Canto di Natale, il cui titolo originale è A Christmas Carol, è uno dei classici di Natale e rappresenta una delle opere più celebri realizzate da Charles Dickens. La sua nascita non fu accompagnata dalla consapevolezza che sarebbe diventata un classico intramontabile del Natale.
La nascita di Canto di Natale
Nel 1843, Charles Dickens era un autore di successo, ma si trovava in un periodo di difficoltà economiche, così fu costretto a cercare nuove fonti di reddito. Così, nell’ottobre dello stesso anno, decise di scrivere un’opera che rispondesse a due precise esigenze: produrre qualcosa di veloce, destinato a un grande pubblico, e trasmettere un messaggio sociale forte e significativo.
La sua urgenza di completare il racconto per le festività natalizie si univa alla necessità di risolvere i suoi problemi finanziari, scaturiti dalle sue crescenti spese e dal grande numero di componenti della sua famiglia. Erano in dieci fratelli.
Dickens si impose di terminare l’opera in tempo per le festività. Così, in sole sei settimane, tra ottobre e novembre, il 19 dicembre 1843 pubblicò il racconto, riuscendo a coniugare elementi di magia e riflessioni morali. Il racconto riscosse un successo immediato, ma inizialmente non portò all’autore i guadagni sperati.
La prima tiratura di 6.000 copie, si esaurì rapidamente. Le spese di produzione furono alte, soprattutto a causa della scelta di includere illustrazioni a colori con una rilegatura di alta qualità. Nonostante Dickens non guadagnò come avrebbe voluto, ottenne in cambio una popolarità che sarebbe durata per tutta la vita.
Il messaggio sociale
L’opera racconta la trasformazione di Ebenezer Scrooge, grazie all’incontro con i tre Spiriti del Natale. Dietro a questa semplice trama, che rappresenta la redenzione di un uomo egoista, il racconto nasconde un messaggio profondo e un forte impegno sociale.
Le motivazioni di Dickens nel scrivere questo racconto non erano solamente economiche, ma derivavano anche dal desiderio di rispondere a una crescente preoccupazione riguardo alle condizioni di vita delle classi sociali più povere, specialmente dei bambini lavoratori che Dickens aveva conosciuto personalmente durante la sua giovinezza.
Nello stesso anno della pubblicazione dell’opera, qualche mese prima, l’autore aveva letto un rapporto parlamentare che denunciava le condizioni di lavoro dei bambini nelle fabbriche inglesi: orari estenuanti, salari miseri e ambienti pericolosi. Questo lo spinse ulteriormente a scrivere una storia che non fosse solo piacevole, ma che sensibilizzasse il pubblico sulle difficoltà dei più sfortunati.
Con questa storia, la figura del piccolo Tim, figlio di Bob Cratchit, divenne un simbolo della parte della società vittoriana che viveva nell’indigenza, ma che non perdeva la sperava grazie all’affetto familiare che li circondava.
Corrispondenza tra racconto e realtà
Alcuni personaggi di Canto di Natale si ispirano a persone reali della vita di Dickens. L’esempio più significativo è il piccolo Tim, che nel racconto incarna il simbolo dell’innocenza e della speranza. La figura di Tim sembra prenda ispirazione sia dal fratello malato di Dickens, che dal nipote che soffriva di disabilità. Inoltre, il personaggio di Scrooge rappresenta una sintesi tra l’avidità dell’imprenditore e la possibilità di un cambiamento radicale.
Dickens ha scelto anche di personificare l’Ignoranza e la Miseria, rappresentandole tramite la figura di due bambini sotto il mantello del Fantasma del Natale Presente. Queste due personificazioni denunciano le problematiche sociali e la disuguaglianza che caratterizzava la società vittoriana del tempo.
Il successo del racconto
Nonostante all’inizio Canto di Natale non riscontrasse un grande successo, la popolarità crebbe nel corso degli anni. L’opera ha avuto nel tempo adattamenti teatrali, cinematografici e radiofonici. Il racconto ha fortemente influenzato molte versioni di Natale, fino a diventare un appuntamento fisso ogni anno.
L’adattamento di maggior successo è stato realizzato nel 2009, sotto la direzione di Robert Zemeckis. In questa occasione, l’opera è stata portata sul grande schermo in una versione in animazione digitale. L’adattamento vede Jim Carrey nel ruolo di Ebenzer Scrooge. Questa pellicola ha rappresentato una delle interpretazioni più moderne e innovative, rimanendo sempre fedele alla trama originale.
La diffusione del racconto è stata possibile anche grazie a numerosi attori e personalità di spicco che si sono cimentati nella lettura pubblica del racconto. La tradizione delle letture del racconto è ancora attuale e richiama l’attenzione su una storia in cui, attraverso il cambiamento di un solo uomo, viene lanciato un messaggio di speranza e generosità.
L’opera di Dickens non rappresenta solo una favola natalizia, ma un invito a riflettere sul modo in cui interagiamo con gli altri, specialmente nei momenti di difficoltà.
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