Sarà colpa delle mestruazioni

Ma hai le tue cose?”. Almeno una volta nella vita (per voler restare bassi) ogni donna si è sentita dire questa frase quando si è mostrata agli altri – o meglio, agli uomini – in un momento di particolare fragilità. È vero che avere le mestruazioni influisce molto non solo sul corpo, ma anche sulla psiche? Come mai? 

Cos’è il ciclo?

Per parlare di un argomento così complesso, è bene definire quantomeno le basi. Spesso ci si riferisce erroneamente al periodo (di durata variabile) di sanguinamento come al “ciclo”. In realtà, il ciclo è un periodo ben più lungo: si tratta di 28-35 giorni consecutivi in cui il corpo femminile viene sottoposto a più fasi, in vista della preparazione per una possibile gravidanza. Il ciclo mestruale e si divide in tre fasi:
fase preovulatoria, a cui corrispondono la maturazione del follicolo, della cellula uovo e dell’endometrio;
fase ovulatoria, che corrisponde al momento di massima fertilità. In questa fase, che non dura più di due o tre giorni, il follicolo si rompe e la cellula uovo viene espulsa. La temperatura basale corporea aumenta inoltre di mezzo grado;
fase postovulatoria, che rende la donna pronta ad accogliere una gravidanza. È a questo punto che, se non si verifica la fecondazione dell’ovulo, si procede all’espulsione dell’endometrio tramite il mestruo.
I (circa) 28 giorni si calcolano partendo dal primo giorno di perdite, sino alla comparsa di quelle del ciclo successivo.

Sbalzo ormonale?

Ci sono tre particolari tipi di ormoni che vanno a influenzare il ciclo di una donna: estrogeni, gonadotropine, progesterone.


Gli estrogeni sono i principali ormoni sessuali femminili, i responsabili dello sviluppo del seno, dell’allargamento del bacino, dell’aumento del desiderio… La loro produzione durante l’ovulazione è regolata dagli ormoni FSH (follicolo-stimolante) e LH (luteinizzante).
Il picco di estrogeni viene raggiunto proprio al termine della fase mestruale, inducendo poi all’ovulazione, durante la quale si preoccupano di produrre sostanze nutritive e rendere l’ambiente favorevole per una possibile gravidanza. E questa è soltanto una parte dei compiti da loro svolti.
Gli estrogeni naturali sono tre: l’estradiolo (prodotto dalle ovaie in età fertile), l’estriolo (prodotto dalla placenta durante la gravidanza), e l’estrone (che mantiene livelli più alti in menopausa).


Le gonadotropine svolgono la funzione di stimolatrici dell’attività delle gonadi, cioè degli organi riproduttivi, sia femminili che maschili (si tratta infatti degli stessi ormoni che provvedono alla formazione di nuovi spermatozoi).
Tornano in gioco anche in questa fase l’ormone FSH, stimolato da una piccola ghiandola chiamata ipofisi, e l’ormone LH, che porta alla vera e propria ovulazione.

Prodotto del corpo luteo, infine, il progesterone, ha il compito di modificare il rivestimento dell’utero in vista di una possibile gravidanza.
Pelle oleosa, brufoli, punti neri, ritenzione idrica, fastidi intestinali, nausea (eccetera…) sono dovuti proprio agli alti livelli di questo ormone presenti durante il normale ciclo mestruale. La sindrome premestruale – comunemente nota anche con la sigla PMS – caratterizzata da sbalzi d’umore, stanchezza, mal di testa, tensione al seno (eccetera…) è dovuta proprio alla combinazione di progesterone ed estrogeni.

Quelli che vengono dunque – in maniera un po’ sempliciotta – definiti “sbalzi d’umore” sono in realtà l’insieme di un complesso processo ormonale che si prepara a stravolgere completamente non solo l’utero, ma l’intero corpo di una donna. Una donna che, magari, in quel momento, sta sostenendo l’ultimo esame orale prima della laurea, o sta facendo la spesa per la famiglia prima di andare a recuperare il figlio ad allenamento, o sta subendo le grida del proprio datore di lavoro già alle otto di mattina.

Perché durante le mestruazioni si è più sensibili?

A seguito quindi della diminuzione di estrogeni e progesterone, i neurotrasmettitori del cervello (come serotonina e dopamina) possono subire bruschi alti e bassi. Ciò comporta, spesso, a un aumento dei sentimenti di ansia, tristezza e irritabilità – a causa di agitazione emotiva e calo dell’ “ormone della felicità” -, insonnia – che a sua volta può portare ad ulteriore affaticamento – , perdita dell’interesse per le attività quotidiane, e aumento dell’appetito – alcuni particolari alimenti possono essere desiderati più di altri, perché il corpo femminile cerca di rifornirsi dell’energia necessaria per il rivestimento dell’utero, oppure semplicemente, come nel caso dei dolci, per cercare di ri-stabilizzare i, in quel momento bassi, livelli di serotonina.

È scientificamente provato che anche i cinque sensi si amplifichino e inducano le donne a una maggiore sensibilità. Il gusto e l’olfatto aumentano, rispettivamente, del 35% e del 43%, a giustificare quindi le voglie improvvise. La maggior parte delle donne riscontra anche un aumento della percezione tattile, che, in particolare al termine della fase follicolare, probabilmente a causa di un maggiore afflusso sanguigno in specifiche zone del corpo, rende quindi gli attimi di intimità assai più piacevoli. In questo senso viene influenzata anche la vista, non solo femminile, ma anche maschile! Pare infatti che le donne vengano percepite come maggiormente attraenti durante le mestruazioni, grazie a piccolissimi cambiamenti del viso o nell’odore. Durante la fase luteale, che comincia poco dopo l’ovulazione e termina a ridosso delle mestruazioni, gusto e olfatto – comunque ancora sensibili – iniziano a ri-stabilizzarsi, mentre l’udito, al contrario, può tendere ad amplificarsi, rendendo addirittura anche i silenzi più profondi (sia fisicamente che emotivamente).

È ora più chiaro perché la domanda “Ma hai le tue cose?” induca spesso a una maggiore irritazione e frustrazione da parte delle donne? Se ancora non lo è, ve la faccio breve: se una donna ha “le sue cose” è più che giustificata a star passando un attimo di sconforto (causato da malessere fisico o psicologico), se non le ha è comunque più che giustificata a star passando un attimo di sconforto (causato da malessere fisico o psicologico) proprio così come lo è un uomo, al quale però non viene mai chiesto – neanche sotto forma di battuta –  quale fase ciclica stia attraversando. Per la cronaca, esiste anche il ciclo maschile, che dura però soltanto 24 ore, a differenza di quello femminile che, come abbiamo visto, ricopre minimo 28 giorni. Ciò significa che un uomo tenderà, durante l’arco della giornata, a sentirsi particolarmente vitale al mattino e meno energico alla sera, conseguentemente al calo di testosterone,  mentre una donna avrà di fronte a sé un intero mese di incertezze, a livello fisico quanto mentale. 

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