Dal 29 novembre a 22 dicembre al Piccolo Teatro di Milano, Carmelo Rifici porta in scena Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare. Rifici ha affidato il palcoscenico a una compagnia di giovani attori e attrici, tutti diplomati presso la Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro. La durata complessiva dello spettacolo è di circa 220 minuti, una scelta che permette a Rifici, reduce dal successo di “la pulce nell’orecchio”, di poter analizzare a fondo le intricate vicende dei personaggi e dei temi trattati.
Un “sogno” tra potere e diversità
Sogno di una notte di mezza estate è un testo ricco di sfumature e di livelli interpretativi, che si prestano sicuramente a essere esplorati in maniera approfondita. In un’intervista, il regista ha spiegato come il dramma shakespeariano non debba essere ridotto alla sua facciata di “storia di magie e amori non corrisposti”. Piuttosto, secondo Rifici, la commedia racconta un mondo in cui si scontrano e si confrontano l’ossessione per il potere e la paura del diverso, del mostruoso e dell’ignoto. In un contesto di tensioni tra ordine e caos, il maschile prevaricatore si contrappone a un femminile violato e subalterno, con matrimoni che sembrano “domare” gli istinti, ma che in realtà li nascondono sotto una patina di convenzione sociale.
A questa visione profonda del testo si aggiunge un’interessante riflessione di Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro di Milano, che definisce Sogno di una notte di mezza estate un “congegno (meta)teatrale“, una “natura camaleontica” che esprime un “immaginifico gusto per la complicazione avventurosa della sintassi drammaturgica“. Longhi sottolinea come il testo shakespeariano, attraverso il suo “ludico sistema di ombre illusive”, diventi un “laboratorio sperimentale per esplorare i codici dell’arte recitativa“. Una riflessione che ben si adatta alla scelta di Rifici di lavorare con un cast giovane, per dare nuova vita a un’opera che attraversa generi e piani differenti, da “commedia di intrigo amoroso” a “féerie di elfi e fate“, fino alla “mise en abyme di una bislacca farsa“.
Il sogno di una notte di mezza estate di Rifici al Piccolo Teatro: una prova di (meta)teatro
Non solo il contenuto, ma anche la forma di questa produzione del Sogno di una notte di mezza estate è stata progettata per coinvolgere il pubblico in maniera intensa e multisensoriale. Lo spettacolo si distingue per l’uso particolare di effetti sonori ad alto volume e luci stroboscopiche, elementi che aggiungono un ulteriore strato di immersione nell’atmosfera già magica e inquietante della storia.
Sogno di una notte di mezza estate si trasforma quindi per Rifici in un’esperienza teatrale che invita alla riflessione sulla natura del potere, della violenza e della diversità.
Come afferma Longhi quindi, l’opera “illumina, in una chiave contemporanea animata dalla passione e dall’energia degli interpreti, la tematica della cecità di un potere ostinato a esercitare violenza contro tutto ciò che appare, ai suoi occhi, ‘diverso’ e dunque incomprensibile“.
Per maggiori informazioni: Sogno di una notte di mezza estate – Piccolo Teatro
Immagine in evidenza: Sogno di una notte di mezza estate – Piccolo Teatro