In un weekend senza campionato di Serie A, la nazionale di calcio era pronta a prendersi le attenzioni di tutti, invece, i riflettori si sono puntati su due protagonisti “diversi” dal solito, Federica Brignone e Mattia Furlani.
La regina delle nevi, Federica Bringone è Campionessa del Mondo
Sabato si sarebbe dovuta svolgere la discesa libera di Sun Valley (USA), dove si stanno svolgendo le Finali della Coppa del mondo di sci alpino 2025, ma causa delle condizioni della neve e della visibilità limitata, la gara è stata annullata.
E così anche l’aritmetica è dalla parte di Federica Brignone che, grazie ai 382 punti di vantaggio sulla svizzera Gut-Behrami, si aggiudica il titolo di campionessa del Mondo. Arriva però un doppio successo per Federica, perché si aggiudica anche la coppa del mondo di discesa libera con i 16 punti di vantaggio su Cornelia Hütter e i 34 su Sofia Goggia.
La stagione dell’azzurra è stata veramente sensazionale, e i numeri fanno capire meglio la portata dell’atleta: 10 vittorie, portando così il totale in carriera a 37 (9° all-time), 15 podi, eguagliando il record (italiano) detenuto da Alberto Tomba per numero di podi in una singola stagione.
Domani invece si giocherà anche il titolo di Gigante, dove sono 20 i punti di svantaggio sulla neozelandese Alice Robinson, e sarà l’occasione per portarsi a casa un altro titolo e superare anche record di Tomba. Insomma, un altro pezzo di storia potrebbe essere scritto da Federica, e noi non vediamo l’ora di assistere.
Furlani, è Oro!
A Nanchino, in Cina, Mattia Furlani si aggiudica la medaglia d’oro nel salto in lungo ai Mondiali Indoor con un salto di 8.30 metri. Primo atleta italiano a riuscirci; l’unico che ci era andato vicino è stato Andrew Howe nel 2007. Come nel caso di Brignone, ciò che fa capire la portata dell’evento è una cifra, 20, che rappresenta gli anni del talento azzurro.
La gara non è stata solo combattuta, ma di più: ben otto atleti hanno superato gli 8 metri!
Al debutto in una finale iridata – gara in cui viene assegnato il titolo – Mattia parte con un nullo, il che potrebbe complicare le cose. Ma il giovane azzurro non si scompone: serve un buon salto per non abbandonare la gara, e può farlo.
Al secondo tentativo aggiusta la rincorsa, e decolla: ingresso in pedana bruciante (38,30 km/h), stacca vicino all’asse, sfrutta al massimo l’elevazione e atterra a 8,30 metri. `E un salto da campione!
La concorrenza, però, non sta a guardare. Il giamaicano Wayne Pinnock, uno dei favoriti, vola a 8.29. L’australiano Liam Adock non è da meno: 8.28. Mattia nel mentre prova a migliorarsi, ma si ferma a 8.28. Il quinto tentativo è nullo, lasciando tutto aperto fino all’ultimo.
All’ultimo round la tensione è alle stelle.
Furlani è ancora in testa, ma Pinnock e Adock hanno un’ultima possibilità per soffiargli l’oro. Entrambi spingono all’inverosimile, ma non riescono a superare l’azzurro. Mattia Furlani è campione del mondo!
Tre talenti racchiusi in soli due centimetri, a dimostrazione di una gara spettacolare, da incorniciare. Furlani diventa così il primo italiano a conquistare un titolo mondiale indoor nel salto in lungo maschile, entrando di diritto nella storia dell’atletica italiana e non solo.
Dortmund, non è il 2006.
Ieri sera, al Signal Iduna Park di Dortmund, si è giocato il ritorno dei quarti di finale di UEFA Nations League tra Germania e Italia. Uno stadio che evoca gloriosi ricordi a noi italiani, ma che sta volta lascia spazio solo alla notalgia: la nazionale di Luciano Spalletti entra in campo con ambizioni, ma solo sulla carta, venendo poi sovrastata dai tedeschi.
La formazione iniziale ha lasciato più di qualche dubbio, a partire dalla scelta di Daniel Maldini titolare al fianco di Moise Kean in attacco. Daniel sta trovando difficoltà in questa stagione ad imporsi, sia con il Monza che successivamente con l’Atalanta, e quindi ,giustamente vorrei sottolineare, era abbastanza scontato che avrebbe trovato difficoltà in mezzo a due giganti della difesa come Tah e Rüdiger.
Anche Gatti non era nella serata perfetta per marcare a uomo Jamal Musiala, enfant prodige nel Bayern Monaco, che lo fa correre a vuoto per tutta la sua metà campo senza mai farsi prendere.
Primo gol dei tedeschi che arriva grazie al rigore calciato in modo impeccabile da Joshua Kimmich, sul quale non può nulla Gigio Donnarumma. Il secondo gol è degno di essere mandato a Paperissima Sprint, perché per le modalità con cui arriva, solo lì lo si può vedere. Corner per i tedeschi, difesa azzurra che si fa prendere dall’agonismo e non guarda la palla, Kimmich batte e passa il pallone a Musiala che ribadisce in rete il 2-0.
Può andare peggio? Certo, ci pensa Tim Kleindienst, con un colpo di testa a far tornare le squadre negli spogliatoi con un passivo di 3-0 per gli uomini di Julian Negelsmann.
Nel secondo tempo la Germania allenta la presa, mister Spalletti toglie i due che peggio hanno interpretato la partita, Gatti e Maldini.
Al primo calo di attenzione dei tedeschi Kean li punisce. Al ‘68 Sandro Tonali lascia spazio a Raspadori, che ci mette meno di un minuto a servire l’assist per la doppietta di Kean.
Primo giocatore dopo Balotelli a siglare una doppietta contro la Germania, questo a riprova della stagione di Moise.
Raspadori azzera le distanze grazie ad un calcio di rigore nei tempi di recupero, ma non basta agli azzurri per proseguire il camminano in Nations Leaugue.
Adesso sarà il girone composto da Norvegia, Israele, Moldova ed Estonia, a decretare se l’Italia andrà o meno ai Mondiali del 2026.
Immagine in evidenza: Vogue Italia