Il rap, una delle quattro discipline dell’hip hop, ha le sue sfumature che si sono formate dopo la sua nascita a New York. Ne fa parte il drill, nato alla fine del primo decennio degli anni 2000 a Chicago. Ed anche la trap, nata tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio ad Atlanta. Ed è proprio il south side la zona dell’artista in questione. Un’artista che rispecchia in toto la cultura hip hop cresciuta in Georgia.
Nasce il 22 ottobre 1992 da madre dominicana e padre haitiano ma lui cresce ad Atlanta, nei sobborghi orientali della capiale dello stato di Georgia, insieme alle sei sorelle e ai suoi quattro fratelli di cui due muoiono in una sparatoria per questioni di droga. Shayaa Bin Abraham-Joseph, questo il suo vero nome, viene influenzato dall’ ambiente ghetto dei suoi blocchi e fin da piccolo comincia ad avere problemi sia a casa che a scuola: all’età di 12 anni viene bandito dalla scuola media per aver portato una pistola nello zaino, e successivamente venne spedito in un centro di detenzione per minorenni. Diventa grande ma le vecchie abitudini non muoiono: entra a far parte dei Bloods, una delle gang più famose e pericolose d’America.
Comincia a rappare e si sa, nel mondo dell’arte e soprattutto della musica, la scelta del nome d’arte non è mai casuale e spesso va a rappresentare una caratteristica della propria fisionomia oppure un particolare momento della propria vita. Ed è proprio la seconda opzione che regalerà, se si vuole proprio usare questo termine, il nome d’arte ad Abraham. Il 22 ottobre 2013, giorno del suo ventunesimo compleanno, la sua vita viene segnata per sempre: coinvolto in una sparatoria durante una rapina tra gang rivali, viene colpito da sei proiettili,sopravvivendo miracolosamente. Ma l’amico che era con lui non ha la stessa fortuna e muore, proprio davanti agli occhi di Abraham.
Una vita da selvaggio e un avvenimento tragico nel giorno del ventunesimo compleanno segnano l’inizio della carriera musicale di 21 Savage.
Da quel fatidico giorno si porta un pugnale tatuato in fronte, per ricordare l’amico deceduto, con lo stesso pugnale tatuato nella medesima zona del corpo.
Tanti errori, tante sofferenze che portano 21 Savage a capire quale sia la strada giusta per una vita migliore. Una vita legata anche alla religione Ifa , un credo afro americano che si rifà alla mitologia Yoruba, intorno alla figura del semidio Ifa,spirito della divinazione e del tempo. Secondo tale credo se si fa qualcosa di sbagliato, nel futuro bisognerà pagare tale torto.
Se ammazzo uno, magari sono nel giusto perchè mi sto difendendo, ma un giorno ne pagherò le conseguenze.
Estratto dell’intervista di Genius a 21 Savage del video sottostante
Una vita travagliata che ha portato a caratterizzare il flow tipico di 21, con quella tranquillità sopra il beat che solo pochi si possono permettere. Un flow che risalta ancor di più sopra produzioni di gente come Sonny Digital e Metro Boomin, beatmaker che hanno firmato i mixtapes e l’album officiale del rapper di Atlanta, Issa Album, uscito il 7 luglio 2017 per Epic Records.
Neanche 26enne e già si può ritenere uno dei maggiori esponenti della trap music nata proprio nella sua città di origine, quel genere legato al concetto di Trap House, ovvero le case affittate per cucinare e vendere la droga, o dove la prostituzione spesso ha luogo, nel quale se non tratti temi legati alla strada e alle “trappole”, non puoi definirti uno che fa trap. Neanche se usi degli “808” nelle tue basi. Parola di 21 Savage.