In un’epoca in cui il video di TikTok domina il panorama mediatico e tutto viene modellato secondo i suoi parametri, i film sono spesso percepiti come semplici contenuti di consumo. Anche la figura dell’attore sembra subire questa svalutazione, spesso accostata a quella dell’influencer e vista come il riflesso di un animo egocentrico. Ma è davvero l’egocentrismo a guidare gli attori nel panorama contemporaneo? Possiamo ancora parlare di attori nel senso tradizionale del termine? Per approfondire questi temi, abbiamo intervistato Robert Dancs, giovane studente e attore, noto per il suo ruolo di Nicolò nel film “Sole a Catinelle” e tre giovani studentesse di recitazione cinematografica e attrici ai primi passi: Laura Muttoni, Loredana Palese e Nicole Corsetti.
La nuova realtà dell’arte cinematografica
“Nell’era dello streaming video, i film sono stati declassati a semplici contenuti”, scrive Martin Scorsese in un saggio per la rivista Harper’s, nota per ospitare critiche letterarie da parte di registi di fama mondiale. In questo contesto, si assottiglia la distinzione tra le immagini in movimento, tutte raccolte sotto l’unica etichetta di “contenuto”, il che comporta una svalutazione dell’arte cinematografica, spesso paragonata a qualsiasi altra immagine in movimento vista sui social media.
Se per gli spettatori non c’è differenza tra ciò che viene proiettato in sala e i video visualizzati sugli smartphone, poiché ricadono nella stessa categoria, anche la figura dell’attore rischia di perdere il proprio prestigio, venendo percepita sempre più come una celebrità piuttosto che come un artista.
In questa realtà a noi contemporanea, diventa naturale chiedersi se abbia ancora senso dedicarsi allo studio accademico per perseguire la professione attoriale.
Il filo rosso del cinema
“Quello che è iniziato come un lavoro mi ha portato a conoscere parti di me di cui ero inconsapevole.”
Robert Dancs sul suo primo lavoro sul set
Dancs si è avvicinato alla recitazione in un modo particolare: mentre ad undici anni i suoi coetanei si esibivano sui palcoscenici delle proprie città, lui esordiva sul grande schermo.
Un’immersione nel mondo della recitazione improvvisa per Robert che non aveva mai lavorato su un set prima di allora e che, pur inaspettata, ha gettato le basi per una serie di scoperte significative nella sua vita, prima fra tutte quella di se stesso.
Anche per le ragazze, l’attrazione verso l’arte della recitazione si è manifestata in modi unici, pur condividendo un filo rosso comune: il legame tra l’arte e la conoscenza di sé.
Nel caso di Laura, la sua passione per il cinema è emersa durante gli anni universitari, quando gli studi in scienze motorie le hanno fatto comprendere che il corpo va oltre la sola forma. Questo l’ha spinta a esplorare il corpo attraverso il lavoro degli attori, osservando il loro rapporto consapevole con il proprio strumento.
Allo stesso modo, Nicole ha sempre percepito un legame profondo tra cinema e corporeità; durante il suo percorso accademico ha scoperto che prestare il proprio corpo a diversi personaggi, spesso lontani dall’idea che si ha di se stessi, consente una maggiore comprensione di sé.
Anche Loredana, che ha manifestato fin da piccola un’attrazione per la performance, ritiene che la recitazione non solo favorisca la scoperta del proprio io, ma permetta anche l’esplorazione di nuove culture e mondi.
Così, la recitazione, alla quale si sono avvicinati in modo innocente ha trasceso il semplice gioco, trasformandosi in una vera e propria palestra di consapevolezza.
Disciplina, dedizione, metodo
Questa consapevolezza lega la vita quotidiana al lavoro svolto in accademia, influenzando non solo il proprio percorso personale, ma anche il rapporto con la vasta macchina del cinema.
“Serve dedizione nello studio, attenzione ai dettagli e la volontà di conoscere e padroneggiare tutto ciò che serve. Non c’è spazio per l’improvvisazione: ogni dettaglio conta e ogni opportunità va colta con preparazione e consapevolezza”
Robert Dancs
Crescendo, riflette l’attore, ha compreso quanto siano profondamente legati il lavoro attoriale e la dedizione. Quest’ultima è un ingrediente indispensabile per affrontare le sfide che il mestiere di attore comporta, oltre che per distinguersi in un mercato sempre più saturo, dove il solo talento non è più sufficiente.
“Il settore è pieno di persone talentuose”, sottolinea Dancs ,“ma a fare la differenza è il lavoro che si è disposti a fare: sulla memoria, sul testo, ma soprattutto su sé stessi.”
Anche Laura, Loredana e Nicole concordano: disciplina, dedizione e metodo sono diventati rapidamente i principi fondamentali per tutti loro. L’accademia e le prime esperienze sul set hanno insegnato fin da subito che il cinema, pur essendo un’arte, richiede rigore.
“Il mio rapporto con il cinema si è profondamente trasformato, portandomi a riconoscere l’importanza della dedizione e del metodo che caratterizzano questo campo”
Loredana sulla sua esperienza accademica
Ciò che dall’esterno può sembrare un’esperienza priva di difficoltà è, in realtà, il risultato di sacrifici e di un lavoro costante. Solo grazie a questa preparazione è possibile dare forma alla creatività, permettendole di emergere in un ambiente strutturato e controllato.
L’energia della condivisione
L’energia che si crea in scena, affermano i ragazzi, è ciò che li spinge a perseguire questa professione.
“Ogni esperienza genera un’energia palpabile che continua a ricaricarmi e a nutrire la mia passione per il cinema, rendendolo un elemento essenziale della mia vita”
Nicole sulle sue esperienze con la recitazione
Questa energia nasce dalla condivisione di un momento che va dalla preparazione della scena fino alla sua visione.
Nel mondo del cinema, ciò che può sembrare un lavoro individuale è in realtà il frutto di una stretta collaborazione tra gli attori e tutti i membri del team, in un contesto che lascia poco spazio per l’individualità e l’ego.
Per far fluire l’energia creativa, è necessario un patto implicito tra attori e tecnici, una volontà condivisa di lavorare insieme, partecipando in armonia e condividendo le proprie esperienze. “È il gioco”, conferma Dancs, “a far emergere la creatività, lasciando spazio ai dettagli che rendono unico un personaggio.”
Partire dall’onestà
Alla base del processo rimane l’onestà. “Deve essere qualcosa che nasce profondamente da dentro” sostiene Robert, aggiungendo che non si può scegliere questo mestiere come se fosse uno qualsiasi, attratti solo dal suo fascino, dalla promessa di fama o di guadagni facili. “Non è un percorso adatto a tutti”, continua, “e se le motivazioni si limitano a questioni effimere sarà estremamente difficile raggiungere il proprio obiettivo, esattamente come in qualsiasi altro ambito della vita.”
“L’importanza dell’onestà con se stessi è fondamentale”, aggiunge Laura, “perchè significa sapersi spogliare di ogni pregiudizio e maschera, liberandosi da tutto ciò che si è per entrare in scena con una totale neutralità. Solo così è possibile abbracciare pienamente il ruolo”.
L’essenza del cinema oggi
In una realtà che sottovaluta il mondo del cinema e l’arte della recitazione Robert, Laura, Loredana e Nicole sono consapevoli di cosa l’appellativo di attore in realtà porti con sé, nella vita professionale ma anche quella artistica: sacrifici e un lavoro costante ma soprattutto condivisione, passione e onestà, sia verso se stessi che verso gli altri.
È proprio questa consapevolezza, in continua evoluzione attraverso alti e bassi, a riflettere l’essenza dell’arte e a proteggerla da ogni tentativo di appiattimento.