Amano Corpus Animæ: la più grande esposizione occidentale, Emanuele Vietina ai microfoni di Radio IULM

Amano Corpus Anime, the art of Yoshitaka Amano” è una mostra prodotta dal Lucca Comics & Games e curata da Fabio Viola. Rappresenta la più grande esposizione occidentale ufficiale per celebrare i 50 anni di attività dell’artista. 

La mostra

Questa è la mostra più grande e completa mai realizzata in Europa, con un primato a livello occidentale. Quest’anno è la terza edizione, che segue la grande celebrazione di Amano al Lucca Comics. In programma dal 13 novembre al 1° marzo 2025, alla Fabbrica del Vapore a Milano.

La mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura (MIC), dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché dal Consolato Generale del Giappone in Italia e dall’Ambasciata Giapponese, che hanno anche patrocinato Lucca Comics & Games.

Amano, protagonista di questa mostra, è stato l’autore della trilogia di poster per Lucca Comics & Games, un evento storico in quanto per la prima volta un autore giapponese ha creato tre poster in omaggio al centenario di Giacomo Puccini. Anche il Comitato per l’Anniversario Pucciniano ha patrocinato questa mostra a Milano.

Questa mostra racconta la sua lunga carriera, che abbraccia anime, videogiochi, e il mondo dei fumetti. Dopo il suo passaggio a una carriera indipendente come illustratore editoriale e nel campo della fantascienza, anche per saghe anglo-americane, Amano si fa strada nel mondo dei videogiochi, contribuendo alla creazione di uno dei character design più incredibili del settore. Le sue opere d’arte, pur intraducibili dal punto di vista videoludico, sono in grado di immaginare mondi che sono diventati tra i più celebri nel panorama del gaming, particolarmente tra gli adolescenti.

Oltre 130 opere provenienti dai suoi studi di Tokyo raccontano la storia dell’animazione e dell’intrattenimento mondiale. Da Tatsunoko a Final Fantasy, passando per Vogue, il percorso espositivo è una celebrazione della pura arte visiva e narrativa che unisce generazioni diverse in un unico, affascinante luogo.

Dopo un inizio cronologico che ripercorre i suoi esordi in Tatsunoko Production fino al 1982 e il quinquennio successivo che lo consacra definitivamente come artista, il percorso espositivo continua con le tre sezioni tematiche Icons, Game Master e Free Spirit che restituiscono la poliedricità della sua arte attraverso un alternarsi di lavori su commissione e altri figli della sua pura natura espressiva. Il percorso termina con le opere più recenti esposte, la trilogia pucciniana realizzata per Lucca Comics & Games 2024.

Yoshitaka Amano, Spring Awakening – Ludovica Girelli (Ph)

Yoshitaka Amano

Nato il 26 marzo 1952 a Shizuoka, giovanissimo decise di entrare alla Tatsunoko Production, dove iniziò a lavorare con alcune delle più importanti aziende produttrici di anime. Fu lì che iniziò la sua carriera con la prima stagione di Judo Boy. Nel corso degli anni, Amano ha attraversato numerose fasi, ma c’è sempre un filo conduttore che lo unisce: quello di un grande innovatore che ha esplorato diversi media, dall’anime ai videogiochi, dal fumetto all’illustrazione, fino al cinema, dove ha collaborato con Mamoru Oshii, scrittore e regista.

Una delle sue più significative collaborazioni è avvenuta con uno degli eventi culturali più importanti in Italia, che culmina in questa mostra. Amano è uno sperimentatore che attraversa diversi media e tecniche con un talento rinascimentale, come testimoniano opere come Devaloka e Spring Awakening, in cui ha utilizzato colori per la pitturazione di automobili.

Yoshitaka Amano ha trovato un posto unico nel panorama artistico contemporaneo, seguendo le orme di maestri come Gustav Klimt e Andy Warhol, che sono riusciti a superare le barriere disciplinari e ridefinire i confini dell’arte. Come Klimt, che ha unito le belle arti alle arti decorative, e Warhol, che ha eliminato la distinzione tra arte elitaria e produzione di massa, Amano ha attraversato con disinvoltura una moltitudine di media e tecniche, diventando uno dei più grandi storyteller visivi a cavallo dei due secoli.
Un artista che rappresenta l’intersezione tra Oriente e Occidente, con opere che fungono da cerniera tra le tradizioni giapponesi e i movimenti artistici occidentali, come l’Art Nouveau e il Surrealismo.
Ho visto troppi artisti intrappolarsi in uno stile ben preciso, e spero di non cadere in questa trappola“, ha dichiarato, dimostrando il suo costante desiderio di ricerca e sperimentazione.

Il suo viaggio artistico inizia dai cartoni animati degli anni ’70, passa per il fumetto americano, la moda e la collaborazione con il mondo dei videogiochi. Appassionato delle grandi maison europee, Amano ha realizzato un progetto unico: l’unica copertina illustrata per Vogue Italia, un’eccezione in un mondo in cui tutte le copertine erano fotografiche. Ha anche partecipato a un progetto esclusivo interpretando alcune delle case di moda italiane più iconiche, tra cui Armani e Gucci.

Negli anni ’90 si trasferisce a New York alla ricerca dell’essenza di Andy Warhol, un altro grande artista che lo ha profondamente ispirato. Da lì inizia la sua collaborazione con DC Comics, prima con Sandman, poi con Batman, Wolverine, Superman e altri, consolidando il suo legame con DC Comics grazie proprio a Sandman. La collaborazione prende il via dalla mostra del 1998, Think Like Amano, che celebra oggi, a 27 anni di distanza, due delle sue opere più importanti: April e May, due enormi tele sospese, scelte per la loro capacità di essere ospitate dalla Fabbrica del Vapore, uno spazio che permette loro di “calare” su 30 metri quadrati.

Nonostante questa continua evoluzione, la sua più grande paura è quella di rimanere intrappolato in un’unica estetica, come accade a tanti artisti. Ma Amano ha sempre cambiato, rinnovando costantemente se stesso senza mai smettere di innovare, pur mantenendo alcuni tratti distintivi: la sua linea circolare, alcuni personaggi ricorrenti e il suo approccio che attraversa media e tecniche senza sosta.

Poco prima di lasciare Tatsunoko Production, Amano presenta un portfolio di illustrazioni basato su classici della letteratura per l’infanzia, come Pinocchio. Nonostante la cura e l’originalità di queste opere, la maggior parte degli editori non si mostrò interessata, ad eccezione di Hayakawa Publishing, il più grande editore giapponese di fantascienza. Nel 1980, Hayakawa riconosce il potenziale del giovane artista e gli affida la realizzazione di una copertina, segnando l’inizio della sua carriera come illustratore e del suo stile unico, che lo avrebbe reso famoso a livello internazionale.

Amano è la rappresentazione plastica delle passioni e delle comunità che animano Lucca. È l’emblema dell’inclusione delle varie discipline artistiche e dello storytelling nei nuovi media. Non è solo il primo autore a realizzare tre poster invece di uno, ma è anche il primo grande artista visivo a cui Lucca Comics & Games dedica una monografica di lunga durata, fuori dalle mura dell’arborato cerchio.

The boy from Shizuoka

Nel dicembre del 1966, durante una visita a Tokyo per incontrare l’amico Ippei, Yoshitaka Amano ha l’opportunità di visitare lo studio di animazione Tatsunoko Production e lasciare un portfolio con i suoi disegni. Poche settimane dopo riceve inaspettatamente una lettera che cambierà per sempre la sua vita. Dopo un periodo di formazione e certificazione sull’anime Mach Go! Go! Go!, noto in Italia come Superauto Mach 5, nel 1969 inizia i suoi primi lavori come animatore intercalatore con Kurenai Sanshirō (Judo Boy) e Hakushon Daimaō (Il Mago Pancione Etci). In questa fase del ciclo produttivo vengono utilizzati i “rodovetro”, fogli trasparenti in acetato di cellulosa, sui quali il disegno dell’animatore viene stampato e poi dipinto fotogramma per fotogramma, componendo così l’animazione complessiva del cartone animato. Il talento precoce e innato di Amano nella parte immaginativa a mano libera non passa inosservato a Tatsuo Yoshida, co-fondatore dello studio e mentore di Amano fino alla prematura scomparsa nel 1977.

Ancora ventenne, Amano diventa uno dei primi, se non il primo, character designer al mondo in uno studio di animazione, dando vita, nel chiuso della sua character room, a migliaia di personaggi per serie iconiche come Time Bokan, Pinocchio, Kyashan, Tekka-man e Hurricane Polimar. Sono anni intensi, nei corridoi dello studio Amano ha modo di confrontarsi con grandi disegnatori, sceneggiatori e scrittori come Mamoru Oshii (Lamù, Ghost in the Shell), Masami Suda (Ken il guerriero) e Takao Koyama (Dragon Ball, I Cavalieri dello Zodiaco, Sailor Moon). Insieme contribuiranno agli anni d’oro della Tatsunoko, segnando il passaggio da studio specializzato nell’adattamento televisivo di manga a centro di produzione di nuove serie basate su personaggi iconici come Ken l’aquila, Joe il Condor, Jane il cigno, Jon la rondine, Ryu il gufo, Kyashan e il suo cane Fender, Lady Margot, Miss Dronio e le tante eroine di quel periodo.

Ludovica Girelli (Ph)

Pinocchio

La storia del burattino di legno, pubblicata da Carlo Collodi nel 1883, non è solo una delle fiabe più tramandate al mondo, ma rappresenta anche un crocevia importante nella carriera del maestro di Shizuoka. Tatsuo Yoshida lo sceglie infatti come responsabile del character design per la serie animata Kashi no ki Mokku, liberamente ispirata alle Avventure di Pinocchio. La serie, trasmessa su Fuji Television per 52 episodi a partire dal 4 gennaio 1972, arriverà poi in Italia nel 1980 su Rai 1, prima di entrare nel circuito delle televisioni locali. Questa versione giapponese si distingue per ambientazioni fantasiose, spesso di impronta europea, una caratterizzazione cupa dei personaggi e storie dai forti risvolti sociali, con elementi di horror. Un approccio che si allontana completamente dalle trasposizioni più morbide, come quella del classico Disney.

Quasi dieci anni dopo, poco prima di lasciare definitivamente la Tatsunoko, Amano realizza un portfolio di illustrazioni inedite da presentare agli editori giapponesi per intraprendere la sua nuova carriera come disegnatore di libri per bambini. In questo portfolio, si trovano numerose tavole dedicate proprio a Pinocchio e a personaggi come Mangiafoco, reinterpretati in stili diversi. Va sottolineato che l’intento di queste illustrazioni, basate su storie per bambini conosciute a livello mondiale, era quello di restituire la varietà visiva di un artista destinato a diventare un futuro maestro.

Ludovica Girelli (Ph)

Origin of a Mith

La sua prima striscia mensile, Twilight Worlds, pubblicata nel marzo 1981 su S-F Magazine, segna l’inizio di una stagione di grande successo, durante la quale Amano si distacca dalle estetiche dell’era Tatsunoko per sviluppare uno stile unico, apprezzato a livello internazionale. Tra il 1982 e il 1986, il suo lavoro come illustratore lo porta a ottenere numerosi riconoscimenti. Mentre realizza decine di illustrazioni per il mercato giapponese, inclusi i cicli del maestro del fantasy Michael Moorcock, nel gennaio 1983 debutta la saga di Vampire Hunter D di Hideyuki Kikuchi, per la quale realizza oltre 700 tavole. Questo lavoro segna un’importante svolta stilistica per Amano.

Nel 1983, riceve il premio SEIUN come “miglior artista giapponese”, che vincerà per quattro anni consecutivi (1983-1986). Un riconoscimento che idealmente condivide con la moglie Shinobu, sua prima sostenitrice, e con i figli Takeru e Yumihiko (a cui si aggiungerà la terza, Hina, nel 1990).

Un momento cruciale di questa fase artistica è la collaborazione con Mamoru Oshii nella pellicola di animazione Tenshi no Tamago (conosciuto in Occidente come Angel’s Egg), pubblicata alla fine del 1985. I due si erano già incontrati durante il periodo in Tatsunoko, dove avevano lavorato su una versione animata di Lupin III che non fu mai completata. Angel’s Egg riflette molti degli elementi di quel progetto abortito, ma con una visione molto più personale e sperimentale. Il film, caratterizzato da un’estetica onirica e surreale, mescola paesaggi desolati, architetture gotiche e personaggi enigmatici per creare un mondo misterioso e alieno. Il lungometraggio, ermetico e sostanzialmente muto, ricco di simbolismi, sconvolge il pubblico dell’epoca e divide la critica.

Yoshitaka Amano, A Dream on the Moon – Ludovica Girelli (Ph)

Icons

Yoshitaka Amano ha saputo imprimere il suo stile unico su una vasta gamma di personaggi, affermandosi non solo come illustratore straordinario, ma anche come creatore di vere e proprie icone transmediali. Grazie alla sua capacità di reinterpretare figure classiche o di dar vita a nuove, Amano è diventato uno degli artisti più influenti e versatili della cultura pop contemporanea.

Nel corso degli anni ’90, dopo aver aperto uno studio negli Stati Uniti e tenuto la sua prima mostra internazionale, Think Like Amano, a New York nel 1997, l’artista giapponese ha avviato numerose collaborazioni con il mondo occidentale. Tra le sue opere più celebri, ha contribuito all’universo di The Sandman, realizzato illustrazioni per personaggi iconici come Batman, Superman, Harley Quinn, Lara Croft e Batgirl, ma anche reinventato l’immaginario di riviste come Vogue. Inoltre, ha portato il suo stile in progetti come Magic: The Gathering e ha creato icone originali come le colorate Candy Girl.

Questa sezione, che raccoglie lavori dal 1997 ad oggi, mostra la sua capacità di adattarsi a diversi contesti creativi. Si alternano progetti su commissione, come le collaborazioni con DC Comics, Marvel e Virgin Comics, e opere nate dalla sua immaginazione, come le Candy Girls e il tributo a David Bowie. Le tavole esposte, distribuite nelle cinque sezioni dell’area Icons, testimoniano la versatilità e l’inventiva di Amano.

Ludovica Girelli (Ph)
Ludovica Girelli (Ph)

Vogue

Il rapporto di Yoshitaka Amano con la moda ha radici lontane. Fin dagli anni ’90, ha collaborato con compagnie teatrali come “co-stilista”, progettando fondali, oggetti di scena e costumi. Dopo aver creato migliaia di abiti e accessori per i personaggi delle sue illustrazioni, nel gennaio 2020 è stato protagonista di un numero storico di Vogue Italia. Per la prima volta, la rivista ha scelto di non usare la fotografia per celebrare la bellezza di modelli e abiti, affidandosi a un gruppo selezionato di illustratori, tra cui Amano, per un numero a tema Rinascimento.

Le nove illustrazioni originali di Amano per la rivista rappresentano una sfida: reinterpretare reali capi di marchi come Gucci e Giorgio Armani indossati dalla modella Lindsey Wixson. Con il suo stile distintivo, fatto di linee sottili e colori delicati, Amano ha trasformato i capi di moda in vere e proprie opere d’arte, conferendo alle figure femminili una qualità eterea, quasi divina.

Ludovica Girelli (Ph)

Superheroes

Il successo internazionale di Cacciatori di Sogni e la crescente fama di Yoshitaka Amano grazie alla saga di Final Fantasy aprono la strada a numerose collaborazioni a partire dal nuovo millennio. DC Comics, attraverso la sua etichetta Vertigo, gli commissiona una serie di poster e copertine alternative per fumetti iconici come Superman, Batman, Batgirl, DC vs. Vampires, Harley Quinn, e Suicide Squad. Le sue collaborazioni si estendono anche a Virgin Comics per John Woo’s e a Marvel Comics per la trilogia di The Punisher, scritta da Greg Rucka, oltre a illustrazioni per personaggi come Elektra e Wolverine.

In queste opere, esposte in sala con disegni originali e le rispettive trasposizioni commerciali, emerge la straordinaria capacità di Amano di infondere il proprio stile unico in universi già consolidati. La sua abilità nell’uso del colore e della composizione è evidente, ad esempio, nel suo Batman, dove il Cavaliere Oscuro è inserito in una scena quasi barocca, con una forte carica drammatica. Le sue illustrazioni non solo rispettano l’essenza dei personaggi, ma li trasformano in vere e proprie opere d’arte, divenute oggetto di culto e collezionismo per gli appassionati.

Ludovica Girelli (Ph)

Candy Girls

A partire dai primi anni 2000, Amano avvia una delle sue esplorazioni più giocose e vivaci con la serie Candy Girl. Ispirato dalla pop art americana di artisti come Andy Warhol e Roy Lichtenstein, la cui influenza lo portò a trasferirsi negli Stati Uniti alla fine degli anni ’90. Amano utilizza colori brillanti e saturi per ritrarre figure femminili giovani, bilanciando innocenza e seduzione. Le opere esposte in questa sezione, principalmente su pannelli di alluminio (ad eccezione di una realizzata su carta), sono il risultato di un incontro perfetto tra l’arte pop americana e il mondo dei manga e anime giapponesi, che influenzano il design delle sue Candy Girls, caratterizzate da occhi grandi e penetranti.

Ad oggi, la serie conta centinaia di disegni, tutti contraddistinti da una palette cromatica composta da rosa, viola, giallo e blu elettrico. Questa combinazione di colori crea un’atmosfera gioiosa e surreale, come se le sue figure femminili provenissero da un sogno. Il risultato è un mondo sospeso, trasformato in un’esplosione di tonalità brillanti e accattivanti.

Ludovica Girelli (Ph)

Game Master

Sebbene il nome di Yoshitaka Amano sia indissolubilmente legato a Final Fantasy, meno noti sono i suoi numerosi lavori nel mondo dei videogiochi, in particolare con le case di produzione giapponesi. Il suo debutto nel settore avviene nel 1984 come character designer per l’avventura grafica arcade Esh’s Aurunmilla, sviluppata dalla Funai e basata su tecnologia LaserDisc, ispirata al successo di Dragon’s Lair. Nel 1988, realizza illustrazioni per i packaging e il materiale promozionale di First Queen, un gioco di ruolo prodotto dalla giovane Kure Software Koubou, disponibile solo in Giappone per i computer NEC PC-98 e Sharp X68000.

Successivamente, Amano lavora come character designer per Front Mission (1994) e Front Mission: Gun Hazard (1996), due giochi di strategia a turni ambientati in un futuro distopico, sviluppati da Square Enix. Un altro capitolo importante nel suo percorso videoludico è rappresentato da El Dorado Gate, una serie di sette volumi sviluppata da Capcom per Sega Dreamcast tra il 2000 e il 2001. In questa serie, le opere di Amano sono integrate direttamente nel gameplay, senza le consuete conversioni in grafica videoludica.

Nel XXI secolo, Amano collabora con Atlas per la copertina di Rebus, con Square Enix per Lord of Arcana, e con il suo vecchio collaboratore Hironobu Sakaguchi per Terra Battle. Inoltre, firma poster esclusivi per Child of Light (Ubisoft) e Cuphead (Studio MDHR). La sua carriera nel mondo dei videogiochi si aggiorna nel 2023 con una collaborazione con Epic Games, per la creazione del personaggio Crossheart e di una serie di accessori per Fortnite.

Ludovica Girelli (Ph)

Free Spirit

In contrasto con le sue opere su commissione, quelle più libere rappresentano la vera essenza di Yoshitaka Amano. Qui, il maestro giapponese si abbandona a una creatività senza limiti, esplorando temi, colori e forme che riflettono la poliedricità del suo mondo interiore. In queste creazioni, Amano spesso ignora le regole di composizione tradizionali (come nella serie Devaloka) e si lascia guidare da un’istintività artistica che porta a risultati innovativi e sperimentali.

Nelle opere esposte nella sezione Free Spirit, Amano gioca con simbolismi ricchi e complessi, attingendo a un immaginario che fonde influenze occidentali e orientali. Le figure femminili, protagoniste di molte delle sue composizioni, sono ritratte con grazia eterea, avvolte in abiti riccamente decorati che evocano regalità e misticismo. Questi abiti, così elaborati, richiamano le raffinate opere di Gustav Klimt, dove l’ornamento diventa parte integrante dell’espressione emotiva e spirituale del soggetto.

La tavolozza cromatica di queste opere varia dal dorato e argenteo, che conferisce un’atmosfera onirica e soprannaturale, ai toni pastello più tenui, che aggiungono delicatezza e leggerezza. I colori si fondono in un equilibrio perfetto, mantenendo una struttura complessa che invita lo spettatore alla contemplazione.

Indipendentemente dal tipo di opere che il pubblico incontrerà, l’influenza di Yoshitaka Amano è destinata a durare nel tempo. Ha ispirato generazioni di artisti che, rifacendosi al suo stile, continuano a creare opere che sfidano le convenzioni e esplorano nuove frontiere, come Takashi Murakami, Yoji Shinkawa, James Jean, Kazuma Kaneko e molti altri.

Ludovica Girelli (Ph)

Final Fantasy

Quando Hironobu Sakaguchi, creatore di Final Fantasy, inizia a concepire il primo capitolo della saga per il Nintendo Famicom, si trova di fronte alla sfida di creare un universo visivamente distintivo, alternativo a quello del suo rivale dell’epoca. Solo un anno prima, nel 1986, Dragon Quest della Enix aveva rivoluzionato il genere RPG (Role-Playing Game) in Giappone. Per quel titolo, Akira Toriyama, celebre per il suo lavoro su Dragon Ball e Dr. Slump, aveva contribuito al design dei personaggi e dei loghi, conferendo al gioco un’estetica riconoscibile che lo rese subito popolare.

Consapevole della necessità di forgiare un’identità altrettanto forte per Final Fantasy, Sakaguchi si trova di fronte a una scelta cruciale: tra i due rinomati artisti Jean Giraud, alias Moebius, e Yoshitaka Amano, opta per quest’ultimo. Con una visione profondamente diversa da quella di Toriyama, Amano concepisce personaggi, ambientazioni e creature che mescolano elementi del fantasy classico occidentale con una sensibilità surreale e onirica.

Quello che inizialmente sembrava un progetto sperimentale, in cui contribuirono anche Nobuo Uematsu per le musiche e Nasir Gebelli per la programmazione, è oggi una saga globale composta da sedici capitoli, innumerevoli spin-off, pellicole di animazione e merchandising. Final Fantasy è diventato una vera e propria icona, e Yoshitaka Amano è il suo testimone più duraturo, avendo mantenuto una presenza ininterrotta nella saga come character designer nei primi capitoli bidimensionali e illustratore di (quasi) tutti i loghi dal 1987 a oggi.

Il suo viaggio artistico, che si estende per trentasette anni, è qui testimoniato attraverso il parallelismo tra le confezioni e i disegni originali su carta, arrivati direttamente dagli archivi del maestro giapponese.

Ludovica Girelli (Ph)

Estetica circolare, la caratteristica dell’artista

Amano è un maestro nell’arte di creare immagini che risultano straordinariamente leggibili anche da lontano, un’abilità affinata durante i suoi primi anni come illustratore di copertine negli anni ’80. Tuttavia, è solo avvicinandosi che si svela la vera complessità delle sue opere. Questo dualismo tra leggibilità a distanza e ricchezza di dettagli ravvicinati è una delle caratteristiche distintive del suo stile, che lo colloca tra i grandi artisti in grado di giocare con i diversi livelli di percezione visiva.

Un elemento ricorrente nel lavoro di Amano è l’uso della composizione circolare. Una serie di cerchi, più o meno pronunciati, funge da cornice naturale per i soggetti principali. Questi motivi non solo definiscono lo spazio compositivo, ma creano anche un senso di equilibrio e armonia. È un principio estetico che richiama le tecniche dell’arte tradizionale giapponese, dove il cerchio simboleggia l’infinito e la perfezione. Un esempio emblematico di questa composizione è The Sandman: The Dream Hunters.

Yoshitaka Amano, The Sandman: The Dream Hunters – Ludovica Girelli (Ph)

Emanuele Vietina, il racconto del direttore del Lucca Comics & Games

Il Lucca Comics & Games esce per la prima volta dalle mura di Lucca con questa mostra, un evento straordinario perché è uno dei pochi, se non l’unico, che è riuscito a diventare il numero uno nel mondo degli anime, del fumetto e dei videogiochi. In ogni disciplina che ha toccato, ha raggiunto il primato. Il messaggio di Amano è chiaro: rimanere in bilico tra innovazione e tradizione, fungere da ponte tra Oriente e Occidente. Amano è, in un certo senso, il “più occidentale degli orientali”, ma allo stesso tempo è un artista che esce costantemente dalla propria zona di comfort. Non ha mai smesso di esplorare e innovare tra i vari media, e la nostra generazione ha sempre avuto l’opportunità di incontrarlo, probabilmente perché, come dice lui stesso, “quando mi stanco di un media, devo passare a un altro“. C’era una generazione che cresceva insieme a lui, accompagnata dal suo lavoro.

Il messaggio che Amano trasmette è il suo rapporto tra innovazione e tradizione, e l’importanza di non fermarsi mai. Questa continua ricerca senza mai perdere il contatto con le proprie radici è un aspetto fondamentale del suo messaggio. Innovare, per Amano, significa saper intercettare le nuove traiettorie senza mai perdere il legame con la propria cultura di origine. Anche nelle sue opere più recenti, come quelle di arte contemporanea, troviamo figure intrise di simboli della favolistica europea occidentale, come Biancaneve, che però vengono reinterpretate con un inconfondibile piglio nipponico.

Secondo Emanuele Vietina, Amano è stato un innovatore nel modo di rappresentare la figura femminile. Fino agli anni ’80-’90, la donna nell’arte fantastica è spesso stata rappresentata o come una figura subordinata all’uomo, oppure come un’eroina forte, ma che in realtà riprendeva caratteristiche maschili. Le donne di Amano, invece, sono forti proprio perché donne, e il femminile in Amano è talvolta rappresentato anche attraverso l’uomo.

Gli eroi maschili di Amano non sono mai stati così femminili, mentre le sue donne sono incredibilmente potenti nella loro forza, anche generatrice. Lo si vede chiaramente in Devaloka, il luogo delle divinità, una sorta di Big Bang: sono forti proprio in quanto donne.

La sua Biancaneve, che sembra ispirata alla Venere di Botticelli, non è affatto una Biancaneve passiva. È una Biancaneve che si sta svegliando, una Biancaneve dominante. In questo, Amano ha rappresentato una donna forte come nessun altro prima di lui.

Vorrei che mia figlia di 6 anni, quando crescerà, fosse più simile alle donne di Amano che non alle regine tradizionali.

Emanuele Vietina durante il suo intervento

Immagine in evidenza di Ludovica Girelli (Ph)

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