I confini nella modernità: ne parla l’Arcivescovo Delpini

Il 6 Marzo 2020 presso l’Università IULM, si è tenuto un dialogo di confronto con Mario Delpini, Arcivescovo della Chiesa di Milano.

L’intervista proposta è uno scambio intellettuale tra prospettiva critica e prospettiva religiosa, legato alla parola dell’anno accademico: confine.

Il significato di confine, oggi e nel passato, segna l’identità personale e collettiva. Inoltre, è proprio il confine a permettere lo scambio.

Quindi è un concetto che può essere visto sia come un elemento di conflitto, sia come un’occasione di ritrovo, come ricorda Papa Francesco, che spesso parla di cultura dell’incontro.

Scambio culturale e Chiesa ambrosiana

Oggi uno dei termini più usati per descrivere il mondo è globalizzazione. La diffusione odierna è data da migrazioni e mezzi di comunicazione.
Grazie a questi processi nelle città si sono insediate culture diverse e sono nati vari tipi di confini.

“Quali difficoltà trova la Chiesa ambrosiana nell’incontro con le altre culture? Come si può promuovere la cultura dell’incontro attraverso le esperienze e le opportunità che ci vengono date da questi nuovi confini all’interno della nostra città?”. Queste sono le domande che il professore Mauro Ceruti a posto al Monsignor Delpini.

L’Arcivescovo ha risposto che il cristianesimo non è caratterizzato da una connessione tra popolo e religione. Ciò che collega i credenti è la fede e non la cultura del proprio paese.

Il compito dei media nella Chiesa moderna

La diffusione dei mezzi di comunicazione digitali ha portato a cambiamenti importanti nonché alla modifica del concetto di confine.

La Chiesa è sempre riuscita a utilizzare i nuovi media: dalla radio alla tv, fino all’iscrizione di Papa Francesco su Instagram.

Rivolgendosi al Monsignor Delpini, la studentessa Chiara Catarra ha posto degli interrogativi che riguardano proprio il mondo delle nuove tecnologie. Centrale è la questione di quale sia il confine che rende la realtà digitale un rischio nella nostra quotidianità, e se questa comunicazione moderna possa essere di aiuto per i fedeli. Altro tema proposto è stato anche il cambiamento della percezione del reale con l’introduzione dei media.

Secondo l’Arcivescovo, i media sono efficaci o meno in base a come si usano. Questi mezzi permettono un contatto tra persone lontane. Tuttavia, a volte può essere confuso l’aspetto virtuale con quello fisico, e quindi la percezione stessa della realtà.

La comunicazione attraverso i media per la Chiesa è una premessa all’incontro.

Arcivescovo Delpini

Generazioni e confini

Secondo un altro studente, Enzo Cartaregia, i confini che diventeranno più rilevanti nei prossimi anni saranno quelli tra generazioni.

“Cosa cambierà nella concezione dei confini? Permetteranno alle generazioni di crescere insieme o diventeranno dei limiti?”

Per Delpini oggi si ha una concezione individualistica di società. La soluzione per lui è la famiglia: rimedio alla solitudine e risorsa per assicurare continuità alla storia che stiamo vivendo tutt’oggi.

Scontri e riconciliazioni nella modernità

Il professore Massimo De Giuseppe menziona Mary Keldor. Questa studiosa durante le sue ricerche ha evidenziato il mutamento e, in alcuni casi, la scomparsa dei confini dopo la guerra fredda.

Oggi le frontiere si stanno ripresentando in un modo nuovo, intrecciandosi a nuove dinamiche. Un esempio potrebbe essere il muro al confine col Messico, ideato con l’obiettivo di impedire agli immigranti illegali di oltrepassare il confine statunitense.

muro al confine col Messico
La barriera che separa Stati Uniti e Messico

De Giuseppe ha spostato il dialogo con l’Arcivescovo sul ruolo delle religioni nella ridefinizione dei confini e nel cambiamento dei processi di riconciliazione.

La Chiesa cristiana ha elaborato sistemi di riconciliazione, interpretandoli come propria missione.

In molte religioni, compreso il cristianesimo, l’incoraggiamento alla pace e alla riconciliazione talvolta è stato interiorizzato come una missione di conquista, in nome del proprio dio.

Il ruolo della Chiesa contro questo pensiero immorale è la diffusione di speranza attraverso attività di volontariato sul posto e da remoto.

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