Arlecchino servitore di due padroni: 78 anni dalla storica regia di Strehler

L’opera teatrale “Arlecchino Servitore di Due Padroni” di Carlo Goldoni è uno dei grandi capolavori della commedia dell’arte, in Italia, il Piccolo Teatro di Milano ha avuto il privilegio di essere indissolubilmente legato ad Arlecchino grazie a una delle versioni più iconiche di questa commedia, quella diretta dal leggendario Giorgio Strehler nel 1947. A più di sessant’anni dalla sua prima messa in scena, lo spettacolo è tornato in scena nel 2024, con una nuova versione che riflette l’eredità di Strehler, curata da Stefano de Luca.

Strehler e l’iconica regia di “Arlecchino Servitore di Due Padroni” al Piccolo Teatro di Milano

Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi teatrali del Novecento, nel 1947 portò in scena “Arlecchino Servitore di Due Padroni” al Piccolo Teatro di Milano; la sua regia non solo segnò un punto di svolta per il Piccolo Teatro, ma anche per l’intero teatro italiano. Strehler riuscì a restituire al pubblico la freschezza e l’energia della commedia dell’arte, riportando in scena una forma di teatro che, pur rispettando le tradizioni, sembrava rinnovarsi continuamente. La figura di Arlecchino divenne simbolo di un teatro che non rinunciava mai alla vivacità ma che al contempo sapeva cogliere le sfumature più sottili della psicologia dei personaggi, mescolando di conseguenza elementi tipici della commedia dell’arte e caratteristiche del teatro “psicanalitico” dei primi anni del novecento.

Dal programma di sala: “Creato nel luglio del 1947 da Giorgio Strehler reinterpretando la tradizione goldoniana, Arlecchino ha avuto undici edizioni e tre grandi interpreti: Marcello Moretti, Ferruccio Soleri – che per questo ruolo è entrato nel Guinness dei primati – ed Enrico Bonavera, che dal 2000 è stato Brighella oltre ad essersi sempre alternato con Soleri nel ruolo del titolo.
Manifesto di un modo di fare teatro, palestra di attori – da sempre gli allievi della Scuola del Piccolo entrano a far parte della grande famiglia di Arlecchino, in un ideale passaggio del testimone con i loro predecessori – lo spettacolo è un atto d’amore assoluto per il teatro.

Giorgio Strehler e Arlecchino , da Edizioni Piccolo Teatro

La nuova versione di ripresa da Stefano de Luca

Nel 2024, “Arlecchino Servitore di Due Padroni” è tornato in scena per la dodicesima volta al Piccolo con una nuova produzione curata da Stefano de Luca che, pur rispettando l’eredità lasciata da Strehler, offre un’interpretazione contemporanea della commedia.

Questa nuova versione è un tributo alla grande tradizione della commedia dell’arte , ma anche un’ulteriore conferma di come il teatro possa essere un luogo di costante evoluzione, dove la cultura e l’innovazione si incontrano per raccontare storie che coinvolgo noi oggi come gli spettatori che ci hanno preceduto.

Il Piccolo Teatro presenta questo spettacolo così:

L’Arlecchino del Piccolo, lo spettacolo dei record, la produzione italiana più vista nel mondo, rinasce, per la dodicesima volta in settantotto anni, sul palcoscenico di via Rovello, in una nuova edizione affidata a Stefano de Luca, con Enrico Bonavera e un cast di attrici e attori diplomati alla Scuola di Teatro del Piccolo. In epoche di regie ad alto impatto tecnologico, le maschere della Commedia dell’Arte, le candele, gli oggetti, i broccati del Settecento parlano di un altro modo di fare teatro: «Un gioco semplice, antico come l’uomo – spiega de Luca – territorio in cui infanzia e rito ancestrale si incontrano nella gioia del mascheramento, orchestrata dalla partitura di gesti e movimenti studiati da Giorgio Strehler perché le singole personalità fossero al servizio di un’armonia d’insieme». 

Tutti i personaggi in scena, da Edizioni Piccolo Teatro

Il legame con la tradizione e l’innovazione

La nuova versione di Arlecchino Servitore di Due Padroni al Piccolo Teatro di Milano non è solo un omaggio a Strehler, ma anche un tentativo di rileggere il classico goldoniano in un’ottica contemporanea. La regia, pur adattandosi ai tempi moderni, conserva intatto il cuore tipico della commedia goldoniana: la satira sociale, l’esaltazione dei tipi umani e la capacità di ridere delle debolezze e delle contraddizioni della natura umana. L’intento è quello di restituire alla platea l’intensità e la vitalità che avevano caratterizzato la regia di Strehler, con un linguaggio rinnovato e una lettura che si rivolge a un pubblico di oggi. Questo spettacolo non solo celebra un grande classico ma apre anche nuovi orizzonti antropologici, che ci fanno riflettere su quanto l’essere umano ha bisogno di ridere, oggi come allora.

Immagine in evidenza: Piccolo Teatro

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