Il nepotismo e la riproduzione sociale sono la prova che la meritocrazia sia morta? Ecco quali sono i meccanismi che si attivano e cosa ne pensa l’opinione pubblica.
Chi sono i “nepo babies”
Nelle scorse settimane sul Web si è riaperto il discorso riguardante i nepotism babies successivamente alla pubblicazione dell’articolo She has her mother’s eyes and her agent, redatto da Vulture, e di una foto con soggetto Hailey Bieber con addosso una maglia con la scritta nepo baby, la quale ha fatto scatenare nuovamente il dibattito. Nell’articolo, vengono elencati tutti gli artisti che fanno parte dell’industria cinematografica e televisiva che hanno avuto dei vantaggi lavorativi grazie alla fama derivante dai propri familiari.
Per definizione, i nepo babies sono “figli/e di attori, musicisti, produttori o di qualsiasi altra industria che hanno probabilmente usufruito del beneficio dato dalla fama o dalle connessioni dei propri genitori nel momento in cui hanno lanciato la propria carriera”. Tra i più famosi troviamo nomi come George Clooney, Angelina Jolie ed Emma Roberts.
Qual è il problema del nepotismo?
Questo è un fenomeno non si riscontra unicamente nell’industria cinematografica, ma interessa anche l’ambito economico e politico. Tuttavia, è qualcosa che è sempre esistito, anche se meno frequentemente (basti pensare alla famosa e talentuosa scrittrice Mary Shelley).
Gli utenti di oggi, in particolar modo coloro che appartengono alla Generazione Z, i quali sembrano venuti a conoscenza solo in questi ultimi mesi del fenomeno, hanno sottolineato il rapporto che hanno con queste figure: “li adoriamo e non pensiamo che non abbiano talento, ma proviamo rancore; entrare nell’industria senza avere contatti all’interno di essa è sempre più difficile”.
Storie discordanti
Molte celebrità non si rendono conto del tipo di meccanismo in cui sono dentro: Lily Collins ha raccontato la sua esperienza all’inizio della propria carriera, tempo in cui ai casting riusciva a ottenere qualche piccolo ruolo grazie al fatto che fosse figlia del cantautore Philip Collins; ora l’attrice si dice fiera di poter vantare la sua carriera cinematografica, e definisce i suoi primi provini come primo livello di carriera.
Di seguito sono riportate altre 3 testimonianze di alcune delle attrice più amate negli ultimi anni:
“È completamente normale far parte del business di famiglia”
Zoë Kravitz
“Siccome entri dalla porta d’ingresso in modo ingiusto, devi lavorare il doppio per dimostrare il tuo valore”
Gwyneth Paltrow
“È strano per me ridurre qualcuno all’idea che è li solo perché si tratta di una questione generazionale”.
Lily Rose Depp
Quest’ultima conclude accusando il fenomeno di essere estremamente sessista ma, per quanto su Internet effettivamente il discorso si concentri molto di più sulle donne, il nepotismo in sé non ha alcuna radice patriarcale, ma semplicemente generazionale.
Be honest with us
Si può dire quindi che il nepotismo non sia altro che una riproduzione sociale, dove le nuove generazioni ereditano dai propri genitori il denaro, la branca culturale in cui sono immersi (musica, cinema, letteratura etc) e, cosa più importante, le connessioni (manager, registi, attori etc. che riescono a farti entrare all’interno dell’industria in modo privilegiato).
L’opinione pubblica è omogenea: i nepo babies hanno l’obbligo morale di dover riconoscere il loro privilegio, senza far finta che il fenomeno non esista (come invece affermato dal nepo baby Ben Stiller).
La meritocrazia quindi è morta? Sì e no. Coloro che non riusciranno a conquistare l’opinione pubblica tramite il loro talento, continueranno ad avere la reputazione sporcata da questo fenomeno, mentre solo chi effettivamente riuscirà ad arricchire l’industria stessa riuscirà a conquistare non solo il posto lavorativo, ma anche il cuore del pubblico.