“And the Oscar goes to…” ma perché non assegnare una statuetta a chi ha avuto l’idea di battezzarla così, Oscar? Formalmente, il premio dovrebbe chiamarsi Academy Award of Merit, ma ammettiamolo: questo titolo non trasmette la stessa iconicità, degna del traguardo più ambito nel mondo cinematografico. Iconico è il premio, iconico è il nome e, altrettanto lo sono, le leggende che si celano dietro. Del resto, sapere che il simbolo del cinema mondiale prende il nome da tuo zio, non è di certo da tutti i giorni!
Il tappeto rosso, srotolato davanti al Dolby Theatre, a Los Angeles, sta per accogliere tutte le eccellenze del cinema americano ed internazionale che hanno brillato nel 2024.
Anche quest’anno, l’AMPAS (Academy Picture Arts and Sciences) ha fatto le sue scelte, come avviene dal 1929.
Un’importante premiazione di soli 15 minuti
Il 16 maggio 1929, in un’atmosfera diversa dalla Walk of Fame, si svolse alla Blossom Room del Roosevelt Hotel di Hollywood la prima premiazione degli Oscar. L’evento è riservato a 270 ospiti, i quali conoscevano in anticipo i vincitori dell’Academy Award – attori, registi e film erano stati annunciati tre mesi prima. L’intera premiazione si concluse in 15 minuti. Visti i tempi corti, evidenziando come l’obiettivo iniziale dell’Academy fosse onorare l’affermata arte dell’industria cinematografica statunitense, senza la spettacolarizzazione che caratterizza le nostre notti.
I primi film candidati sono opere comprese tra il 1927 e il 1928, poiché l’Academy è fondata due anni prima l’idea di creare un premio dedicato. Il cavaliere di bronzo placcato in oro concretizza il giudizio di attori, produttori, registi, giornalisti e altri esperti del settore, che nel quasi anonimato, premiano il merito per aver esaltato il cinema degli Stati Uniti.
Lo zio assomiglia al cavaliere dorato
Si narra che, durante la premiazione del ’29, Margaret Herrick – direttrice negli anni Trenta della biblioteca dell’Academy – vedendo per la prima volta la statuetta, esclamò: «Ma somiglia proprio a mio zio Oscar!».
Curiosamente, anche l’attrice Bette Davis – vincitrice di due statuette – fa la stessa osservazione della Herrick, qualche anno più tardi, pensando al suo ex marito, Harmon Oscar Nelson.
Improvvisamente, il nome Oscar, dalla Bloom Room, si diffonde come un trend fino ad apparire sulle testate giornalistiche. Nel 1934, il giornalista Sidney Skolsky, riferendosi agli Academy Award of Merit nel suo articolo di gossip, abbrevia il titolo del premio in Oscars.
Sempre nello stesso anno, un articolo del Time comincerà con: «Nell’industria del cinema le piccole statuette dorate che vengono consegnate ogni anno dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences vengono chiamate “Oscars”».
È solo nel 1939 che l’Academy soprannominerà ufficialmente la statuetta dorata “Oscar”, senza mai confermare nessuna delle teorie che circolano da anni. Del resto, l’accesso all’Olimpo del cinema deve rimanere avvolto nel mistero, proprio come segreti sono i nomi dei critici dell’AMPAS. Una cosa è certa: Oscar è diventato un nome di prestigio.