Il focus è sulla politica e cronaca estera. L’amministrazione Trump continua a far parlare di sé sia per le chat tra i vertici pubblicate su Atlantic che per il video della segretaria per la sicurezza interna nel carcere di El Salvador. Spostandoci in Asia spaventa il terremoto in Myanmar che ha distrutto il paese e causato danni nelle zone limitrofe. In Italia si discute a proposito di quale cognome sia giusto dare ai figli.
Migranti – la minaccia della segretaria di Trump
Fa discutere il video postato sui social dalla segretaria per la sicurezza Interna degli Stati Uniti Kristi Noem nel carcere di El Salvador. Il carcere in questione è CECOT: centro di detenzione di massima sicurezza per terroristi che ospita alcuni tra gli uomini più pericolosi del mondo. È stato inaugurato nel 2023 in risposta all’aumento della violenza delle gang nel paese. Il video raffigura la donna davanti ad una cella piena di detenuti. Detenuti che vivono in condizioni di isolamento totale; infatti il carcere è stato criticato fin dalla sua creazione per il sovraffollamento e la violazione dei diritti umani.
Nel video la donna lancia un messaggio da parte sua e del presidente Trump:
Il presidente Trump e io abbiamo un messaggio chiaro per gli stranieri illegali criminali: andate via ora. Se non ve ne andate vi daremo la caccia, vi arresteremo e potreste finire in questa prigione salvadoregna
Rai News
La prigione è stata offerta dal presidente Nayib Bukele all’alleato Trump al costo di 20mila dollari per detenuto. Solo poche settimane fa, infatti, Trump ha utilizzato una legge del 1798 per arrestare e deportare proprio qui 238 uomini, sospetti membri di una gang venezuelana.
Terremoto in Myanmar
È sabato mattina e La Stampa titola in prima pagina “Apocalisse Myanmar”, accompagnato dalla foto di una ragazza con il viso sporco di sangue. Un terremoto ha infatti devastato il paese asiatico ed è arrivato fino a Bangkok, in Thailandia, a oltre mille chilometri di distanza dell’epicentro. La prima scossa di magnitudo 7,7 è stata registrata alle 7:20 italiane di venerdì 28 marzo. A questa sono poi susseguite più di 50 scosse di assestamento, la più potente di queste è arrivata ad una magnitudo di 6.4. Domenica 30 marzo arriva una nuova scossa di assestamento, magnitudo 5,1; il terremoto non sembra finire.
Myanmar è un paese già di per sé molto povero e gli effetti del terremoto hanno reso la situazione disastrosa. Il bilancio provvisorio è di circa 1600 vittime mentre i feriti sono più del doppio; oltre che 2900 edifici, 30 strade e 7 ponti danneggiati. Si teme però che ci siano oltre 10.000 vittime non accertate.
Sale sempre di più la preoccupazione: tutto il mondo è in allarme per il paese colpito. Tra questi, le Nazioni Unite hanno stanziato 5 milioni di dollari per avviare i soccorsi e l’Unione Europea ha organizzato i primi aiuti umanitari pari a 2,5 milioni di euro. La Cina ha mandato un convoglio di soccorritori. Nel frattempo la popolazione aiuta come può, la maggior parte scavando tra le macerie a mani nude.
Lo scandalo delle chat tra i vertici americani
Immaginate cosa dovesse succede se un giornalista venisse messo per sbaglio in una chat di gruppo di persone molto potenti che parlano di attacchi militari… Nessuno si potrebbe immaginare una disattenzione del genere.
È proprio questo che è successo a Jeffrey Goldberg, direttore dell’Atlantic che è stato inserito in una chat su Signal con alti funzionari dell’amministrazione Trump. Tra questi: il vicepresidente J.D Vance, il consigliere per la sicurezza nazionale Waltz e il segretario della difesa Hegseth. Nella chat si discuteva dei riad contro i ribelli Houthi pianificato per il 15 marzo con dettagli specifici sulle modalità, le tempistiche e la comunicazione.
A raccontare dell’episodio è stato proprio lui sulla sua rivista, dopo averci riflettuto profondamente, e lo fa in questo modo:
Il mondo ha scoperto poco dopo le 14 del 15 marzo che gli Stati Uniti avrebbero bombardato gli Houthi nello Yemen. Io l’ho saputo due ore prima
Rai News
Nel corso della conversazione, di cui sono stati pubblicati gli screenshot, il vicepresidente Vance afferma di odiare l’idea di salvare l’Europa. Motivato dal fatto che da Suez e dal Mar Rosso passa una grande fetta del traffico marittimo europeo.
È stato chiesto a Trump a proposito di questa affermazione e lui non ha perso occasione di confermare a suo modo dicendo che gli europei sono dei parassiti.
Oltre a Vance che accusa la testata statunitense di aver amplificato il tutto; la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha cercato di uscire dalla questione dichiarando che i messaggi non contenevano piani di guerra ma solo discussioni generali sull’operazione. Anche Waltz insiste nel dire che nessuna informazione altamente riservata è stata compromessa. Il tutto ha però ovviamente aperto varie discussioni sull’importanza della sicurezza e riservatezza delle informazioni.

Franceschini: ai figli il cognome della mamma
Martedì 25 marzo si è tenuta l’assemblea dei senatori dem per esaminare i provvedimenti giacenti in Commissione. Tra questi c’è anche la proposta dell’attribuzione del doppio cognome ai figli. Dario Franceschini, membro fondatore del Partito Democratico (PD), ha però fatto una nuova proposta: dare ai figli solo il cognome della madre. La motiva in questo modo:
È un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere
Corriere Della Sera
L’ex ministro della cultura proporrà il testo che verrà discusso per poi essere approvato dalla Commissione e successivamente in Aula.
Non mancano le reazioni dei colleghi. Se la vicepresidente del Pd al Senato, Anna Rossomando, si mostra felice che un uomo abbia fatto leva su questo argomento, Carlo Calenda si chiede se non ci siano cose più importanti di cui occuparsi. Anche Matteo Salvini dice la sua, pensa che non è cancellando i papà che si risolvano i problemi.
I dazi di Trump
Continuano le discussioni a proposito dei dazi che Trump imporrà sulle importazioni negli Stati Uniti. Il presidente comunica di essere pronto ad accordarsi con i paesi che stanno cercando di evitare queste tariffe ma lo farà solo dopo che saranno iniziate. La data è fissata per il 2 aprile. Lo ha detto ai giornalisti a bordo dell’Air Force One ed ha anche dichiarato che arriveranno tariffe anche nell’industria farmaceutica. Ai giornalisti ha detto:
Tutti vogliono fare un accordo con noi, è possibile se possiamo ottenere qualcosa in cambio.
Rai News
Aveva inoltre già annunciato il 27 marzo i dazi del 25% sulle importazioni di auto prodotte all’estero. A questo risponde subito la Ferrari annunciando un aumento del 10% dei prezzi su tutte le auto ordinate dopo il 2 aprile negli Stati Uniti. Questa guerra commerciale sembra non avere fine e presto arriveranno nuovi sviluppi. Nel frattempo, con questa manovra, sembra che gli Usa incasseranno tra i 600 milioni e un trilione di dollari in due anni.

Immagine in evidenza: Il Dubbio