Manca poco al Capodanno e Roma si trova al centro di un caso che intreccia musica, politica e polemica. L’atteso Concertone al Circo Massimo rischia di saltare dopo l’esclusione di Tony Effe, uno dei nomi più in vista della scena trap italiana, a causa dei testi delle sue canzoni giudicati sessisti e violenti.
Una gestione caotica e contradditoria
Il Comune di Roma si è invischiato in una controversia dopo un clamoroso dietrofront sul concerto di Capodanno al Circo Massimo. Prima ha invitato Tony Effe, poi lo ha “pregato di fare un passo indietro” sotto la pressione di una parte della sinistra e di alcune associazioni femminili. Il motivo? I suoi testi, definiti sessisti e violenti, e la questione dell’uso di fondi pubblici per promuovere quel tipo di linguaggio.
Ma la decisione si è trasformata in un boomerang mediatico. L’esclusione dell’artista ha innescato un effetto domino sui social: prima il ritiro dall’evento di Mahmood e Mara Sattei per solidarietà, poi una vera e propria rivolta del mondo artistico. Da Vasco Rossi a Giorgia, da Lazza a Kid Yugi, fino a Noemi e Gaia – artisti di ogni genere si sono schierati contro quella che considerano censura.
Il sostegno è arrivato anche da chi non te l’aspetti. Intellettuali femministe come Giulia Blasi hanno criticato la decisione del Comune, mentre Emma – che ha collaborato con Tony Effe – lo ha difeso pubblicamente definendolo “un bravo ragazzo”.
Il nodo centrale della questione è chiaro: la trap racconta la strada, i suoi eccessi e le sue contraddizioni, ma può davvero essere giudicata alla stessa stregua di un discorso diretto o di un messaggio politico?
Più che i testi in sé, a far discutere è stata la gestione dell’intera vicenda da parte del Comune di Roma. Invitare un artista e poi escluderlo a causa dei suoi contenuti denota una mancanza di coerenza e programmazione che ha lasciato un vuoto difficile da colmare.
Il Piano B di Tony Effe
Escluso dal Concertone al Circo Massimo, Tony Effe ha trovato una soluzione alternativa: si esibirà il 31 dicembre al Palazzetto dello Sport dell’EUR al “suo” concerto di Capodanno: “Capodanno da Tony“.
L’annuncio è arrivato tramite i suoi canali social, con biglietti in vendita al prezzo popolare di 10 euro. L’evento, organizzato da VivoConcerti, promette un sold-out garantito, con ospiti e star d’eccezione.
EUR Spa, proprietaria della struttura, ha chiarito che la data era stata prenotata da mesi e che non c’è stato alcun intento di scontro con il Campidoglio. La gestione dell’evento è rimasta chiara e trasparente, senza interferenze politiche.
Nel frattempo, il Comune di Roma si trova con un problema aperto: chi salirà sul palco del Circo Massimo? Con pochi giorni a disposizione, la possibilità di trovare un sostituto sembra sempre più remota.
Dj Wad e il Codacons: Chi Decide Cosa è Accettabile?
Ci sono elementi che ritornano spesso quando si parla di Sanremo: rapper e polemiche. Anche Wad, dai microfoni di Radio Deejay nel suo programma Say Waaad? ha approfondito il caso intervistando l’avvocato Vincenzo Gualtieri del Codacons (l’associazione a tutela dei consumatori).
Durante l’intervista, Wad ha sollevato una questione fondamentale: chi stabilisce cosa è accettabile nella musica?
Il momento più significativo arriva quando Wad pone una domanda diretta all’avvocato:
Suo nipote Dario, 14 anni, che adora Tony Effe, è un consumatore oppure no?
Una domanda che svela un paradosso:
Se il Codacons rappresenta i consumatori, perché dovrebbe schierarsi contro artisti amati dai giovani?
WAD DURANTE L’INTERVISTA A VINCENZO GUALTIERI
Già, perché tutto questo? Forse perché il target che segue il rap/trap non rientra nel paradigma di “consumatore modello” che qualcuno vorrebbe difendere?
Una riflessione finale: Uno Specchio della Società
Questa storia ci lascia con molte domande: chi decide cosa è moralmente accettabile nella musica? Dove finisce la libertà artistica e dove inizia la responsabilità sociale? In un’epoca in cui i generi musicali come la trap nascono con un’indole provocatoria, forse è il caso di riflettere più a fondo, invece di prendere decisioni affrettate.
La musica è, prima di tutto, una forma d’arte e in quanto tale, unisce.
È lo specchio della società : non serve censurare, ma piuttosto è bene saper analizzarla e condividerla anche nella sua criticità.
Questa vicenda, (a prescindere dall’essere fan dell’artista o meno), dovrebbe spingerci a una riflessione collettiva. Il Capodanno senza musica al Circo Massimo è la dimostrazione, simbolo di un’Italia che fatica a dialogare con le nuove generazioni.
Immagine in Evidenza: Vivo Concerti