo film diretto da Affleck stesso.
Quando un titolo dice tutto. Questo è il caso del nuovo film del regista sudcoreano Bong Joon-ho, Parasite, il cui significato, come si può immaginare, riporta innanzitutto ad un’intrusione.
In quest’ultimo periodo si può dire che il rapporto padre-figlio sia uno dei tratti più ricorrenti nella programmazione delle nostre sale cinematografiche.
Capita, a volte, di assistere a un film che abbia come premessa la scritta “ispirato ad una storia vera” o “basato su fatti reali”.
Questo film ha aperto la 76esima edizione della Mostra del cinema di Venezia. L’opinione si è divisa tra chi, dopo la visione, storceva il naso aspettandosi qualcosa in più e chi invece ha apprezzato il nuovo lavoro di Hirokazu Kore-eda. Con questo film, esordio in lingua straniera (in questo caso…