Pippo Pollina, cantautore e fondatore della band palermitana Agricantus, oggi, 11 marzo, è stato presente all’Università IULM di Milano per una lezione-concerto. L’evento è stato organizzato dal docente di Storia Contemporanea Massimo De Giuseppe, che ha strutturato la lezione attorno al primo romanzo di Pollina, L’altro.
Pippo Pollina e il suo percorso musicale
Pippo Pollina, nasce a Palermo nel 1963, e fin da giovane si avvicina alla musica, sviluppando una passione per la canzone d’autore. La sua carriera prende il via negli anni Ottanta, quando, insieme al gruppo I Siciliani, partecipa a numerosi eventi e concerti, e comincia a farsi notare con le sue canzoni che trattano di temi sociali, politici e resistenza. Tuttavia, è nel 1988 che inizia la sua carriera da solista, che lo porterà a essere uno degli esponenti più rappresentativi del cantautorato impegnato. Nel corso della sua carriera, Pippo Pollina ha collaborato con molti artisti e musicisti, creando progetti che superano i confini nazionali e ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero.
L’altro, il primo romanzo di Pippo Pollina
Il libro segue due protagonisti: Frank Fischer, un giornalista tedesco di Wolfsburg, e Leonardo “Nanà” Conigliaro, un medico siciliano di Camporeale. Le loro storie si svolgono tra il 1988 e il 2001, anni segnati da grandi cambiamenti storici, come la fine della Guerra Fredda, la caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli, le stragi di mafia del ’92-’93 e l’attacco alle Torri Gemelle. All’inizio, i due personaggi sembrano vivere in mondi separati, ma il romanzo dimostra come gli eventi globali influenzino profondamente le vite private. Alla fine, le loro storie si intrecciano, facendo vedere come le vicende personali siano inevitabilmente legate alla Storia con la “S” maiuscola.
I temi delle canzoni di Pollina
Le sue canzoni trattano temi come la lotta per i diritti, la giustizia sociale, l’immigrazione, il ricordo della storia e la denuncia contro le ingiustizie. Pollina ha sempre cercato di raccontare, attraverso le sue canzoni, la bellezza e la sofferenza della sua terra, la Sicilia, portando anche alla luce le contraddizioni sociali ed economiche.
Tuttavia, Pippo Pollina non si limita a parlare solo della Sicilia, ma si fa portavoce di tematiche universali, cercando di dare voce a chi spesso non ha la possibilità di esprimersi. La sua visione della musica è quella di un linguaggio universale che più aiutare a unire le persone, oltre alle differenze culturali e geografiche.
I momenti più rappresentativi della carriera di Pollina
Nel 1997, Pippo Pollina pubblica l’album Il Mondo Nuovo, uno dei suoi dischi più noti, in cui si possono ritrovare tutte le sue caratteristiche artistiche: melodie delicate, un grande impegno sociale e testi potenti. Un altro momento significativo della sua carriera avviene nel 1999, quando collabora con Franco Battiato nel brano Versi per la libertà, contenuto nell’album di Pollina Bar Casablanca. Il brano è un omaggio alla libertà e alla resistenza.
Intervista a Pippo Pollina
Cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso?
La musica mi permette di esprimermi a 360°: mi fa sentire libero e bene, sia a livello emozionale che ideologico. Senza la musica, la mia vita sarebbe stata un’altra cosa. È grazie a questo potere espressivo che ho deciso di dedicarmi interamente a quest’arte.
Ci sono stati movimenti musicali che l’hanno ispirata?
Sì, la mia formazione musicale è stata molto variegata. Sono cresciuto con la musica classica, poi mi sono appassionato alla canzone d’autore e alla poesia musicale in diversi paesi del mondo. In seguito, ho scoperto anche la musica popolare e il jazz. Ogni genere ha contribuito a formare il mio repertorio, sia come autore sia come semplice ascoltatore.
Considerando l’impegno sociale all’interno dei suoi brani, quanto è importante che una canzone abbia un messaggio?
La musica può avere un messaggio profondo, ma può anche essere leggera e spensierata, qualcosa che ci fa sorridere e canticchiare sotto la doccia. Non è un obbligo che ogni canzone debba veicolare un messaggio impegnato.
La musica può essere anche un mezzo potente per riflettere, per portare avanti idee e tematiche sociali. Questa è la sua grandezza: la capacità di attraversare gli umori e di esprimersi in modo completo. Personalmente, cerco sempre un equilibrio tra serietà e leggerezza.
Pippo Pollina
Come riesce a mantenere l’equilibrio tra l’aspetto artistico e sociale all’interno della sua musica?
Ritengo che i temi sociali si armonizzino perfettamente con la bellezza delle forme artistiche. Comporre opere che abbiano un forte messaggio sociale non ne diminuisce l’estetica; al contrario, arricchisce l’opera e la rende ancora più completa.
Al giorno d’oggi, quali temi ritiene più urgenti da affrontare attraverso la musica?
In questo periodo, il tema della pace è senza dubbio di grande importanza, così come quello dell’ambiente, che troppo spesso viene messo da parte. Ricordo che qualche anno fa temi come quello ambientale, ispirati dai movimenti giovanili, occupavano le prime pagine dei giornali. Oggi, sebbene meno in evidenza, rimangono fondamentali da affrontare.
Come nasce per lei una canzone? È un processo creativo strutturato oppure si lascia guidare dall’ispirazione del momento?
Il mio processo creativo è fondamentalmente legato all’ispirazione del momento. Ci sono volte in cui musica e testo nascono insieme, altre in cui viene prima la musica e poi il testo, o viceversa. Non seguo un metodo fisso, ma lascio che l’ispirazione prenda il sopravvento.
Quando collabora con altri artisti, quale tipo di alchimia cerca e come sceglie queste collaborazioni?
Il criterio principale è emotivo: deve esserci una vera sintonia e vicinanza umana. È importante condividere una passione e, soprattutto, sentirsi bene insieme. Anche se le differenze esistono, l’empatia e il rispetto reciproco sono fondamentali.
Nei suoi brani porta spesso la Sicilia. Il pubblico estero riesce a cogliere la realtà di una Sicilia di un tempo, oggi trasformata?
Cerco di raccontare la Sicilia che conoscevo nei miei primi anni, una realtà autentica e, per molti, esotica nella sua drammaticità. Naturalmente, il tempo porta cambiamenti e le mie opere evolvono di pari passo. Il mio pubblico, che mi segue da decenni, ha assistito a questa evoluzione e apprezza la continuità e il cambiamento.
Come cambia il rapporto con il pubblico estero rispetto a quello con il pubblico italiano?
Il rapporto con il pubblico all’estero è molto diverso, perché il contesto culturale fa sì che gli ascoltatori percepiscano aspetti diversi della mia personalità e della mia arte. Questo mi fa capire che l’arte è soggettiva e, per quanto io cerchi di mantenere una certa coerenza nella mia immagine, chi mi ascolta coglie sempre sfumature diverse a seconda del luogo in cui si trova.
Immagine in evidenza: FolkClub