L’attualità tra dazi e hi-tec, corteo pro-pal e Turetta senza aggravante di crudeltà

Una settimana, come del resto ormai da mesi, in cui i vari casi di femminicidio sono al centro delle proteste e del dibattito pubblico. Per Turetta arrivano le giustificazioni dell’ergastolo senza crudeltà, per Stasi la semilibertà. Nel mentre la domanda in tutto il mondo è: Dazi si o dazi no? Trump lancia una tregua temporanea e parziale per avere il tempo di contrattare con gli altri paesi, ma la Cina rimane sotto tiro. A Milano un nuovo corteo pro-palestina sfocia in violenza.

A Turetta ergastolo senza crudeltà

Torna nel dibattito pubblico il caso del femminicidio di Giulia Cecchettin. Sono 143 le pagine scritte dai giudici della Corte d’Assise di Venezia per giustificare la sentenza che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo. La sentenza è stata emessa il 3 dicembre 2024 ma i dettagli sulle motivazioni della decisione e dell’esclusione degli aggravanti sono state diffuse un mese fa. Per questo continuano ad emergere nuovi dettagli.

In particolare, il 9 aprile ha fatto indignare chiunque la motivazione dell’esclusione dell’aggravante di crudeltà, così giustificato:

“Non è possibile desumere con certezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Turetta volesse infliggere alla vittima sofferenze gratuite ed aggiuntive. Aver inferto 75 coltellate non sarebbe stato un modo per fare scempio della vittima ma conseguenza della inesperienza e della inabilità”

Corriere del Veneto

Tutti hanno commentato queste parole: da Laura Ravetto che afferma che non si possa che essere basiti, alle persone sui social che dei 75 colpi hanno fatto un vero e proprio trend di protesta. La tristezza della famiglia Cecchettin viene espressa, questa volta, dalle parole dello zio della vittima, Andrea Camerotto, che dopo la sentenza dice che le coltellate sono diventate 76.

Turetta in aula il 3 dicembre per la sentenza da AGI

Trump: tregua nella guerra dei dazi

Si torna a parlare dei dazi americani che sono stati nelle prime pagine dei quotidiani nazionali per tutta la settimana. Mercoledì 10 aprile è stata annunciata da Donald Trump una tregua parziale di 90 giorni nella sua guerra dei dazi. Resta confermato un dazio universale, che si applica a tutte le categorie merceologiche del 10%. Rimangono le tariffe del 25% su auto, componentistica, acciaio e alluminio. 90 giorni sembrerebbe, a detta di Trump, essere il tempo che si è dato per discutere le trattative che molti paesi hanno chiesto per trovare un compromesso commerciale.

L’eccezione di tutto questo è la Cina dove non è stata fatta marcia indietro. I dazi sono stati portati dal 20% al 125%, quindi superano il valore delle merci. Pechino però, a differenza degli altri paesi, non si piega: infatti ha posto dei contro-dazi al 125% sulle importazioni americane. Questo è sicuramente il continuo di una guerra commerciale che è iniziata anni fa tra queste due grandi potenze. Nel frattempo Xi Jinping, presidente della repubblica popolare cinese, ha lanciato un appello all’Europa per coalizzarsi contro il “bullismo unilaterale” degli Usa.

Nel frattempo Trump, attraverso il social Truth, fa sapere al mondo di essere entusiasta della politica dei dazi che ha creato e che tutto sta procedendo rapidamente.

Sabato 12 si aggiunge anche la mossa sui prodotti hi-tec. Inaffi Trump ha deciso di esentare dai dazi l’import di smartphone, computer, tablet e tutte le componenti essenziali per l’industria tecnologica. Questa concessione a favore dei big del digitale potrebbe sembrare anche una prima mossa verso Pechino. Questo perchè la maggior parte degli iPhone e dei Mac venduti negli Usa sono fabbricati in Cina.

Alberto Stasi: un nuovo passo verso la libertà

Altra novità per il delitto di Garlasco, riaperto all’inizio di marzo di quest’anno. Alberto Stasi era stato condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. Già due anni fa aveva ottenuto il permesso di “lavoro esterno” cioè di uscire ogni giorno dal carcere per lavorare come contabile. Venerdì 11 aprile arriva un altro grandissimo passo avanti: Stasi ha ottenuto la semilibertà. Questo significa che potrà prendere parte ad attività di reinserimento sociale e tornerà in carcere solo alla sera.

La scelta è avvenuta conseguentemente al comportamento carcerario di Stasi, evidentemente un detenuto esemplare. Se il 41enne si dice felice che il Tribunale abbia riconosciuto la sua correttezza, la mamma di Chiara Poggi dice all’ANSA:

“Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo di non incontrarlo mai”

La Repubblica
Stasi nell’intervista autorizzata a Le iene da Mediaset Infinità

Il corteo Pro-Pal di Milano

Ieri, sabato 12 aprile, si è tenuta a Milano una manifestazione per la Palestina. Questa è partita dalla Stazione Centrale ed ha visto scendere in piazza 15.000 persone, lo scopo quello di chiedere la fine del genocidio a Gaza. Il tutto in una Milano stracolma per la Design Week.

Non è passato molto tempo prima che la manifestazione si trasformasse in scontri e vandalismo. Vetrine rotte, pareti imbrattate con lo spray e lanci di bottiglie. La polizia riconosce un gruppo di poche decine di persone incappucciate, sono sempre quelli a portare allo scontro. Il tutto inizia quando i protestanti accendono i fumogeni ed iniziano poi a colpire la polizia che è costretta ad intervenire. Gli agenti riusciranno poi a portare 7 persone in questura.

Tra le scritte spray, però, una si nota particolarmente: “Spara a Giorgia”. Sulla fiancata della Banca Popolare in piazzale Lagosta, questo chiaro riferimento alla premier Meloni fa il giro del web. Sono stati tantissimi, nella giornata di ieri, i messaggi dei politici per dimostrare solidarietà alla premier e condannare il gesto dei protestanti. Tra questi il presidente del Senato Ignazio La Russa condanna la manifestazione in generale, mentre dall’opposizione Matteo Renzi dice:

Fatti che indignano

Corriere della sera
La scritta contro Giorgia Meloni al corteo pro-pal da Quotidiano Nazionale

Immagine in evidenza: Il Post

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