Il ticchettio delle lancette, lo scorrere dei minuti, il passare delle stagioni e poi degli anni – il tempo è qualcosa contro cui l’uomo si batte ogni giorno, in una battaglia già persa. Moltissimi filosofi ne hanno fatto oggetto dei loro scritti: Seneca, Nietzsche, Heidegger. Altrettanti poeti e scrittori hanno cercato di coglierne l’essenza nelle loro opere: Shakespeare e Percy Bysshe Shelley. La musica non si tira certamente indietro davanti all’ardua sfida del trovare un senso nel passare dei giorni. In questo articolo scopriremo 5 canzoni che ci provano.
Clocks – Coldplay
Famosa per il suo riconoscibile riff di pianoforte, Clocks dei Coldplay è un brano uscito nel 2002, all’interno dell’album A Rush Of Blood To The Head. Il pianoforte si ripete in modo ciclico, quasi ipnotico, come a simboleggiare l’inesorabile scorrere del tempo. Il testo parla di una lotta interiore contro tutte le occasioni perse, che si rispecchia perfettamente nella struttura circolare della canzone. Lights go out and I can’t be saved, frase che apre la canzone, sembra esserne la chiave, simboleggiando un tempo che avanza senza che si possa fare nulla per fermarlo e dimostrando la colossale inevitabilità degli eventi di fronte all’inettitudine umana.
Confusion that never stops
Clocks – Coldplay
Closing walls and ticking clocks
Gonna come back and take you home
I could not stop that you now know
Yesterday – The Beatles
Pubblicata nell’album Help!, uscito nel 1965, Yesterday è una celebre ballad dei Beatles, scritta da Paul McCartney. La dolce voce dell’autore è accompagnata solo dagli accordi di una chitarra acustica e per poco più di due minuti il brano riflette su un passato irraggiungibile al fronte di un presente malinconico. L’anafora di “yesterday” enfatizza il desiderio di tornare ad un momento in cui la vita sembrava meno complicata, e il tempo stesso viene visto come una barriera tra l’individuo e un passato idealizzato e perciò perfetto. Yesterday è la perfetta rappresentazione di come il passare dei giorni possa influenzare la nostra percezione degli eventi, facendoceli vedere attraverso il filtro appannato della nostalgia.
Yesterday love was such an easy game to play.
Yesterday – The Beatles
Now I need a place to hide away.
Oh, I believe in yesterday.
Time – Pink Floyd
Time è una delle canzoni più celebri dei Pink Floyd, pubblicata nel 1973 all’interno dell’album The Dark Side of the Moon. Si apre con un lieve ticchettio che in pochi secondi si trasforma in un risuonare cacofonico di sveglie e campane, immergendo da subito l’ascoltatore in un’atmosfera carica di tensione. I suoni poi si spengono, lasciando spazio ad un lieve ticchettio accompagnato da note profonde. Quando poi gli strumenti iniziano a suonare, la canzone si carica di energia. La voce di Waters è graffiante e totalizzante, mentre canta con urgenza il rimpianto per un presente scivolato via, senza che ci si potesse fare nulla.
Time racconta della realizzazione di aver sprecato troppo tempo nel fare nulla, sottovalutando l’importanza di momenti che non torneranno mai più. C’è solo ansia, dovuta alla drammatica consapevolezza di non avere dato abbastanza importanza a quella che Seneca definiva l’unica cosa in nostro possesso: il tempo che passiamo su questa terra.
And you are young and life is long, and there is time to kill today
Time – Pink Floyd
And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun
Good Riddance (Time of Your Life) – Green Day
Questa ballad dei Green Day, usata spesso dal gruppo come canzone di chiusura dei loro concerti, fa parte dell’album Nimrod, uscito nel 1997. Accompagnata da una chitarra acustica e da strumenti ad archi nel sottofondo, Good Riddance (Time of Your Life) è una canzone parla di addii e di separazioni, invitando gli ascoltatori a godersi ogni momento della vita, soprattutto a causa dell’imprevedibilità del futuro. Il messaggio di Billie Joe Armostrong, autore della canzone, si basa sulla fugacità del tempo e sull’importanza di valorizzare ogni attimo. Anche se malinconica, c’è una scintilla di positività, poiché nonostante i giorni scorrano senza che possiamo fermarli, avremo sempre a consolarci i ricordi, grazie ai quali possiamo trovare un senso nell’incertezza del futuro.
Time grabs you by the wrist, directs you where to go
Good Riddance (Time of your Life)
So make the best of this test, and don’t ask why
It’s not a question, but a lesson learned in time
Live Forever – Oasis
Pubblicata nel 1994 all’interno dell’album Definitely Maybe, è una delle canzoni più potenti e sicuramente più famose degli Oasis. Scritto da Noel Gallagher, il testo si oppone al pessimismo inneggiando all’immortalità simbolica e al desiderio di trascendere la mortalità proprio grazie alla musica. Invece di arrendersi alla fugacità della vita, Live Forever celebra la bellezza dell’esistenza nella sua imperfezione, soprattutto grazie a chi, in questo viaggio, ci tiene compagnia. Sembra quasi che le emozioni, i legami e la musica possano sopravvivere al passare del tempo e alla morte fisica. La vita non va quindi vissuta con paura della sua fine, ma celebrando il presente e rendendolo il più memorabile possibile, perché il tempo non può riuscire a cancellare ciò che lascia un segno profondo.
Maybe I will never be
Live Forever – Oasis
All the things that I wanna be
Now is not the time to cry
Now’s the time to find out why
La musica che ferma il tempo
Il tempo si rivela quindi un argomento fondamentale in moltissimi campi artistici e riflessivi e ognuno ne ha una percezione diversa: può essere un ricordo malinconico, un inno alla speranza o una disperata rassegnazione che la nostra vita non sarà mai abbastanza. Che sia un attimo da cogliere, un passato da guardare con nostalgia o una corsa verso l’immortalità, la musica ci insegna che il tempo è cosa ne facciamo e che dobbiamo imparare a spenderlo nel migliore dei modi. Uno di questi è, sicuramente, ascoltare buona musica.
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