Tananai: la “piccola peste” della nuova scena milanese

Alberto Cotta, classe 1995, è il nuovo esponente della Milano che canta. E anche bene.

Il giovane producer e autore di Cologno (MI) ha dato una svolta alla sua carriera musicale, dall’oscuro Not For Us a Tananai. Grazie ai suoi primi due singoli ha conquistato il palco del Magnolia, ma prima ancora le classifiche Spotify. A RadioIULM racconta sé stesso, il suo percorso e la sua concezione della musica.

Tananai: cosa significa per te questo nome?

“E’ il nomignolo che mi dava mio nonno quando ero piccolo, che vuol dire un po’ piccola peste. Ero abbastanza arzillo.” Ci racconta che questo nome ha un valore simbolico per lui, perché suo nonno è venuto a mancare quando era piccolo. E’ l’unico della famiglia che non ha sentito la sua musica. “Tananai è il mio modo di renderlo partecipe”.

Cosa ti ha spinto a dare una svolta alla tua carriera? Cosa c’è di Not For Us in Tananai?

“Dopo aver concluso un album come Not For Us, ho affrontato un periodo in cui mi sono fatto molte domande. Sentivo di avere concluso un determinato periodo della mia vita.”– spiega Alberto.

Tananai
by Gregorio Broggi

La risposta a tutte quelle domande è stata nuova musica, con uno sguardo al passato, ma non troppo. L’elettronica fumosa e quasi dark di “To Discover And Forget” si lascia contaminare dall’odore di una ragazza, che ricorda le case d’estate e le canzoni stonate.

Cosi come le rose spente e malinconiche dell’artwork del disco lasciano spazio nella cover di “Volersi Male” (anche questa di @moabvillain) a due papaveri, contornati da un rosso acceso. Come nel mito di Demetra, in cui i papaveri simboleggiano il ritrovamento della serenità dopo la morte della figlia Persefone. 

“La cosa che mi piace di questo progetto è che ho iniziato a scrivere da poco, forse un annetto. Non so cosa potrà uscirmi in un pezzo o in un altro. È questo quello che mi piace.”

photo credit: Gregorio Broggi

Proprio quello che ricerca nella sua musica: fuggire dalla monotonia, in favore di una continua evoluzione. Che possa migliorare la musica e se stesso come persona.

Tra i suoi ascolti troviamo infatti influenze da ogni genere, che denotano un approccio totalmente aperto alla musica: dal produttore giapponese Joji ai nostrani Baustelle, Verdena e Franco126. Fino ai Show Me The Body e il loro sound abbastanza crudo. 

Una curiosità: perché hai voluto girare il video di “Volersi Male” in un carrello della spesa?

“E’ un bel modo per rappresentare la comfort zone: il carrello è il simbolo delle proprie paure e del proprio orgoglio.”

Tananai live al Magnolia

L’idea alla base è stata quella di creare una gabbia in cui si può uscire in ogni momento e invece si decide di stare comodi. Il carrello presuppone che ci sia qualcuno a spingerti. E finché non c’è nessuno che ci aiuta è difficile fare i conti con ansia, paura e noia, come canta nel singolo d’esordio. 

Per il cantante milanese quello che conta veramente è l’umanità di una persona, come ci spiega: “Nel mio lavoro penso che sia più importante la componente della capacita umana più che quella tecnica.”

Cosa dobbiamo aspettarci da Tananai nei prossimi mesi?

“Prossimamente uscirà il video di “Ichnusa”, sempre diretto da Olmo Parenti e Marco Zannoni, e un singolo prima dell’estate”. Tra quelli che ha cantato al suo esordio assoluto come Tananai al Circolo Magnolia. Ma quale sia è ancora un dettaglio top secret, quindi il consiglio è: “stay tuned!”.

PS: potete trovare Tananai su Spotify nella playlist Scuola Indie con il brano “Ichnusa” e su instagram come @tananaimusica.

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