Il 5 marzo 2025 è, e rimarrà, una data da ricordare per il mondo del calcio italiano, perché all’età di 86 anni ci ha lasciato Bruno Pizzul, giornalista e telecronista di calcio e non solo, famoso per aver raccontato le partite della Nazionale italiana dal 1986 al 2002.
“Pizzul un tesoro nazionale”
“Pizzul un tesoro nazionale“: ha definito così Alessandro del Piero durante la diretta su Sky Sport per onorare la carriera di uno dei grandi della telecronaca.
Pizzul era un tesoro nazionale. Una partita della Nazionale, senza il suo commento, non era una partita perfetta.
Il ricordo dell’ex capitano della Juventus è condiviso da tutti gli italiani che hanno vissuto l’epoca delle “Notti magiche” del mondiale del 1990. Grazie alla sua voce riconoscibile, imitata da molti, e il suo metodo moderno di raccontare la partite, seppur mantenendo il classico stile Rai, è riuscito a entrare nelle case e nei cuori di tutta una popolazione intera.
Le sue erano telecronache appassionate, ti trasportavano.
Lo ha ricordato così, Nicola Roggero, telecronista di Sky Sport, che insieme a molti dei suoi colleghi, ha preso Bruno Pizzul come fonte d’ispirazione.

Raccontare le partite secondo Pizzul
Bruno Pizzul nasce a Udine l’8 marzo 1938 e si da giovane ha subito dei contatti con il mondo del calcio, tanto che riesce ad affermarsi anche ad alti livelli vestendo le maglie di squadre come Catania e Udinese. La sua carriera da calciatore professionista terminerà prematuramente a causa di un infortunio al ginocchio.
A seguito poi della laurea in giurisprudenza, parteciperà ad un concorso nazionale per radio-telecronisti aperto a tutti i giovani laureati del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1969 viene assunto in Rai e l’8 aprile del 1970 commenta la sua prima partita, ovvero, uno spareggio in Coppa Italia tra Juventus e Bologna a cui, tra l’altro, arrivò con quindici minuti di ritardo.
Negli anni successivi la sua bravura e competenza lo poteranno a commentare anche delle partite importanti quali, per esempio, la finale del campionato europeo del 1972 o le due finali di Coppa delle coppe e Coppa Uefa disputate da Lazio e Parma nel 1999.
Una partita che però, rimarrà nella storia, non per il suo commento, purtroppo, ma per la “strage dell’Heysel“. Nella finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool del 29 maggio 1985 infatti, ci furono 39 vittime, di cui 32 italiani, rimasti uccisi dalla caduta di pezzo di struttura dello stadio. Pizzul commentò per più di un’ora gli avvenimenti in tempo reale, di cui troviamo un estratto qui sotto.

La voce della Nazionale
86 era l’età di Pizzul quando ci ha lasciato, ma ’86, con un apostrofo davanti, era anche l’anno in cui ha iniziato a prestare la sua voce per le telecronache delle partite degli Azzurri. Bruno Pizzul per 16 anni sarà la voce della Nazionale, raccontando a milioni di italiani attaccati agli schermi, le gesta dei calciatori.
Accompagnerà la Nazionale in cinque campionati del mondo, a partire dal mondiale in Argentina proprio in quell’anno, e terminando la sua avventura con il mondiale in Corea nel 2002. Una parentesi però, va aperta per parlare del mondiale “Usa ’94” dove l’Italia, trascinata da Roberto Baggio, riesce ad arrivare in finale dove poi verrà sconfitta dai “verdeoro” del Brasile.
Bruno Pizzul le commenta tutte, come del resto ha fatto con tutti gli altri mondiali, ma si ritrova a fare la telecronaca di un’Italia che sta deludendo, che passa il girone e gli ottavi con difficoltà. Ai quarti trova la Spagna, un avversario non facile. La partita rimane bloccata sull’1-1, quando all’88°, su assist di Beppe Signori, Baggio segna, scatenando la gioia di Pizzul che al microfono urlerà: ” E segna, segna Baggio…”.
Fare il telecronista delle partite della Nazionale vuol dire poter esultare per un gol o per una vittoria, ma vuole dire anche saper raccontare i momenti tristi senza farsi trasportare dall’emozione e mantenendo dunque, un atteggiamento da professionista.
È proprio come racconterà Pizzul l’ultimo calcio di rigore che Baggio, l’eroe di quel mondiale, sbaglierà, consegnando la coppa ai brasiliani.
Bruno Pizzul commenterà altri due mondiali prima di lasciare l’incarico il 21 agoosto 2002 in seguito ad un’amichevole persa contro la Slovenia.

Le esperienze in TV
Nella sua pluridecennale carriera Bruno Pizzul non è sempre stato in postazione con cuffie e microfono, ma è anche stato presente in televisione come conduttore o opinionista di programmi sportivi e non solo.
Dal 1976 al 1990 fu conduttore della “Domenica Sprint” e curatore dello spazio dedicato alla moviola all’interno di “90º minuto“, per i tre anni successivi. È stato inoltre, conduttore della “Domenica Sportiva” nella versione estiva del 1975 e nella stagione 1993-94, affiancato da Simona Ventura e Amedeo Goria.
Il 31 dicembre 1999 fu tra i conduttori su Rai 1 del programma “Millennium“, evento di fine anno creato per celebrare l’arrivo del nuovo millennio, che si protrasse per tutta la notte del 1º gennaio 2000.
Nel cosiddetto, “nuovo millennio” ha partecipato saltuariamente a diverse trasmissioni nel corso degli anni tra cui ricordiamo, “Quelli che il calcio” e “Supertele” condotto da Pierluigi Pardo.
Bruno Pizzul formalmente è stato un giornalista e telecronista italiano, ma in realtà è stato molto di più, perchè una partita della Nazionale non è tale senza la sua voce.
Ciao Bruno, il calcio ti saluta.

Immagine in evidenza: Eurosport