Perchè si sogna? La risposta è tra teoria e realtà

Quando si parla di sogni, il discorso sfocia quasi sempre nell’assurdo. Insomma, come possono delle visioni mentali dirci qualcosa su noi stessi? E se sono così personali, come mai si parla spesso di sogni comuni a molti? (come la caduta infinita per intenderci). Ancora: come mai sogniamo? A cosa serve? Tutti sognano? E perché non ricordiamo quasi mai ciò che sogniamo? A cosa serve sognare qualcosa se poi il cervello la dimentica?

In questo articolo proveremo a dare finalmente una forma ed un contesto a questo “mondo onirico”; cercando come sempre di prendere in analisi le informazioni più certe possibili, allontanandoci dalle varie dicerie. Mettetevi comodi sul letto, sistemate il cuscino e partiamo!

Cos’è un sogno?

Come sempre, quando si fa un’analisi di questo tipo, bisogna partire dalla parola stessa: sogno. Cosa vuole dire?

Il termine sogno deriva dal latino somnium, ovvero sonno, suggerendo agli studiosi che, almeno in origine, il termine sogno e sonno non si distinguevano e, anzi, erano un tutt’uno. Oggigiorno le due parole si riferiscono a concetti differenti, rimanendo però connesse e inseparabili nella pratica.

Il sogno, definito in modo più poetico “Pensiero Notturno”, viene descritto come un fenomeno psichico, presente durante il sonno, che si caratterizza per la percezione di immagini e suoni reali che fanno, o facevano, parte della vita del soggetto sognante; per questo durante i sogni compaiono molto spesso persone o oggetti che riconosciamo.

Allora per quale motivo mi ritrovo quasi sempre a vivere situazioni surreali? In realtà la risposta è più semplice di quanto possa sembrare: durante la fase REM (Rapid Eye Movement), ovvero la fase in cui siamo più predisposti a sognare, il nostro cervello, invece di dormire, è incredibilmente attivo, quasi come se fossimo svegli. Ecco, nonostante tutta questa attività, la parte del cervello incaricata di gestire il pensiero logico e razionale è meno attiva. Questo fa nascere nei sogni delle situazioni strane e, a tratti, inquietanti.

Dipinto Surrealista di Max Ernst, Edipus Rex da Finestresull’Arte

L’origine dei sogni

Studiare e domandarsi da dove vengano i sogni o quali siano le loro origini è un tema che affascina l’umanità da diversi millenni; quindi, è ora di tornare un po’ indietro nel tempo.

Nell’antichità, come in moltissimi altri ambiti, molte culture credevano e vedevano i sogni come dei messaggi divini o perfino delle premonizioni capaci di prevedere il futuro. Il vero cambiamento arrivò con il ventesimo secolo quando, nel 1953, il giovane universitario statunitense Eugenio Aserinsky scoprì l’esistenza della fase REM che, solo successivamente, permise agli studiosi di collegare i sogni all’attività cerebrale.

Cosa si intende per fase REM?

Come accennato qualche riga fa, REM è un acronimo e significa Rapid Eye Movement oppure, tradotto in italiano, sonno con movimenti oculari rapidi. La fase REM è una delle fasi del sonno esclusiva di mammiferi ed uccelli ed è caratterizzata, appunto, sia da un movimento molto rapido degli occhi, sia da un’attività cerebrale molto intensa che permette l’avvento dei sogni.

Oltre al sonno REM sono state individuate anche altre fasi che, per comodità, vengono tutte messe sotto la categoria sonno NON – REM e, per farla semplice, comprendono tutte quelle fasi di sonno leggero o comunque non totale. In questo articolo non le approfondiremo, ma per completezza vi basti sapere che, ogni notte, fase REM e NON – REM si alternano ognuna di 90 minuti circa, finché il soggetto non è completamente nella fase REM.

Dipinto Surrealista di René Magritte, Doppio segreto su Studenti

A cosa serve sognare?

Ok, abbiamo capito cosa sono i sogni, da dove vengono e cosa li fa nascere…ma a cosa servono? Perché la nostra specie, durante il corso della storia, ha mantenuto la possibilità di sognare?

È opportuno iniziare dicendo che, ad oggi, non è ancora chiaro il perché sogniamo. Sappiamo che sognare aiuta a consolidare la memoria e, essendo completamente assente il pensiero analitico, ad elaborare meglio le emozioni; ma, dal punto di vista evolutivo, alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che sognare ci possa permettere di vivere possibili scenari di minaccia senza rischiare. Se questa ipotesi risultasse veritiera, sognare poteva rappresentare uno strumento molto potente ed utile per i nostri antenati, preparandoli ad eventuali pericoli

Secondo altri studi, i sogni potrebbero fungere da “anti stress”, aiutandoci ad elaborare meglio i pensieri diurni; questa teoria trova grande solidità soprattutto quando si va a studiare il contenuto dei sogni che, molto spesso, ingabbia paure, ansie e preoccupazioni.

Allora perché li dimentico una volta sveglio/a?

Durante il sonno alcune aree del cervello legate alla memoria a lungo termine (ovvero la memoria che conserva tutte le conoscenze e le esperienze) risultano meno attive e, quindi, meno predisposte a ricordare. Diversi studi hanno dimostrato che svegliandoci, quindi passando da una fase di bassa attività cerebrale ad una alta, il cervello si disorienta; come riportato dagli scienziati, sembrerebbe che svegliarsi durante una fase REM favorisca un ricordo più limpido e chiaro, mentre interrompere una fase NON – REM restituirebbe un ricordo nebbioso e poco chiaro.

Dipinto Surrealista da MagnianiRocca

Perchè sogniamo le stesse cose?

Arrivati a questo punto, avete mai sognato di cadere o di essere inseguiti? Beh, non siete soli! Esistono sogni comuni a moltissime persone e questo fatto è stato spiegato da diverse teorie psicologiche e neuroscientifiche, un esempio è quella di Carl Jung. Lo psicologo parla di un “inconscio collettivo”, ovvero una sorta di memoria condivisa tra tutti gli esseri umani che andrebbe a giustificare temi onirici universali; anche se esperienze comuni come il cadere o l’essere inseguiti posso comparire nei sogni come semplici riflessi di ansie e paure che ha sviluppato la nostra società.

Gli animali sognano?

Se per gli esseri umani lo studio del sogno risulta di per sé molto complesso, potete solo immaginare quanto lo sia farlo su un animale che non è neanche in grado di raccontare.

Credo che il sogno rappresenti un modo in cui estendiamo agli animali certe capacità cognitive, che comprendono aspetti come le emozioni, la memoria e anche l’immaginazione” affermò lo studioso di filosofia David M. Peña-Guzmán in un’intervista, chiedendosi se i ragni potessero sognare data la loro apparente incapacità di provare emozioni.

I sogni incarnano un fenomeno affascinante e complesso che continua, da millenni, ad intrigare gli scienziati di tutto il mondo e, sebbene ci rimangano ancora molti dubbi, sappiamo che i sogni ricoprono una parte fondamentale nella salute del nostro corpo. Quindi, la prossima volta che vi svegliate con un sogno strano e assurdo in mente, ricordate che il vostro cervello sta semplicemente facendo il proprio lavoro!

Immagine in evidenza: ArteZedaStudio

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