The Substance: esplorazione del femminile attraverso la società

The Substance, il nuovo film di Coralie Fargeat, si sviluppa attorno a un tema che la regista sente essere suo fin dall’infanzia: il corpo della donna e il suo rapporto con lo sguardo della società.

C’era una volta ad Hollywood…

La trama ruota attorno a Elisabeth Sparkle, un’attrice americana che, dopo essere stata licenziata dal suo programma televisivo perché ritenuta “troppo vecchia”, scopre una sostanza chiamata “The Substance. Questa promette di trasformarla in una versione migliore di sé stessa: più bella e, soprattutto, più giovane. C’è solo una condizione da rispettare: la protagonista deve rientrare nel suo corpo originale ogni sette giorni.

Il film ha iniziato a prendere forma nella mia mente quando avevo 40 anni e avevo pensieri che mi dicevano che quella fosse la fine della mia vita.

Coralie Fargeat durante l’anteprima del film presso il Cinema Godard

Questi stessi pensieri tormentano Elisabeth, costretta a confrontarsi con il suo corpo da donna di cinquant’anni lontano da quello che per anni l’ha mantenuta in vita, ossia l’attenzione dei suoi seguaci. Fargeat, con la sua esperienza maturata attraverso opere come Revenge e Reality Plus, affronta quindi, a partire da questo personaggio, il complesso rapporto tra il corpo femminile, le aspettative sociali e l’invecchiamento.

Il successo di Elisabeth è direttamente proporzionale alla sua capacità di rispondere alle aspettative del pubblico, portandola a costruire la sua identità all’interno dei confini imposti dallo sguardo sociale. Impegnata a inseguire l’approvazione del pubblico, la donna crea attorno a sé una gabbia mentale, che asseconda la visione secondo cui invecchiare diminuisce il valore dell’essere femminile.

La dipendenza profonda che lega la donna alla società e alle convinzioni da questa condivise, culmina nel suo tentativo di autodistruzione mirato a dare vita ad una versione migliore di sé: Sue.

Sue: tra salvezza e autodistruzione

Elisabeth vede nella creazione di Sue una salvezza. Infatti, il fascino della giovane ragazza è tale da porla al centro dell’attenzione scatenando un’ammirazione di cui la protagonista continua a nutrirsi. Tuttavia, man mano che la storia si sviluppa, la gabbia mentale di Elisabeth si espande, dominando anche Sue, che perde il controllo nel tentativo di mantenere un livello di “perfezione” riconosciuto dalla società.

La lotta di Sue, mentre cerca di superare le aspettative imposte, mette in luce il tema centrale del film: il legame tra il corpo femminile, lo sguardo sociale e l’influenza che questo esercita sulla vita delle donne.

Il modo in cui il mondo guarda le donne e ci dice come essere mi ha influenzato per tutta la vita, facendomi sentire una pressione tale da credere di non essere mai abbastanza.

Coralie Fargeat in merito al dibattito che il film intende portare avanti

La regista chiarisce che il vero antagonista del film è la società, che sin dalla nascita pone le donne davanti a standard irraggiungibili, alimentando un ideale femminile costruito nel tempo. La creazione di Sue da parte di Elizabeth rappresenta solo uno dei molti meccanismi autodistruttivi che le donne adottano nel tentativo di conformarsi a modelli imposti fin dall’infanzia, spesso attraverso fiabe, e che promettono, in cambio della distruzione del sé, uno sguardo o un’approvazione che possa renderle felici e farle sentire vive.

Può un film cambiare il mondo?

Il film di Coralie Fargeat, come lei stessa sottolinea, non ha l’ambizione di cambiare il mondo, ma desidera alimentare un dibattito necessario su un tema spesso ignorato: la relazione quotidiana tra corpo femminile e sguardo della società.

The Substance” intrattiene lo spettatore con una narrazione visivamente accattivante e un sound design che ritma l’azione, creando un’esperienza immersiva e affrontando al contempo una verità cruciale del rapporto individuale femminile con la società.

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