Nuove uscite: 5 album che ci siamo persi durante la sessione

È inutile negare che la sessione d’esame per noi universitari sia un periodo estremamente stressante, in cui ci si concentra principalmente sullo studio e spesso ci si dimentica di tutto il resto. Ora, però, finalmente questo periodo è finito e si può pensare ad altro, soprattutto a quello che abbiamo lasciato perdere per mesi. È arrivato il momento di tirare il fiato, mettersi le cuffie e recuperare 5 album che ci siamo persi tra le nuove uscite.

Debí tirar más fotos – Bad Bunny

Partiamo in ordine cronologico: il 5 gennaio Bad Bunny, cantautore e produttore portoricano, pubblica il suo sesto album. Per lui questo disco sembra rappresentare un ritorno a casa dopo essersi perso in terre lontane. È un inno al Porto Rico e alla sua popolazione, con brani che intrecciano elementi tradizionali a temi contemporanei, ibridando generi come salsa e bolero a elementi di raggaeton e trap. Il risultato è un album variegato che riflette appieno la varietà culturale dell’isola.

La gemma di questo album è la title track, DTmF. In questo brano il cantante dipinge una sensazione nostalgica per la terra madre, che non ha più intenzione di lasciare, e un forte legame con le persone a lui care, che rimpiange di non aver abbracciato abbastanza quando avrebbe potuto. Insomma, per i fan del raggaeton, questo è un album imperdibile sia per i ritmi allegri, sia per i temi politici affrontati soprattutto nel brano Lo Que Le Pasó a Hawaii, in una perfetta fusione di musica folk locale e hip hop.

Debí tirar más fotos de cuando te tuve
Debí darte más beso’ y abrazo’ las vece’ que pude

DTmF – Bad Bunny

The Human Fear – Franz Ferdinand

Il 10 gennaio, il gruppo rock alternativo Franz Ferdinand ha pubblicato un album dopo ben sette anni. Prima di questo, infatti, era uscito nel 2018 l’album “Always Ascending“, seguito poi da un album di greatest hits. La band britannica torna con un album che complessivamente dura 35 minuti e che ha perso gran parte dell’energia delle prime pubblicazioni, non per forza in senso negativo. I pezzi sono meno frettolosi e più riflessivi, mantenendo però l’impronta indie rock originaria.

La loro essenza si riassume nei brani Hooked, che richiama gli esordi, e in Night or Day che si fa trascinare più verso il pop rock e diventa la hit dell’album. Il cambiamento è evidente, lo stile post punk si è chiaramente mitigato. Il risultato però non è affatto malvagio, anzi: dopo oltre 20 anni di carriera, la band non cerca di rispondere alle aspettative del pubblico, bensì pubblica un disco ben riuscito che riesce a soddisfare sia i fan sia la critica.

You know the owner and he knows which shot is the usual for you
The memories he will remove from you
He’ll be taking everything you can lose
By the end of the night, of the night, of the night

Bar Lonely – Franz Ferdinand

INDI – Gazzelle

Dopo 2 anni dal suo ultimo disco, Gazzelle ritorna con uno nuovo, uscito il 24 gennaio. Tutte le tracce partono dalla domanda che il cantautore romano si pone nell’intro del primo brano, ovvero “Come si fa a parlare della vita?“. L’album è come un viaggio nel tempo: tornano le sonorità delle sue prime canzoni seppur con elementi nuovi, come sintetizzatori, chitarre leggere e ritmi coinvolgenti, riuscendo a creare un sound che mescola passato e presente. Per Flavio Pardini questo disco rappresenta il manifesto del suo modo di fare musica: canzoni nostalgiche e sentimentali con riflessioni profonde sulla vita, che l’artista spera che qualcuno fra vent’anni saprà ancora a memoria, come ha affermato in un’intervista per Vanity Fair.

Le canzoni da non perdere sono sicuramente Foglie e Noi no: entrambe camuffano la malinconia con una melodia orecchiabile. Soprattutto la seconda, già uscita poco prima del disco, sembra un inno all’imperfezione e ai momenti più banali, che poi forse così banali non sono. Il modello dell’album è complessivamente quello dei precedenti ma con una chiara maturazione da parte dell’artista. È l’essenza di Gazzelle, capace di ammaliare i fan e ma anche chi si avvicina solo ora alla sua musica.

Che fai tremare i pavimenti, i lampadari, gli alberi
I semafori verdi come prati
Guardami che sono sotto casa tua che partirò
E ho una canzone in testa che non so cantarti
Ma ci proverò

Grattacieli meteoriti gli angeli – Gazzelle

La riva del fiume – Willie Peyote

Il 14 febbraio, appena dopo la terza serata del Festival di Sanremo, il precedente EP di Willie Peyote si è trasformato in album, con l’aggiunta di alcuni brani inediti, tra cui anche il brano portato dal cantautore e rapper allo stesso festival. L’anima polemica dell’artista genera un album intenso e pieno di spunti, sfruttando la situazione politica italiana per scrivere canzoni che ancora una volta si rivelano brillanti. La combinazione di critica sociale e introspezione personale si arricchiscono di riferimenti pop e battute satiriche.

Giorgia nel paese che si meraviglia è sicuramente il pezzo più esplicito, con una forte critica alla politica del nostro paese e al preoccupante ritorno di ideologie filofasciste, rappresentando tutto ciò con l’immagine di una storia d’amore mai finita tra l’Italia e il fascismo. In Polvere invece il rapper affronta i temi della disillusione e della precarietà, sia nelle relazioni personali che nella società contemporanea. In sintesi, tra atmosfere R&B e linee di basso sinuose, l’album rispecchia appieno lo stile unico di Willie Peyote, ma soprattutto dimostra ancora una volta la sua straordinaria capacità di stimolare riflessioni profonde attraverso le sue barre.

L’albero delle noci – Brunori Sas

Uscito in contemporanea con l’album di Willie Peyote, il disco del cantautore calabrese Dario Brunori è un viaggio attraverso le gioie e le sfide dell’avere una famiglia. La title track, portata dall’artista al Festival di Sanremo, è il cuore dell’album. Il brano è infatti una riflessione profonda sull’essere genitore e sul cambiamento che deriva da ciò. Musicalmente, l’album è caratterizzato da arrangiamenti avvolgenti che accompagnano testi profondi, mantenendo una coerenza stilistica con tutta la produzione del cantautore.

La traccia d’apertura, Per non perdere noi, affronta temi universali come l’amore, la paura di perdere momenti preziosi e la speranza di mantenere viva la relazione nel tempo. Il brano La ghigliottina, primo singolo dell’album, è una riflessione sulle contraddizioni e le sfide del nostro tempo, affrontando argomenti come il politicamente corretto, la fluidità sessuale, la vita urbana rispetto a quella rurale e la crisi dell’amore autentico.

Ma quanto sei bona stasera, luna
Sembri un pezzetto di mela
Dammene ancora
E poi parla con me
Che non mi parla più nessuno

Luna nera – Brunori Sas

Immagine in evidenza: Wikimedia Commons

Autore

Lascia un commento