“L’arte della gioia”: la nuova serie di Valeria Golino su Sky e Now

Presentata in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes e giunta nelle sale italiane in due parti quest’estate, la nuova serie Sky Original diretta da Valeria Golino, “l’Arte della Gioia”, arriva in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, a partire da venerdì 28 febbraio per un appuntamento settimanale di due episodi.

La sinossi

Costituita da sei episodi, la miniserie è ambientata nella Sicilia rurale di inizio ‘900 e racconta la storia di Modesta (Tecla Insolia), orfana prima accolta in un convento e istruita dalla Madre Superiora Leonora (Jasmine Trinca), poi nella dimora regale della principessa Gaia Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi) dove farà diversi incontri. Tra questi, conoscerà Beatrice, la più giovane della famiglia Brandiforti (Alma Noce), Carmine, incaricato di gestire le terre della villa (Guido Caprino) e Rocco, l’autista della famiglia (Giuseppe Spata). Modesta, passo dopo passo, scoprirà sempre di più la propria sessualità, il desiderio di una vita migliore e, guidata da un temperamento deciso, riuscirà ad affrontare ogni ostacolo, mai vinta, spingendosi oltre quel limite di convenzione e moralità che la società dell’epoca vorrebbe imporle (e imporre).

Il romanzo di Goliarda Sapienza

Ad eccezione dell’episodio 5 ad opera di Nicolangelo Gelormini, la serie è diretta dall’attrice e regista Valeria Golino, sceneggiatrice insieme a Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo. La miniserie è tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza (1924-1996).

Sottratta all’educazione fascista e alle convenzioni sociali, Sapienza fu cresciuta libera da ogni regola, senza frequentare la scuola. Si iscrisse all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, lasciando la carriera d’attrice per dedicarsi alla scrittura, all’interno della quale mischia verità e finzione, arte e politica.

Emblema della sua scrittura, l’Arte della Gioia è un libro dimenticato per vent’anni in una cassapanca, per poi essere pubblicata la prima parte nel 1994, da Stampa Alternativa, e la restante nel 1998, due anni dopo la sua morte, in pochissimi esemplari. Soltanto a seguito del successo tedesco e francese, nel 2008 giunge in Italia grazie a un grande editore: Einaudi.

La prima volta che lo lesse, Valeria Golino rimase alquanto turbata:

Mi è piaciuto, ma non lo sentivo simile a me, ne ero quasi aliena, poi invece l’ho riletto qualche anno dopo. E quando Viola Pestrieri ha preso i diritti del libro e si è rivolta a me, a noi, è stato importante. Tutti i personaggi femminili sono molto interessanti, complicati, fuori dagli archetipi, di un libro che gioca con gli stessi archetipi in continuazione, li rompe. Modesta è un unicum nella letteratura italiana, lei è più avanti di noi, e così mi piaceva una donna così poco edificante, poter raccontare questo femminile con tutti i grandi difetti che di solito si danno agli uomini, che sono sempre antieroi, nei ricordi, e lei ce li ha. Solo che è donna e di solito non se ne parla.

Valeria Golino in un’intervista riportata da Vogue Italia

Un prodotto a cui la stessa Golino è particolarmente legata, perché conobbe la scrittrice sul set del film di Francesco Maselli, Storia d’Amore (1986) senza però approfondire quel rapporto, “se solo avessi saputo, col senno di poi, il suo essere una mente così originale, alla ricerca della bellezza: mi sono persa un’occasione” .

Parola a Valeria Golino

L’idea di partenza era quella di farne un film, ma dopo diversi mesi di lavorazione e non aver raggiunto il risultato sperato, si decise di cambiare linea guida. Il libro racconta molte cose, tra cui la disobbedienza della protagonista, Modesta, insieme a quella letteraria di Goliarda Sapienza, “riuscire a farne qualcosa che avesse un senso compiuto dentro un film era difficile, abbiamo deciso quindi di farne una serie” afferma la regista.

Valeria Golino non era convinta di scegliere Tecla Insolia, considerata non in linea con il suo immaginario, ma non poté non rimanere estasiata dal suo talento, specie a seguito delle sue doti canore, grazie alla canzone Mi sono innamorato di te.

Su Valeria Bruni Tedeschi, amica di lunga data da oltre 10 anni, inizialmente la regista non voleva darle la parte, proprio perché il personaggio aveva moltissime caratteristiche in contrasto con quelle dell’attrice. La Tedeschi è una bellissima donna, ha carica sensuale, è dentro al suo corpo, “dunque avevo paura che portasse qualcosa di troppo vigoroso” rivela la stessa Golino, che invece dovette cedere dopo il suo provino, perché era già entrata nel personaggio, stava “già facendo il film”.

Con Jasmine Trinca fu naturale, la parte era perfetta per lei. A proposito della miniserie, l’attrice romana commenta così:

Questo è un racconto acquisito nel femminile, da non guardare come un evento di rottura, in cui il desiderio di Modesta, non solo è lecito, ma è possibile. Mi auguro che questo film possa svelare anche agli uomini una diversità, che è evidente, ma un’altra possibilità, un altro orizzonte.

Jasmine Trincia per Vogue Italia
Tecla Insolia e Alma Noce in una scena tratta dalla serie (da Leggo)

Le locations della serie

Le riprese della serie tv “L’arte della gioia” hanno visto il culmine nella città di Catania. Tra i vari luoghi, piazza. Qui si affacciano alcuni dei monumenti più importanti della città, come il Palazzo degli Elefanti, al cui centro è collocata la fontana dell’Elefante, costruita dall’architetto Gian Battista Vaccarini nel Settecento.

I luoghi della celebre città siciliana non finiscono qui: piazza Asmundo, via San Benedetto, via dei Crociferi e la vicina via Alessi, queste ultime due sono trasformate in un grande mercato all’aperto. Infine, presente nella miniserie anche piazza Dante e il cortile del Palazzo Sangiuliano.

Non solo Catania, la serie targata Sky si è anche spostata a Cefalù, in via Vittorio Emanuele, nei pressi del Lavatoio Medievale, a Bagheria, presso Villa Valguarnera, Villa Trabia, Villa Spedalotto e Villa Palagonia e a Corleone, in un ex convento. Non sono mancate le riprese vicino alla città eterna: a Villa Parisi, a Frascati e al Castello Orsini-Odescalchi, noto anche come Castello di Bracciano, dove è stato ricreato l’interno del convento.

L’Arte della Gioia è un inno alla libertà, all’autocoscienza e all’autodeterminazione, ma anche al dissenso e alla disobbedienza, non si redime mai, non ha sensi di colpa. Personalmente non credo ci sia messaggio più forte e contemporaneo. Ma l’Arte della Gioia è anche un grande lavoro di contaminazioni visive e culturali, dotato di raro senso di libertà.

Valeria Golino

A partire dal 28, la miniserie approda su Sky e in streaming solo su Now. Non perdetevi questo nuovo prodotto che respira freschezza e audacia, come del resto è il romanzo di Goliarda Sapienza.

Immagine in evidenza: Sky

Autore

Lascia un commento