Il 13 novembre si è svolto in IULM l’incontro per la presentazione del film “Eterno Visionario“, sul celebre autore Luigi Pirandello. Erano presenti il regista Michele Placido e gli attori Fabrizio Bentivoglio e Federica Vincenti.
La presentazione del film
“Eterno Visionario” di Michele Placido, uscito nelle sale italiane questo 7 novembre, ripropone la figura del famoso autore Luigi Pirandello. Siamo nel 1934, il drammaturgo svolge un lungo tragitto in treno fino a Stoccolma per andare a ritirare il Premio Nobel per la letteratura. Durante questo viaggio ha l’occasione di ripercorrere la sua esistenza: dai momenti dolorosi a quelli felici. E’ un Pirandello in tutte le sue sfaccettature mai visto prima.
Il regista Placido e gli attori Fabrizio Bentivoglio e Federica Luna Vincenti, rispettivamente Pirandello e la sua giovane musa ispiratrice, hanno dialogato assieme a Gianni Canova in Auditorium cercando di esplorare i temi, le ispirazioni e l’importanza di “Eterno Visionario“.
Ecco il trailer del film:
Un visionario
Non molto tempo fa Michele Placido si era già recato in IULM per presentare il suo film “L’Ombra di Caravaggio” (2022), sul rivoluzionario pittore. Per Placido sia Caravaggio che Pirandello sono, come ci dice il titolo del film, eterni visionari. Mentre per Caravaggio i motivi dietro questa visionarietà sono facilmente intuibili, per Pirandello risulta spiccato. Riguardo questa difficoltà, Bentivoglio vi associa la limitata visione che ci viene data di Pirandello sin dal suo insegnamento nelle scuole.
Dopo la presentazione, abbiamo intervistato Bentivoglio sulla possibilità che il film entri nelle scuole, approfondendo così questo legame tra scuola e Pirandello:
E’ quello che ci auguriamo. [..] La sua vita è stata una vita molto complessa e difficile da raccontare a dei ragazzi di 14/15 anni. La moglie matta che ti accusa di avere una tresca con tua figlia, insomma cose anche dolorose, molto dolorose. Questa vita viene omessa. Invece, essendo essa stata il primo motivo ispiratore di quello che poi Pirandello ha scritto, serve. Serve proprio per capire quello che ha scritto. Quindi mi auguro che questo film possa indurre gli insegnanti a parlare prima della vita e poi introdurre le opere.
Fabrizio Bentivoglio
Quindi, è questo l’obiettivo di “Eterno Visionario“: presentare Pirandello in quanto persona con una vita e un passato complicati, aspetti raramente affrontati, così da renderlo più vicino e comprensibile all’occhio dello spettatore.
Pirandello al cinema
Il film di Placido segna il terzo film nel giro di due anni basato sulla vita di Luigi Pirandello in seguito a “La Stranezza” (2022) con Toni Servillo e “Leonora Addio” (2022) di Paolo Taviani. Come ci ha fatto notare Federica Vincenti, per“Eterno Visionario” ci tenevano particolarmente a rappresentare la verità e la realtà della vita dell’autore, ed infatti tra i tre film è stato l’unico ad essere stato seguito ed approvato dalla famiglia Pirandello. Solo con il Pirandello di Bentivoglio diventa finalmente chiaro come l’autore sia arrivato a scrivere il dramma “Sei personaggi in cerca d’autore” , al cui interno vi è molto della vita e delle relazioni del nostro visionario.
Il doppio pirandelliano
Bentivoglio porta sullo schermo un Pirandello già anziano che deve fare i conti con il passare del tempo. Nel film vediamo come il suo amore per la giovane Marta Abba (Federica Vincenti) sia una fonte di vergogna per lo scrittore in quanto lo porta inevitabilmente ad ammettere davanti allo specchio di essere ormai vecchio. Questa tematica dello specchio e del doppio è di spiccata importanza sia nel il film che nell’intero repertorio dell’autore. Nel film ci sono moltissimi specchi (come nell’immagine sotto). Si pensi che già nell’ultima scena del trailer vediamo il riflesso di Pirandello, come a indicare la centralità che avrà per la storia.
Alla fine le più importanti opere dell’autore sono basate proprio su questo concetto di sdoppiamento dei personaggi. Si pensi anche solo a “Uno, nessuno, centomila” in cui il protagonista guardandosi allo specchio realizza di avere un naso diverso da come pensava, cosa che lo porterà a rivalutare la percezione del sé. E lo stesso meccanismo si ritrova in “Il fu Mattia Pascal” e ovviamente anche in “Sei personaggi in cerca d’autore”.
Ed è proprio questa caratteristica che mantiene le opere di Pirandello molto contemporanee: avere e mostrare due maschere di noi stessi, da un lato come noi ci percepiamo e dall’altro come gli altri ci percepiscono. Oggi questo sdoppiamento è reso ancora più evidente sui social media, ma rimane un qualcosa che ha sempre colpito l’essere umano: è un tema transversale e eterno proprio come Pirandello stesso.