L’8 marzo non è solo l’ennesima occasione commerciale per regalare fiori alle donne della propria vita, che si potrebbe fare tutti i giorni. L’8 marzo è anche la sintesi delle conquiste sociali e soprattutto politiche di tutte le donne, che da inizio 900 ad oggi, hanno continuato ad alzare la voce, dimostrando che essere donna non è sintomo di debolezza.
Una data fissata nella storia
Se non fosse il caso, allora sarebbe convenzione storica, ma l’8 marzo sembra rappresentare una tappa fondamentale nel lungo percorso verso l’emancipazione delle donne.
Infatti, la prima data significativa sulla linea del tempo è l’8 marzo 1911. A New York (USA), un gruppo di operaie occupa da giorni la fabbrica tessile per cui lavorano, che le sfrutta ripagandole con salari esigui rispetto alle ore di fatica. Per fermare la protesta, i proprietari bloccano le donne all’interno della fabbrica, impedendo ogni via di fuga. In seguito, un cortocircuito a un macchinario provoca un incendio che causerà la morte di 134 insorte.
La realtà è diversa…
Per molti anni si è creduto che l’incendio del 1911 – tra l’altro confondendo anche la data dell’incidente, poiché avvenuto il 25 marzo di quell’anno – fosse il movente principale della lotta per i diritti e le libertà femminili. Nonostante, dopo la protesta del 25 marzo, vennero introdotte leggi più rigide sulla sicurezza sul lavoro e avanzò l’idea di una giornata dedicata alle donne, è necessario fare un po’ di chiarezza su quello che è stato realmente il punto di partenza.
La Giornata Internazionale della Donna, o Festa della Donna, non nasce tanto per ricordare le vittime, quanto per celebrare le conquiste politiche, sociali e culturali che hanno conferito alla donna la dignità e il riconoscimento che per secoli le sono stati negati.
La vera linea del tempo
Partiamo dalla vera cronologia degli eventi: la prima data significativa è il 1907 a Stoccarda, quando il partito socialista, durante un congresso internazionale, accenna a una rudimentale idea di suffragio universale. Nel frattempo, le donne non rimangono certamente passive, in attesa che altri decidano per loro ancora una volta. È nel febbraio del 1908, infatti, che Corinne Brown, femminista e socialista americana, rilascia alla rivista The Socialist Woman una dichiarazione che anticipa lo spirito rivoluzionario degli anni a venire, anche sul fronte femminile: «Il Congresso non ha alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Successivamente, il 3 maggio dello stesso anno, Brown tiene il primo comizio socialista a Chicago, ribattezzato per questo Woman’s Day, dedicando la giornata a discutere di sfruttamento, disparità e diritto di voto.
Ma è nel 1910, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste a Copenaghen, che Clara Zetkin propone l’idea di una giornata di lotta per i diritti femminili, da celebrare ogni anno in ogni paese. La proposta è accolta con entusiasmo, e così si celebra il primo 8 marzo del 1911. In diverse nazioni europee e negli Stati Uniti, migliaia di donne scendono in piazza per chiedere pari diritti e l’abolizione delle discriminazioni di genere.
Le donne che guidarono una Rivoluzione
Un’ulteriore dimostrazione della determinazione e dell’audacia delle donne nella lotta per la giustizia arriva dalla Russia. Siamo nel 1917, la Prima Guerra Mondiale è agli sgoccioli, ma l’Impero Russo sta affrontando crisi interne che vanno ben oltre la vittoria della guerra stessa. L’8 marzo, a San Pietroburgo, moltissime donne scendono in strada per protestare contro la guerra, la carestia e il regime zarista. La loro protesta si diffonde rapidamente tra i diversi settori della società, dando vita a un movimento di massa che culmina nella Rivoluzione di febbraio, che porta alla destituzione dello zar. Per il ruolo cruciale delle donne russe nella rivoluzione, nel 1921 il Partito Comunista decise che ogni 8 marzo sarebbe diventata la Giornata Internazionale dell’Operaia.
L’8 Marzo in Italia
Nei decenni successivi, il movimento per la rivendicazione dei diritti delle donne si espande in tutto il mondo. In Italia, nel 1944, è istituita l’UDI (Unione Donne Italiane), un’organizzazione fondata da esponenti del movimento antifascista con l’obiettivo di promuovere la mobilitazione politica anche al femminile. La sua azione si concentrerà in particolare su battaglie per l’emancipazione femminile, il divorzio, il diritto di famiglia, l’aborto e la modifica delle leggi contro le violenze sessuali.
Nel 1945, si decise anche in Italia di dedicare una giornata unicamente alla donna e al suo coraggio: l’8 marzo.
La mimosa: il simbolo della Donna
È tradizione regalare la mimosa in occasione della Festa della Donna. Ma perché proprio questo fiore? La scelta è in parte “pratica”: a inizio marzo sbocciano le mimose, e nel 1946 fu proprio l’UDI a proporre di dedicare un fiore da regalare a tutte le donne in occasione della ricorrenza. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, tra le macerie e la difficoltà economica, la mimosa divenne simbolo di un dono modesto ma dal forte significato. Nel linguaggio dei fiori, la mimosa è simbolo di libertà, autonomia e sensibilità – una scelta tutt’altro che casuale.
Oggi l’8 marzo non è solo un’opportunità per celebrare le conquiste delle donne, ma anche un’occasione per riflettere sulle sfide che ancora restano. È un invito a tutta la società a impegnarsi nelle nuove lotte che preoccupano i nostri giorni: dalla violenza sessuale e il femminicidio, alla difesa di un aborto sicuro e legale, fino alle differenze che ancora esistono nel mondo del lavoro e le barriere che ancora limitano il libero accesso all’istruzione, come lo sminuire il valore della donna. Anche questa giornata deve essere un catalizzatore per il cambiamento verso quel mondo più giusto ed equo, dove ogni donna possa vivere senza paura, senza discriminazione e con le stesse opportunità di realizzare se stessa.
La Giornata Internazionale della Donna ci ricorda che la parità di genere non è solo un obiettivo, ma un diritto umano che deve essere difeso ogni giorno.
Immagine in evidenza: ad.italia