La biennale di Venezia 2024 diventa lo scenario di un incrocio fortunato di eventi: Vincent Lindon, uno degli attori più prestigiosi del cinema francese contemporaneo, vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile nel film “Jouer avec le feu” (Noi e loro) e Gianni Canova, al Lido come presidente della Giuria Opera Prima, alloggia nello stesso hotel dell’attore. Insomma, l’ex rettore ha modo di parlare con Vincent e con il distributore del film. È lì che nasce l’idea di ospitarlo alla IULM per consegnargli un Master honoris causa in Arti del Racconto – Letteratura, Cinema, Televisione. Il riconoscimento gli è stato conferito proprio oggi, 10 febbraio 2025, in Auditorium. Dopo la cerimonia, l’attore di “Titane” e “La legge del mercato” si è concesso ai giornalisti. Radio IULM era presente e ha raccolto la voce del giovane Stefan Crepon, che interpreta il figlio minore di Vincent Lindon nel film che sarà nelle sale a partire dal 27 febbraio 2025.
Aspettando Lindon…
Per prepararsi al suo arrivo, l’ateneo ha organizzato nei giorni precedenti una piccola rassegna dei suoi film più noti, come “La legge del mercato” (Stéphane Brizé, 2015) che fece vincere a Lindon il premio per la miglior interpretazione maschile a Cannes, “In guerra” (Stéphane Brizé, 2018), “L’amore sospetto” (Emmanuel Carrère, 2005), con cui raggiunse fama internazionale e “Titane” (Julia Doucornau, 2021), un body-horror che vinse addirittura la Palma D’oro a Venezia. Per gli studenti IULM è stato inoltre possibile vedere in anteprima (e a prezzo ridotto) il suo ultimo film al cinema Anteo di Milano: “Noi e Loro”, diretto dalle sorelle Delphine Coulin e Muriel Coulin, è la storia di una famiglia al maschile in cui il padre ferroviere (Vincent Lindon) vive con due figli che sembrano destinati a imboccare due strade molto diverse. Il tema centrale è quello dell’appartenenza e come questo bisogno sociale possa aggrapparsi facilmente alla violenza, infilandosi e interferendo nella triangolazione fra politica, famiglia e lavoro.
Ad accomunare le interpretazioni di Vincent Lindon è indubbiamente la sua abilità nel rendere carismatico l’uomo qualunque, nel dare un corpo autentico, fisico e politico al lavoratore senza volto, al padre che ogni giorno fatica a tenere insieme i cocci della vita, non solo della sua. Con un’intensità espressiva che non cade mai nell’eccesso recitativo, che lavora in sottrazione e che spesso non ha bisogno nemmeno della parola, l’attore diventa quasi un co-autore dei film a cui partecipa, impreziositi dal grande valore sociale.
Vincent Lindon sul palco della IULM
La cerimonia si è aperta con il discorso della rettrice Valentina Garavaglia, che ha accolto l’attore definendolo un “maestro del cinema contemporaneo, dal viso nobilissimo e carismatico, con una voce che sa modulare tutti gli stati emozionali dell’essere umano: da qualche decennio, uno dei riferimenti più autorevoli, amati e apprezzati nel cinema europeo”. Fra i membri della commissione accademica, anche Gianni Canova e Antonio Scurati.
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Poi è arrivato il momento dell’attore, che si è portato al centro del palco senza nascondere una certa commozione. Dopo aver letto integralmente il discorso che Albert Camus pronunciò nel 1957 per il Nobel ricevuto, che Lindon considera “una delle più belle dichiarazioni d’amore al mestiere dell’artista”, le sue parole di dedica sono state queste:
Quella che mi è concessa oggi non è un’opportunità concessa a tutti. Per me è un riconoscimento che traduco in un omaggio a tutti gli attori e le attrici che ho incontrato e con cui ho lavorato in questi anni. In particolare, uno di loro è insieme a me oggi: è Stefan Crepon, uno degli interpreti del film che sta per uscire in Italia, “Noi e loro”. Gli auguro un giorno di poter indossare questa toga, sono sicuro che anche lui riuscirà a ottenere questo riconoscimento. Accetto questo premio anche a nome di tutti gli scrittori, di tutti i pittori, tutti i musicisti, a tutti coloro che hanno la possibilità di esercitare forme d’arte, che magari non ricevono un riconoscimento nonostante il loro talento enorme. Sono consapevole della grande fortuna che ho avuto ad essere qui oggi insieme a voi. Un bacio enorme a tutti voi. Questo giorno resterà per sempre impresso nei miei ricordi, nella mia nostalgia, nella mia malinconia e lo dedico a tutte le persone che amo
Vincent Lindon
Stefan Crepon ai microfoni di Radio IULM
Stefan Crepon è un attore francese noto per i suoi ruoli in diverse produzioni cinematografiche e televisive, tra cui “Peter von Kant”(2022), film per cui è stato candidato al Premio Cesar come migliore promessa maschile. Nel 2024 ha avuto l’occasione di recitare a fianco di Vincent Lindon, per lui una grande ispirazione da quando vide la sua interpretazione in “La legge del mercato”.
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Stefan, ieri abbiamo visto il film in anteprima. Secondo te rivela di più sulla generazione dimenticata dalla politica o sul ruolo del padre?
Credo di entrambe le cose. Il film è sul ruolo del genitore e del figlio, ma soprattutto sulla difficoltà di comunicare fra loro. La politica, se così può essere definita, è una di queste barriere, una specie di disturbatore esterno. Per me realizzare questo film è stato un gesto politico e credo che possa esserlo anche ritrovarsi a vederlo in una sala una domenica mattina. La scena chiave per me è quella in cui sono a casa con Vincent dopo l’arresto di mio fratello. Lui, da padre, mi dice di salvarmi e vivere la mia vita senza lasciarmi influenzare da nessuno. Con lui ho lavorato molto bene, lo stimo immensamente per il suo rigore e le sue scelte.
Stefan, tu e Vincent lavorate molto sull’autenticità espressiva del corpo nelle vostre interpretazioni. Credete che l’intelligenza artificiale sugli attori possa essere una risorsa o soltanto una forma di pigrizia?
Io sono abbastanza terrorizzato da tutto questo, quindi non voglio che diventi uno strumento. Purtroppo i casi di utilizzo si verificano sempre di più, ma comunque io cerco di rimanere ottimista. Penso che una delle cose più belle nell’arte siano gli errori e gli inciampi. Credo che l’intelligenza artificiale nel cinema, che è l’idea di creare qualcosa di perfetto, non potrà mai sostituire gli errori di quella parte imperfetta del cervello umano, non potrà mai cancellare le imperfezioni umane, che per me sono la cosa più bella dell’arte.
(NdR: i due film con più nomination agli Oscar 2025, “Emilia Perez” e “The Brutalist” sono quelli che tra i candidati hanno utilizzato maggiormente l’IA nelle interpretazioni attoriali, scatenando un acceso dibattito).
immagine in evidenza: Hot Corn