L’ultimo film del regista figlio d’arte Osgood Perkins, “Longlegs“, è approdato nelle sale italiane lo scorso 31 ottobre, serata di Halloween. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, è stato definito da Wired Italia come “il Silenzio degli innocenti del nuovo millennio“, ma quanto c’è di vero?
“Longlegs“: la trama
Siamo in Oregon negli anni ’90. La giovane agente dell’FBI Lee Harker (Maika Monroe) possiede speciali doti da sensitiva, che le consentono di individuare facilmente i colpevoli dei casi che indaga. Per questa sua capacità, il suo capo, l’agente Carter (Blair Underwood), le affiderà un’inquietante indagine: scoprire chi è il famoso Longlegs, il presunto indiziato responsabile della morte di diverse famiglie nell’Oregon, attivo nella propria attività criminosa dagli anni ’60. La tecnica usata da Longlegs nei propri delitti è sempre la medesima: un padre di famiglia impazzisce e uccide improvvisamente la moglie e i figli, suicidandosi anch’egli al termine del violento atto. Su ciascuna scena del delitto viene lasciato un messaggio, scritto con un determinato codice, firmato, appunto, “Longlegs“. Ma com’è possibile che una persona esterna alla famiglia induca all’omicidio, senza lasciare tracce sul luogo se non una serie di misteriosi messaggi?
Nicolas Cage e il suo approccio al ruolo
Questo film grida da subito un nome: Nicolas Cage. L’attore californiano, due volte candidato all’Oscar e vincitore per la pellicola “Via da Las Vegas” (1995) di Mike Figgis, ha rivelato l’ispirazione da cui è nato il personaggio Longlegs. La persona da cui trae spunto è niente meno che sua madre, una figura particolare che, come afferma l’attore:
Quando stavo leggendo questo personaggio, è diventato una sorta di mia madre. Ho sentito la sua voce – non era satanica – ma ne ha passate tante. Ho sentito la sua voce e il modo in cui si muoveva e all’improvviso ho pensato: ’Sai, potrei metterlo in questo personaggio’. È un’ispirazione che devo a lei. Se sono bravo nel film, lo devo a mia madre.
Nicolas Cage in un’intervista rilasciata ad Extra
Per quanto concerne il make-up, Cage–Longlegs si è sottoposto a diverse chirurgie plastiche affinché il suo aspetto risultasse conforme, “bello”, agli occhi di Satana. Total white dai vestiti alla faccia. Il colore scelto allude, per paradosso, alla purezza e all’innocenza. Riguardo a questa trasformazione fisica, l’interprete commenta così:
Mia madre aveva messo la crema fredda Noxzema. Avevo due anni e ho aperto la porta del bagno per vedere che cosa stesse facendo. Senza motivo, si è voltata molto velocemente, e mi ha fissato con indosso quella crema. Il candore della crema mi ha davvero spaventato.
Nicolas Cage in un’intervista rilasciata a Entertainment Weekly
Longlegs è un personaggio magnetico, vulnerabile, glaciale. I suoi occhi penetrano, quasi come calamite, all’interno dell’anima, congelandola. Tuttavia, dietro alla fame di uccidere e di compiacere il Diavolo si racchiude un adulto mai diventato tale, un bambino mai accettato dal mondo, impossibilitato a vivere e a volere vivere. Nella sua ossessione di continuare il proprio cerchio di omicidi si rivede un po’ del personaggio di Kevin Spacey, John Doe, nel film di David Fincher “Seven” (1995).
Maika Monroe: la nuova regina dell’horror
Dopo aver prestato il volto a un serial killer, Nicolas Cage ha dichiarato, in un’intervista al The New Yorker, di non voler accettare più parti simili. Questo è il ruolo più incisivo e difficile della sua carriera attoriale, tanto d’impatto da avere causato un repentino cambiamento del battito cardiaco di Maika Monroe. Quest’ultima, infatti, non era a conoscenza della trasformazione fisica dell’attore nel suo costume “da Longlegs. Addirittura, nella prima scena girata insieme, il battito dell’interprete è salito vertiginosamente da 70 BPM a 170 BPM, come riporta il video sul canale YouTube di Neon Rated.
L’attrice è tanto veritiera quanto a suo agio in un film dalle tinte oscure e claustrofobiche. Inoltre, sembra aver convinto definitivamente la critica con quest’ultimo lavoro, confermando la sua bravura già in pellicole di genere horror e thriller quali “It follows” (David Robert Mitchell, 2014) e “The guest” (Adam Wingard, 2014). Infatti, come riporta il quotidiano d’informazione GQ Italia, l’attrice non è ancora celebre come altre interpreti di questi generi quali Jenna Ortega, Mia Goth e Rebecca Hall. Tuttavia il suo punto di forza risiede nella versatilità dei ruoli cinematografici a cui decide di prendere parte.
C’è anche da sottolineare come il personaggio di un’agente dell’FBI, in un film thriller, si sia già rivelato vincente, impersonato da attrici del calibro di Jodie Foster, ne “Il silenzio degli innocenti” (1991) di Jonathan Demme, insieme a Sandra Bullock e Jennifer Lopez.
Un thriller psicologico tendente al soprannaturale
“Longlegs” è l’ultimo film del regista Osgood Perkins, figlio di Anthony Perkins, noto soprattutto per aver interpretato Norman Bates nel cult di Alfred Hitchcock “Psycho”. Il cineasta è reduce di altri film targati “horror“, tra cui “Gretel & Hansel” (2020) e “I am the pretty thing that lives in the house” (2016). Quest’ultima pellicola è sia un thriller psicologico che, insieme, un horror. Seppur Perkins per questo film avesse preso spunto da un fatto realmente accaduto nel 1996 (l’omicidio di JonBenét Ramsey, una bambina di sei anni morta nella sua casa senza che se ne scoprisse mai l’assassino) il regista commenta così:
Non riesco a guardare le cose reali. Non mi piacciono. Non mi piacciono. Non voglio sapere. Tutte queste cose non potrebbero essere più romanzate e totalmente inventate. Questo è parte del divertimento per me. È come se dicessi: ‘Oh, è così che probabilmente parlano le persone dell’FBI. Oh, è così che probabilmente entrerebbero in una stanza. Non so, forse è qualcosa di simile. Onestamente, è una parte di ciò che lo rende leggero per me. Non mi interessa quello che fanno questi malati. Per me, questo è un tipo diverso di poesia, sai, ed è totalmente una finzione.
Osgood Perkins in una puntata del podcast Inside Total Film di Jane Crowther
Successivamente, come riportato da Movieplayer, il film dato che è anche un thriller psicologico ruota attorno al tema del trauma represso, subito dalla protagonista quand’era piccola. A proposito di questo, il regista si espone così:
Credo che la parola trauma, o l’idea di trauma sia molto utilizzata, forse un po’ troppo. Ma il tema dell’infanzia e di come viviamo le nostre case da bambini c’è. Ogni esperienza è differente da persona a persona: alcuni vivono in famiglie molto aperte, altre sono chiuse, vivono nella segretezza. La maggior parte di noi vive una via di mezzo. Ma mi piaceva l’idea che un bambino sappia sempre tutto della propria casa: un bambino è in grado di percepire tutto. E questa cosa può essere gestita dai genitori sia in modo positivo che negativo. Nel caso della storia di Longlegs si parla dello sforzo di una madre di fare del bene per la propria figlia, ma che, nel provarci, fa qualcosa di terribile. Più che di traumi dovremmo parlare di cosa si è disposti a fare, fino a dove siamo pronti a spingerci, per proteggere i nostri figli?
Osgood Perkins in un’intervista rilasciata per Movieplayer
“Longlegs” è davvero “il Silenzio degli innocenti del nuovo millennio“?
Con il film di Demme, vincitore di ben cinque premi Oscar, “Longlegs“ tocca diversi punti in comune. A partire dal villain: nel film del 1991, Hannibal, interpretato da Anthony Hopkins, si vede pochissimo sullo schermo, ma la sua presenza è percepibile nel corso di tutto il film; così per Nicolas Cage in ”Longlegs”. In secondo luogo, la protagonista, Jodie Foster, è un’agente dell’FBI sullo sfondo degli anni ’90: aspetto simile al film di Perkins, ambientato negli anni ’90 con protagonista proprio un’agente di polizia.
Le atmosfere, disturbanti, sanguinose e sataniche, insieme alle interpretazioni magistrali degli attori, rimandano con la mente e con il cuore al noto e premiato film diretto da Jonathan Demme. Perciò chissà che quest’ultima pellicola del figlio d’arte Perkins non possa portarsi anch’esso a casa una statuetta.
“Longlegs” vi aspetta nelle sale italiane, lasciatevi trasportare anche voi dall’inquietante nonché bizzarra interpretazione di Nicolas Cage.
Immagine in evidenza: Heaven of Horror