Continua la serie di incontri organizzati da Radio IULM dedicati al promuovere il mestiere di fare radio. Per l’incontro del 10 aprile era presente come ospite, Carlo Genta, sportivo, giornalista e conduttore del programma “Tutti Convocati” su Radio 24. Qui l’articolo per il primo incontro con Simone Spetia.
Radio 24
Dopo aver studiato giurisprudenza, inizia a lavorare come giornalista pubblicista dal 1994. Genta poi, assiste alla creazione di Radio 24, perchè come ha detto lui:
Nel ’99, Il Sole 24 Ore ha creato Radio 24. Io lavoro lì, neanche dal giorno 1, dal giorno meno 60.(…)Ho partecipato alla creazione di questo progetto. (…) All’inizio si basava su un “clock” molto semplice, ma abbastanza rivoluzionario e geniale.
Tutti convocati
All’interno della radio Carlo Genta lavora come conduttore del programma “Tutti convocati” che va in onda ogni giorno dalle 14.05 per 45 minuti. Il programma non si è sempre chiamato così come ci ha spiegato, infatti:
Tutti convocati è un format che abbiamo creato 15 anni fa. Prima si chiamava A tempo di sport(…), con l’aiuto di Franco Piantanida, abbiamo creato questo nuovo claim.
Tutti convocati però non è un programma dove si fa cronaca di eventi sportivi, è un talk dove, “come degli amici al bar” lui ha definito, si commenta quello che succede.
È un “cazzeggio” bilanciato tra battute/divertimento e cose un po’ più tecniche approfondite, ma sempre dandogli un taglio da commento
Alla domanda: “Qual è il tuo obbiettivo in ogni episodio?”, ci ha spiegato che non è quello di attirare l’attenzione degli amati dello sport, al contrario invece.
Il complimento più grande che mi possono fare è quando mi dicono: “non me ne frega niente dello sport, ma vi ascolto perché mi diverto
Se io riesco a interessare altre persone ad altre cose perché le tratto in modo spontaneo, semplice e anche divertente, ho fatto quello che volevo fare.
E per accorciare la distanza con gli ascoltatori come si fa?
Come se parlassi con un amico al telefono. Parlando come mangi. Parlare in modo semplice e raccontare le cose a chi non conosci come se fosse tuo amico, in questo modo le distanze si accorciano molto.
E con gli ospiti?
Che personaggio sportivo è stato più bello da intervistare? Chi invece ti ha messo più in difficoltà? Queste sono alcune delle risposte che ci ha dato.
Sugli opinionisti mi piace avere una sorta di circolo. Tendo a usare interlocutori con cui il discorso viene bene(…), gente con cui si “palleggia” facile
Ci sono quelli che sono molto istituzionali, quindi non riescono ad andare fuori da quello schema lì, se tu prendi qualsiasi giocatore in attività, salvo eccezioni, (…) Uno che ti dà la risposta stampata, m’importa meno
Ci ha parlato inoltre, di come gestisce gli ospiti che ha nelle varie puntate dicendo:
Quando avete un ospite, funziona molto metterlo a proprio agio(…). Parti con una battuta, uno scherzo in modo da strappargli un sorriso, poi l’ospite si scioglie e vengono fuori cose interessanti e diventa una chiacchierata tra amici.
Gli abbiamo chiesto anche come si comportasse se, durante una diretta, un ospite non rispondesse e, con tono abbastanza scherzoso ci ha risposto così:
Si chiama l’ospite successivo, si “cazzeggia” con l’esperienza e con il mestiere,(…) hai il salvagente degli ascoltatori e quindi lo gestisci in questo modo.
C’è sempre quindi, una via d’uscita diversa dal farsi venire un attacco di panico.
Sport e idoli
Con Genta abbiamo anche parlato di sport al di fuori della radio, dato che ha anche avuto la fortuna di seguire quattro Giri d’Italia, tra le altre cose. Gli abbiamo chiesto quindi, se tifasse qualche squadra di calcio e se avesse degli idoli, al che ci ha risposto:
Io sono ateo, da bambino cambiavo squadra spesso.(…) Andavo a vedere più spesso il Milan e andavo a vedere tutti i grandi che potevo, cioè Maradona sono andato a vederlo in tutti gli stadi del nord Italia.
Sono tifoso dei giocatori. Vado a vedere i giocatori che mi emozionano.
Quale consiglio darebbe a chi un giorno vorrebbe lavorare nel mondo della radio?
Io dico di farlo e di sfruttare quest’opportunità.