Amour fou: tra arte e vita

Che sia letteratura, musica o cinema il concetto di Amour fou è onnipresente, permeando le opere di numerosi artisti e diventando una fonte inesauribile di ispirazione. Questo amore irrazionale ha affascinato intere generazioni, trovando espressione nei versi dei poeti maledetti, nelle canzoni e nei film, specialmente quelli surrealisti, che esplorano le passioni umane più impetuose.

Ad esserne particolarmente affascinati sono i Francesi, popolo a cui apparteneva lo stesso André Breton, teorico del surrealismo e autore che ha dato forma a questo concetto.

Nelle strade di Montmartre, quartiere simbolo della bohème parigina, è diffusa la scritta “L’amour fou rend dingue”, ovvero “L’amore folle ti rende folle”. Ma cos’è davvero questo amour fou?

L’amour fou e il surrealismo

Il concetto di amour fou è stato formalizzato da André Breton nell’omonimo testo, edito tra il 1934 e il 1936 e pubblicato dalla casa editrice Gallimard nel 1937. L’amour fou è inteso come intreccio insolubile di passione e desiderio erotico, che, incapace di frenarsi, consente all’uomo di spezzare il giogo del Super-io e di ogni dovere sociale. 

Questo concetto dunque si inserisce perfettamente nel surrealismo, corrente di cui Breton fu fondatore e capostipite. Il surrealismo, infatti, si poneva in aperta rottura con il cinema tradizionale, contrapponendo all’ordine razionale della Hollywood contemporanea un’esperienza onirica e spontanea.

Centrale in questa visione era l’automatismo psichico, una forma di scrittura automatica che si colloca in uno stato intermedio tra la veglia e il sonno.

Immagini tangibili

A rendere tangibile la potenza dell’amour fou sono immagini di crudo realismo, che rifiutano l’idea estetizzante della bella forma per esaltare la sostanza. Le immagini, che rompono la tradizione artistica e culturale prettamente borghese, sono perfette a rappresentare un concetto la cui dirompenza distanzia l’uomo dalla sua rappresentazione più tradizionale. 

Le opere manifesto dell’amour fou

L’amour fou, profondamente radicato nella poetica del movimento surrealista, si manifesta nelle sue opere principali come un’ossessione amorosa irrazionale e spesso frustrata, in cui il desiderio incontra ostacoli insormontabili, generando conflitti tra pulsioni istintive e restrizioni imposte dalla società. 

Tra queste opere spiccano:

Un chien andalou di Buñuel e Dalí (1928)

L’opera, nata nell’ambiente del Surrealismo parigino e frutto della collaborazione tra Luis Buñuel e Salvador Dalí, si pone come una delle più celebri opere avanguardistiche. Il film si sviluppa seguendo la logica del racconto onirico, sfidando le convenzioni narrative tradizionali e immergendo lo spettatore in un flusso di immagini sconnesse e cariche di simbolismo la cui unica funzione è di accendere pulsioni erotiche e di morte nello spettatore. Al centro della vicenda vi è l’impetuoso desiderio di un uomo e una donna di unirsi, continuamente ostacolato da eventi assurdi e imprevedibili. 

L’age d’or di Buñuel e Dalí (1930)

Buñuel e Dalí rinnovano la loro collaborazione due anni dopo con “L’Âge d’Or”, ponendo erotismo e sessualità come forze sovvertitrici dell’ordine sociale e culturale. Anche in questo caso il racconto dell’amour fou, con il suo erotismo travolgente, è affidato ad un susseguirsi di episodi slegati in cui alla passione dei due amanti si oppongono ostacoli di ordine esplicitamente istituzionale: la religione, la politica e la cultura tradizionale rappresentate come barriere insormontabili alla libertà individuale. Nell’opera, infatti, emerge un altro tema ricorrente che, insieme all’amour fou, attraversa le opere di Buñuel: la satira e lo sberleffo, presentati in una chiave anti-borghese e anti-ecclesiastica.

La coquille et le clergyman di Antonine Artaud e Germaine Dulac (1927)

Scritta da Antonin Artaud e diretta da Germaine Dulac, è un’opera che esplora la passione ossessiva di un sacerdote per una donna, più precisamente la sua ossessione erotica, affrontata attraverso una narrazione frammentata e onirica, tipica del movimento surrealista. Il film si distacca dalle convenzioni narrative tradizionali, dando vita a una serie di sequenze visive disconnesse che riflettono il turbamento interiore del protagonista e il suo desiderio irrazionale. La visione surreale offre un’esplorazione della psiche umana, in cui il corpo, il desiderio e la religione si intrecciano in un gioco di opposizioni e tensioni dilanianti. 

Oltre l’arte 

Il concetto di amour fou nasce nell’arte, dove raggiunge la sua massima espressione attraverso le immagini crude e la dimensione onirica del surrealismo, esaurendo così la sua forza.

Come osserva la celebre cantante francese Françoise Hardy, la distruttività dell’amore folle, infatti, non appartiene alla vita reale.

“L’amour fou” non è vero amore, ma una forma di dipendenza emotiva in cui l’altro diventa il centro assoluto della propria vita, determinandone felicità e futuro. Questo bisogno irrazionale e totalizzante lo rende “folle” e distruttivo. Il vero amore, invece, esclude possessività, gelosia e dipendenza: lascia l’altro libero di esistere al di fuori di sé, desiderandone il bene senza imposizioni o ricatti affettivi, favorendone la crescita e l’evoluzione.”

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