Domenica 17 novembre si è tenuta a Kitakyushu, in Giappone, la gara di parkour che ha visto il bresciano Andrea Consolini riconfermarsi vice campione mondiale nella speed, dopo la prima edizione del 2022. Esperienze “indimenticabili che sono difficili spiegare”, come le ha definite l’atleta stesso, con cui ho avuto la possibilità di scambiare due parole.
Contesto personale
Andrea Consolini, classe 2001, nato in provincia di Brescia, si approccia per la prima volta a questo particolare sport all’età di 14 anni, su consiglio di un’amica e dopo aver visto qualche video su Internet. Fin dall’infanzia infatti Andrea si dimostra vivace, energico, irrequieto, passando le giornate a saltare da un ramo di un albero all’altro, ad arrampicarsi sulle porte e a sfogare la propria veemenza in qualsiasi modo possibile – meglio se particolare e a tratti pericoloso.
Esperienza ai mondiali
Come è avvenuta la preparazione per il campionato mondiale in Giappone? È stato necessario seguire una routine specifica?
Ai mondiali non si può di certo arrivare senza sacrifici, e questo il vice campione mondiale ce lo conferma dichiarando di allenarsi ogni giorno – domenica esclusa – per ben tre ore e mezza. Inoltre, in aggiunta alle quotidiane fatiche, in previsione della gara dall’altra parte del mondo, ha prestato particolare attenzione ad esplosività e velocità, oltre che a dedicarsi ai pesi e all’atletica.
Quale momento della gara è maggiormente legato a un ricordo di particolare orgoglio o soddisfazione?
Le gare non sono tutte uguali, e per fortuna! È stato infatti proprio un passaggio che Andrea non aveva eseguito durante la semifinale ad aggiudicargli il podio, facendogli risparmiare tre secondi durante un salto dal valore incommensurabile per questa gara.
Aspetti tecnici e sfide
Come gestire ansia e paura di fronte a ostacoli particolarmente impegnativi?
Indubbiamente, dover ripetutamente affrontare determinate situazioni aiuta anche la psiche ad abituarcisi. Questo non vuol dire che l’ansia scompaia, ma si diventa più consapevoli di come controllarla, sfruttarla e trasformarla in potenza. Così lo sportivo la usa a proprio vantaggio, facendola diventare una caratteristica da cui poter trarre profitto nei momenti più decisivi.
Il parkour come stile di vita
Bilanciare vita quotidiana, allenamento e competizioni: come fa un ragazzo di 23 anni?
Al mattino, Andrea lavora nella macelleria di famiglia. Si ritaglia poi del tempo per sé stesso fino alle quattro del pomeriggio, momento in cui va ad allenarsi. Alla sera, nonostante le stancanti ore di allenamento, riesce ancora a trovare del tempo da dedicare agli amici.
Abbiamo di fronte un vero esempio di equilibrio e determinazione, che denota una grande prova di organizzazione, costanza e impegno.
Quanto è importante la creatività nel parkour, oltre alla preparazione fisica?
Molto, senza dubbio. Ma non sempre. Il parkour infatti si sviluppa su due variabili: freestyle, dove conta molto sia come ci si muove che la difficoltà dei salti, e speed, che è invece quasi solamente tecnica. Quest’ultimo è lo stile in cui meglio si cimenta il giovane italiano.
Esperienza in Giappone
Gareggiare in Giappone: quali sono le differenze culturali e stilistiche nel modo in cui il parkour è vissuto?
Per Consolini, che ci conferma che gareggiare all’estero è ogni volta un’esperienza senza pari, non si trattava della prima volta che si trovava a dover affrontare una sfida nell’arcipelago nipponico. Ciò che ci dice è vero specialmente in Asia, che si potrebbe senza esagerazione definire un mondo a parte.
Il bello del parkour è sempre, a prescindere da dove si pratichi, il rispetto reciproco, ma tale sentimento è particolarmente vivo in Giappone, dove questa forma di educazione vive alla base di tutte le relazioni sociali.
Il futuro e i sogni
Insegnare e ispirare: sfruttare i social per diventare un maestro?
Non è propriamente questo l’obiettivo finale del giovanissimo atleta, e il motivo è molto semplice: “odio insegnare”. E sappiamo che non parla senza cognizione di causa, poiché ci rivela di aver già provato, in passato, a seguire dei bambini in palestra durante gli allenamenti, ma non è esattamente il pane per i suoi denti.
Naturalmente però, ci tiene a sottolineare che per eventuali consigli, dimostrazioni o chiarimenti non è mai capitato che si tirasse indietro.
Obiettivi futuri nel parkour: sì ad altri campionati?
Al momento gli obiettivi più prossimi sono tre, e per nulla trascurabili: due tappe di coppa del mondo, una nei Paesi Bassi e una in Francia, e i World Urban Games in Cina. Si tratta di sfide importanti e dal grande valore, ma soprattutto difficili – non solo fisicamente -, considerando che si svolgeranno tutte quante nel corso del 2025.
Pillole ispirazionali
Filosofia e principi tra vita e parkour
Nello sport, come nella vita, l’obiettivo di base è un po’ sempre lo stesso: porsi ogni volta nuovi limiti e allenarsi al massimo per essere certi di superarli.
Una macchina del tempo per cambiare la storia: accettare o rifiutare?
Come in ogni storia, anche in questo caso non sono mancati i momenti più felici e gloriosi – come le vittorie – e i momenti invece più bassi – come gli infortuni, purtroppo immancabili nella vita di uno sportivo. Ma l’atleta risponde fieramente che non cambierebbe niente di quello che è stato il suo percorso finora; ed è giusto così. Ogni percorso segue i propri tempi e le proprie regole, ed è questo che lo rende unico. Se tornasse indietro per modificare anche un solo momento di quella che è stata la sua carriera sportiva finora, forse oggi Andrea Consolini non vanterebbe il titolo, confermato per ben due volte, di vice campione mondiale.
Augurando al giovane bresciano il meglio nella vita e nello sport, attendiamo ansiosi questo nuovo anno ricco di sfide, nella speranza di vederlo ancora una volta sul podio!
Immagine in evidenza: Federazione Ginnastica d’Italia