“I AM MUSIC”: L’atteso ritorno di Playboi Carti

L’attesa è finita: il nuovo album di Playboi Carti, “I AM MUSIC”, è finalmente disponibile. Dopo mesi (e anni) di speculazioni, false partenze e rimandi strategici, il rapper di Atlanta ha deciso di fare sul serio, consegnando ai fan un progetto che si preannuncia esplosivo.

Un’attesa lunga 1540 giorni

Sono passati più di quattro anni, precisamente 1540 giorni, dall’uscita di “Whole Lotta Red“, e l’attesa per il nuovo progetto di Playboi Carti ha raggiunto livelli quasi mitologici. “Music” (inizialmente intitolato “Narcissist“, poi “I Am Music“, per tornare infine a “Music“) si presenta come un colossale opus di 30 tracce, un audace statement artistico che capitalizza proprio su questa estenuante attesa.

Le prime conferme sull’uscita sono arrivate qualche giorno fa con un post enigmatico di Spotify, che invitava il pubblico ad avere fede, e con vari collaboratori dell’artista che hanno lasciato intendere che il momento fosse davvero arrivato. Tra i più tempestivi nel dare anticipazioni c’è stato DJ Akademiks, che aveva dichiarato di aver già ascoltato il disco per intero e non ha esitato a sbilanciarsi: secondo lui, “I AM MUSIC” è il miglior disco mai pubblicato da Playboi Carti, un progetto così completo da segnare già il 2025.

Che il disco fosse in dirittura d’arrivo era nell’aria già da mesi. A settembre, infatti, sul sito ufficiale del rapper era apparsa la possibilità di preordinare l’album in formato digitale e fisico. In quell’occasione era stato specificato che le spedizioni sarebbero avvenute entro sei mesi, e adesso quel termine è arrivato. Dopo mesi di giochi psicologici e teaser, il mistero è risolto: Playboi Carti è tornato per davvero.

La lunga metamorfosi di un’icona

Quattro anni di silenzio hanno trasformato Playboi Carti in una figura quasi mitologica. Da “Whole Lotta Red” a “Music“, il rapper ha attraversato una metamorfosi artistica radicale, reinventandosi ancora una volta. Questo nuovo capitolo segna non solo il ritorno di un artista, ma la consacrazione di un approccio musicale che ha già cambiato il panorama del rap contemporaneo, influenzando un’intera generazione di producer e performer che guardano a lui come punto di riferimento imprescindibile.

Un rollout basato sull’assenza

Ciò che rende Playboi Carti un caso unico nel panorama musicale contemporaneo non sono tanto i numeri o l’influenza sulla nuova generazione di rapper, quanto la sua capacità di trasformare l’assenza in una potente strategia artistica. Nell’era della sovraesposizione, dove gli artisti pubblicano continuamente per non scomparire dai radar, Carti ha scelto deliberatamente di farsi desiderare, costruendo un’aura di mistero attraverso il silenzio.

Il rollout di “Music” rappresenta forse l’apice di questa strategia: snippet che circolano in rete, leak, versioni incomplete di brani mai ufficialmente pubblicati che però generano milioni di views sui social, date annunciate e poi disattese.

Persino il giorno dell’uscita ufficiale, prevista per la mezzanotte del 14 Marzo, l’album ha subito ritardi, arrivando sulle piattaforme solo alle 4:45 del mattino, (ore 12:00 italiane).

Lo stesso Carti ha motivato il ritardo con problemi di clearance sui campionamenti, rivelandolo in un messaggio privato letto in diretta dallo streamer Kai Cenat su Twitch.

“Se non fosse stato per i sample e per le autorizzazioni, sarebbe uscito a mezzanotte, ma ormai è tutto risolto. Dovrebbe uscire da un momento all’altro”.

Una line-up stellare

L’album vanta una line-up di collaboratori impressionante: Kendrick Lamar appare in ben tre tracce (“Good Credit“, “Mojo Jojo” e “Backd00r“), dove in una delle sue strofe si riferisce a Carti come il suo “evil twin“, sottolineando la sinergia creativa tra i due artisti. Travis Scott è presente su altre tre tracce (“Crush“, “Philly” e “Wake Up F1lthy“), mentre The Weeknd, Skepta, Future, Young Thug e Ty Dolla Sign completano il roster di guest star.

Particolarmente significativa è la presenza di Lil Uzi Vert su “Jumpin” e “Twin Trim“, considerando che la loro relazione si era incrinata intorno al 2019, portando persino a un presunto scontro fisico, prima della riconciliazione avvenuta sul palco del Rolling Loud New York nel 2021.

La tracklist completa

Ecco l’intero elenco delle 30 tracce che compongono “Music“:

  1. Pop Out
  2. Crush (feat. Travis Scott)
  3. K Pop
  4. Evil Jordan
  5. Mojo Jojo (feat. Kendrick Lamar)
  6. Philly (feat. Travis Scott)
  7. Radar
  8. Rather Lie (feat. The Weeknd)
  9. Fine Shit
  10. Backdoor (feat. Kendrick Lamar)
  11. Toxic (feat. Skepta)
  12. Munyun
  13. Crank
  14. Charge Dem Ho*s a Fee (feat. Future)
  15. Good Credit (feat. Kendrick Lamar)
  16. I Seeeee You Baby Boi
  17. Wake Up F1lthy (feat. Travis Scott)
  18. Jumpin (feat. Lil Uzi Vert)
  19. Trim (feat. Future)
  20. Coc**ne Nose
  21. We Need All Da Vibes (feat. Young Thug & Ty Dolla $ign)
  22. Olympian
  23. OPM Babi
  24. Twin Trim (feat. Lil Uzi Vert)
  25. Like Weezy
  26. Dis 1 Got It
  27. Walk
  28. HBA
  29. Overly
  30. South Atlanta Baby
Tracklist ufficiale di “MUSIC”, da OPIUM

Un’esperienza sonora

L’album è un viaggio musicale che riflette la continua metamorfosi di Carti, la sua abilità di reinterpretare la trap in chiave futuristica e destrutturata. L’utilizzo della voce diventa centrale: più cupa, filtrata e distorta, trasformandosi in uno strumento che si amalgama ai beat sperimentali.

Il sound del disco mescola hyperpop, industrial trap e influenze punk, dando vita a una dimensione sonora che si muove tra aggressività e ipnosi.

A livello sonoro, infatti il progetto è devastante: le produzioni sono aggressive e sperimentali, il sound è caotico, le transizioni a volte sembrano senza senso, eppure tutto questo è perfettamente in linea con l’estetica di Carti. L’album si configura come un vero e proprio muro sonoro, caratterizzato da voci distorte e produzioni che sfidano le convenzioni del genere.

Dal punto di vista strutturale, “Music” si presenta come un mosaico di almeno due o tre anni di lavoro, come si evince dalle diverse intonazioni della voce di Carti, che ha progressivamente reso più cupa, e da alcuni riferimenti che emergono nelle strofe dei featuring. Rispetto a “Whole Lotta Red“, il primo ascolto risulta paradossalmente più accessibile, nonostante l’approccio sperimentale.

Ma “Music” può reggere il peso di questa attesa? L’album non offre risposte facili. Non è un progetto immediatamente accessibile, né cerca di essere un classico istantaneo. È un album caotico, stratificato, che richiede ascolti ripetuti per essere compreso.

Se “Whole Lotta Red” aveva spiazzato per il suo carattere abrasivo e anticonvenzionale, “Music” sembra rappresentare un’evoluzione di quel linguaggio.

Tuttavia, la scelta di pubblicare 30 tracce è un’arma a doppio taglio, ma giustificata dalla lunga attesa. L’ascolto integrale è un’esperienza impegnativa e, per quanto il progetto sia coeso nella sua estetica, alcune tracce sembrano slegate dal concept generale. Il rischio di dispersione è evidente, con momenti in cui la coerenza sonora si perde tra eccessi e sperimentazioni che sfidano la pazienza dell’ascoltatore.

Nonostante ciò, Music ha tutte le carte in regola per diventare un cult, soprattutto grazie alla sua attitudine da moshpit e alla resa live, che sarà il vero banco di prova per il disco.

Conclusioni: Ne è valsa la pena?

Dopo quattro anni e mezzo di attesa, la domanda che tutti si pongono è: ne è valsa la pena? La risposta non è immediata, ma una cosa è certa: Carti non ha mai smesso di influenzare il panorama musicale, e il suo ritorno rappresenta un nuovo punto di partenza, sia per lui che per l’intera scena hip-hop internazionale.

ma vi invito a riflettere su una cosa.

In un’era dominata dal rumore costante, dall’iper-produzione e dalla necessità ossessiva di rimanere rilevanti, Playboi Carti ha elevato i suoi comportamenti contraddittori e il silenzio in maniera quasi odiosa, ma altrettanto geniale.

Il suo approccio sovverte completamente le logiche dell’industria musicale contemporanea, facendosi portavoce di una controcultura che valorizza l’attesa come parte integrante dell’esperienza artistica.

Music” diventa così una meditazione sul tempo e sul valore dell’assenza. In un certo senso, Carti sta interrogando la nostra stessa relazione con la musica nell’era dello streaming: quanto siamo disposti ad aspettare? Quanto può durare il desiderio prima di trasformarsi in indifferenza? E soprattutto, qual è il confine tra strategia artistica e semplice manipolazione?

Questo progetto rappresenta la quintessenza della filosofia di Carti: creare un universo sonoro che si nutre del proprio mito, della propria leggenda. L’artista ha compreso che nell’economia dell’attenzione, scarsità e silenzio possono essere più potenti della saturazione. Ha trasformato il proprio processo creativo in un esercizio zen, dove il disco non è solo il prodotto finale, ma l’intero percorso di attesa e desiderio.

In un mondo dove tutto è immediatamente disponibile, Carti ci ricorda il valore dell’inaccessibilità. “Music” non è solo un album, ma un manifesto esistenziale che sfida le nostre aspettative e ci costringe a riconsiderare la relazione tra artista, album e pubblico.

MUSIC è la chiusura di un ciclo e l’inizio di un altro. Non è solo un album, ma un fenomeno culturale che continuerà a influenzare il rap degli anni a venire. Per chi lo segue dal primo giorno, è una celebrazione dell’estetica cartiana nella sua forma più pura. Per chi non lo ha mai compreso, è l’ennesima provocazione. Ma una cosa è chiara: Playboi Carti è ancora al centro della conversazione musicale, e il suo regno è tutt’altro che finito.

playboicarti, da: billboard

Immagine in Evidenza: RAPTV

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