Eccoci al terzo appuntamento, oggi rockeggiante, della rubrica Le Oldies della Storia.
Con la partecipazione di Stefano Vallauri, professore dell’Università IULM, oggi parleremo di Vasco Rossi e il suo album Bollicine.
Vasco Rossi: “provocautore” per eccellenza
Vasco Rossi, nato a Zocca (provincia di Modena) nel 1952, è uno degli artisti che ha contribuito alla diffusione del rock in Italia. La rivista Rolling Stone lo ha infatti inserito al 5° posto nella classifica dei migliori artisti della storia della musica italiana.
V: Vasco mescola in parti circa uguali il rock, tradizione straniera di cui lui è uno dei più significativi importatori italiani, e la canzone d’autore, tradizione trasversale che ha anche un filone del tutto italiano su cui lui consapevolmente si innesta. Soprattutto riguardo alla condotta vocale Vasco non è riconducibile al rock standard, perché lui ha sviluppato una propria personalissima maniera di cantare.
L’esordio tra alti e bassi
La sua formazione ha inizio nel 1975, quando fonda a Zocca Punto Radio, la prima Radio Libera italiana. Da quel momento, seguendo il suo modello, in Italia si formeranno centinaia di radio libere.
La sua carriera di cantante prende piede invece nel 1977, quando incide il primo 45 giri Jenny/Silvia. L’anno successivo Vasco pubblica il suo primo album …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, ancora molto lontano dal genere rock che lo contraddistinguerà negli anni a venire.
Gli ultimi saranno i primi: ce l’ha insegnato Vasco Rossi
Gli anni ’80 saranno decisivi per Vasco, riconosciuto come la prima rockstar italiana, per via dello stile di vita che intraprende.
Infatti, dopo il primo successo del cantante nel 1980 con Colpa di Alfredo, nel 1981 pubblicherà il singolo Siamo solo noi, inno generazionale e Miglior canzone rock italiana di sempre secondo Rolling Stone. Il suo percorso continuerà con la partecipazione per due anni consecutivi al Festival di Sanremo.
Nel 1982 arriverà ultimo con il singolo Vado al massimo. Nel testo Vasco risponde a delle critiche giornalistiche in cui viene descritto come ‘ebete, cattivo e drogato’. Quest’etichetta rimarrà sempre incollata dietro alla schiena del cantante.
Voglio vedere come va a finire andando al massimo senza frenare… Voglio vedere se davvero poi si va a finir male… Meglio rischiare, che diventare come quel tale, quel tale che scrive sul giornale.
Il secondo e ultimo anno in cui partecipa a Sanremo – nel 1983 – si esibisce con Vita spericolata, brano estratto dall’album Bollicine. La canzone verrà disdegnata dal Festival, ma non dal pubblico, che la elegge una delle più belle canzoni italiane mai scritte.
Bollicine: il rock entra a gamba tesa in Italia
L’album Bollicine viene preannunciato dal singolo Vita Spericolata, l’esibizione ribelle di Sanremo, ed è ambientato nel consumismo degli anni ’80. È una sorta di rivendicazione del cantante e della sua generazione contro un futuro già scritto.
V: Ai tempi di Bollicine Vasco era all’apice dell’originalità, della singolarità stilistica. Ma, come quasi tutti, col tempo si è progressivamente normalizzato. Questo non è solo un male. Vuol dire che è diventato più bravo in un senso, che consiste nel saper fare le canzoni “come si deve”, perdendo però qualcosa nel fare le canzoni “come non si deve”, che a volte però in termini di originalità è ancora meglio.
Con oltre 1 milione di copie vendute, Bollicine diventa subito l’album simbolo di un rock mai diffuso in Italia; sonorità e testi ribelli, provocatori e rivoluzionari che iniziano scandalizzando, ma finiscono per stupire e stimolare.
Il rock con Bollicine inizia a esser visto in modo differente, affiancandosi al pop e successivamente spodestandolo nelle classifiche. Rolling Stone nel 2012 posiziona Bollicine di Vasco al primo posto tra i 100 migliori album italiani, dichiarandolo disco italiano migliore di sempre.
V: Vasco ha certamente molto favorito la diffusione del rock in Italia. Molto meno la diffusione del rock italiano nel mondo. Così, è un autore molto più importante in patria che all’estero. Presumibilmente proprio perché la sua è una “canzone d’autore rock” irriducibilmente italiana.
Le canzoni presenti in Bollicine
L’album contiene 8 brani, che colpiscono come bombe tutti i pilastri che sorreggono la nostra società. Vasco non risparmia nessuno, a partire dall’industria pubblicitaria attaccata in Bollicine, il perbenismo comportamentale con Deviazioni; per poi passare alla religione cristiana criticata nel brano Portatemi Dio e il moralismo sessuale in Mi piaci perché .
V: L’influenza storica è evidente per contrasto: l’album ingaggia una battaglia diretta contro il perbenismo borghese allo stadio in cui ci si trovava in quegli anni. Oggi alcune di quelle battaglie sono del tutto vinte, altre sono ancora in corso (ma non è detto che possano e debbano essere vinte, infatti Vasco stesso ha cessato di combatterle).
Insomma Vasco Rossi, il provocautore italiano per eccellenza, come lui stesso si definisce, ha contribuito a scrivere la storia della musica italiana e quella porzione di rock, tutt’oggi è presente nelle nostre playlist. Vasco ci ha dimostrato che le battaglie si vincono solo in un modo: andando al massimo.