Perchè la Juve è già fuori dagli obiettivi stagionali

Potrà sembrare paradossale per le risorse investite dai Bianconeri in questo campionato, ma la squadra di mister Allegri è già distante dieci punti dalla vetta, con ben sette squadre a precederla. Analizziamo le origini del fallimento della Juventus.

Un mercato da 100 milioni

Quest’estate la dirigenza bianconera ha assemblato una rosa che potesse permettere a Massimiliano Allegri di raggiungere ogni obiettivo prestabilito. Tuttavia uno sembra essere già sfumato.

Dopo che Arrivabene si è attivato, si sono rinforzati tutti i ruoli, rimanendo al passo con le altre grandi squadre in Italia. Da Bremer a Paredes, da Pogba a Milik, passando per Kostic e riscattando per circa 40 milioni Federico Chiesa.

Un grande mercato, ma troppi pochi risultati ottenuti, a esempio con squadre come Udinese e Atalanta, che stanno facendo un percorso decisamente migliore in Serie A. Spostandoci sul panorama internazionale i Bianconeri sono a un passo dall’essere eliminati anche dal girone. La sconfitta in casa del Moadon Kaduregel Maccabi Haifa, compagine israeliana, sembra essere stata fatale. Infatti, anche se la Juventus riuscisse a vincere le ultime due gare ci sarebbe comunque ben poco da fare.

Un allenatore d’oro

Come se non dovesse bastare, la dirigenza juventina ha realizzato un ingente investimento anche sull’allenatore. Max Allegri infatti, per ricongiungersi con la squadra che aveva lasciato tre stagioni fa, ha concordato uno stipendio di circa 7 milioni di euro stagionali, cifra tra le più alte d’Italia. Nonostante la soddisfazione dell’allenatore per la campagna acquisti, sembra che non abbia trovato ancora la quadra per valorizzare al meglio i suoi giocatori.

Dopo la partenza di Fabio Paratici, trasferitosi al Tottenham la stagione scorsa, non sembra che in casa Juventus siano riusciti a sostituito al meglio. A prendere il suo posto è stato Maurizio Arrivabene, promosso a una carica superiore.

Una dirigenza forse non all’altezza

La Juve negli ultimi anni ha sempre avuto grandi disponibilità economiche a differenza delle rivali, ciononostante si è fatta soffiare il titolo più di una volta. Le colpe degli insuccessi non sono da imputare esclusivamente ai dirigenti, ma è ovvio che coloro che gestiscono le finanze abbiano maggiori responsabilità.

Senza dubbio i successi di una società partono dall’alto, e con un assetto dirigenziale poco armonico e coordinato, già dai tempi dell’addio di Marotta trasferitosi all’Inter prima della promozione di Paratici, è chiaro che faccia fatica a funzionare anche la squadra.

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Federico Chiesa

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